Questa è sicuramente una recensione diversa dalle altre, perché diverso è il libro che la riguarda. Al decimo capitolo e ho avuto la necessità impellente, la fretta, di mettere nero su bianco già le prime impressioni, i pensieri, le emozioni di quello che stavo leggendo scatenava. Inizialmente mi ero trattenuta, credendo che con qualche appunto poi sarei riuscita a ricostruire tutto, ma non è stato così... era troppo, troppi pensieri, sensazioni, emozioni contrastanti, morale e ragione che si scontrano continuamente con il cuore. Durante la lettura il cervello si ribella impavido; il super-io continua a chiedersi se può accettare quelle informazioni e come deve classificarle. Non ci riesce, non vede più la linea di demarcazione tra ciò che è bene, socialmente accettabile e giusto, e quello che è scabroso, indecente, tacciato come ingiusto dalla morale e dalla società. Vivrete questo tumulto dall’inizio alla fine, dall’incontro con Riva, all’evoluzione del rapporto tra Ambra e Niccolò. Che cosa è davvero giusto? Ma poi, seriamente, si può chiudere tutto in sue insiemi opposti? Giusto e sbagliato. Ci viene inculcato da quando siamo piccoli, ma è davvero semplice e imparziale questa distinzione? In molti casi, certo, in altri non credo proprio.
Vi ho incuriosito? Spero di sì, ma andiamo con ordine.
Vi ho incuriosito? Spero di sì, ma andiamo con ordine.
AMBRA. LUI CHE AMA A MODO SUO
ANNA CHILLON
Data pubblicazione: 20/07/2018
Editore: Self publishing
Titolo Originale: Titolo originale
Serie: Serie Pietre Preziose (#2)
Finale: Autoconclusivo
Genere: Contemporaryromance
Trama: Sapevo essere forte,Editore: Self publishing
Titolo Originale: Titolo originale
Serie: Serie Pietre Preziose (#2)
Finale: Autoconclusivo
Genere: Contemporaryromance
ma lui lo era sempre di più.
Con un sorriso prese in pugno il mio cuore
e lo strinse feroce.
***
Niccolò Aragona, artista chiacchierato, soprannominato dai media “Il Mannaro”, a causa dei soggetti dei suoi dipinti. Per quel che ne sapevo, d’indole dominante.
Cristiano Riva, stimatissimo medico e cliente abituale della caffetteria in cui lavoravo. Lo avrei definito anaffettivo.
Da uno dei due ricevetti una proposta di lavoro, dall’altro una proposta indecente.
Io volevo soltanto il denaro per fare il viaggio dei miei sogni, perciò, anche se un baratro di diversità mi separava dall’uomo che lo avrebbe reso possibile, accettai la sua offerta. Entrai nel suo mondo e giorno dopo giorno in quel baratro ci cascai a piedi pari. Fu lui a trascinarmici e fui io a dargli tutta me stessa senza sapere che ne avrebbe fatto.
Fino a quel giorno.
Fino a quelle parole.