NUMBER 8 (A. D'AMBROSIO)

il
19 luglio 2019

Siamo quasi alle battute finali di un altro mese e io sono qui con una nuova recensione.
Voglio parlarvi di Number 8, il romanzo di Alessia D’Ambrosio che, dopo la serie Uncrossed fa conoscere a noi lettrici i fratelli di Beth – la compagna di vita di Aaron – con una serie sport romance, spin off della principale sopracitata.

NUMBER 8
ALESSIA D'AMBROSIO
Data pubblicazione: 17.06.2019 Editore: Self publishing Serie: serie After Match(#1) Finale: Autoconclusivo Genere: Sport Romance
Trama: “Non mi interessa l’amore, ho cose più importanti a cui pensare e non posso permettermi distrazioni. Devo entrare nella nazionale inglese di rugby e vincere il Mondiale. Questa è l’unica cosa importante per me. E non c’è proprio niente di confuso. Mi alleno, sudo, gioco, vinco. Semplice”.Nel rugby, ogni giocatore ha un numero che definisce il proprio ruolo. Tranne l’otto, lui è semplicemente il Numero 8. Questa è la mia fede, la mia sola religione. Amo il rugby più della mia stessa vita e ho sete di vittoria e di riscatto.Ho solo un piccolo problema: Lei, con i suoi due occhi azzurri e il sorriso più ingenuo mai visto sulla faccia della terra. In un secondo ha preso le mie convinzioni, le mie certezze e tutta la mia determinazione, poi, sotto il mio sguardo impotente, gli ha dato fuoco. Mi ripeto spesso che devo darmi una scrollata e andare avanti ma lei, Lucy Collins, mi conquista e mi trascina fuori rotta.Il mio nome è Daniel Wilson, sono il Numero 8 dei Saracens e non ho alcuna intenzione di farmi schiacciare da una ragazzina.
Daniel Wilson, trentaquattrenne giocatore di rugby, vive per il suo sport e lavora per due obiettivi: alzare la coppa del campionato inglese e ottenere un posto in Nazionale. La sua vita è scandita dalle varie ore quotidiane di allenamento, il riposo controllato e molto più raramente – al contrario dei fratelli – una qualche avventura di sesso senza il minimo impegno.
Più spesso, ma comunque poche volte, si concede tempo in famiglia, ed è proprio a uno di questi incontri nel ristorante londinese – frequentato da sua sorella Beth, il marito Aaron e gli altri personaggi incontrati nella serie principale – che il giocatore dei Saracens incontra una delle cameriere del locale, la ventiduenne Lucy.
Sono più la classica persona che ama restare in disparte. Mia sorella Beth mi definisce un sociopatico moderato. Io sto lavorando per l’avanzamento a “radicale”.
Occhi lucidi, aria triste e malinconica e un fascino senza pari. Un incontro fine a sé stesso? Il mastodontico Wilson crede sia così, tuttavia la incontra nuovamente alla festa a sorpresa del compleanno di Aaron. Un incontro che pare destinato a ripetersi e a lasciare su entrambi i propri effetti grazie alle manovre del destino.
Uno scambio di cellulari ed ecco che i due sono destinati a rivedersi.
L’incastro per conciliare le cose esiste. Devi solo trovarlo. È come nel rugby: osserva, pensa e poi agisci, più forte e veloce che puoi.
Dovrebbero starsi lontani, dodici anni di differenza li separano e una generazione di distanza, per Daniel soprattutto, è davvero troppa, e lui non può concedersi distrazioni di alcun tipo: Nazionale e campionato sono l’imperativo.
Eppure, Lucy diventa un’ossessione. Daniel desidera scoprire ogni cosa della ragazza: desideri, sogni e sogna di baciarla e toccarla, cancellando la tristezza e malinconia da quello sguardo.
È un attimo e la passione esplode come se il detonatore che la controllava fosse stato liberato.
È tutto sbagliato, lei è una ragazzina, lui un uomo.
Lucy mi è entrata nella testa e ha messo tutto sottosopra. Non devo e non posso farmi distrarre da lei, per due validi motivi: devo pensare solo a giocare e, cosa ancora più importante, è troppo piccola per me.
Ma ancora una volta ci pensa il destino a reincrociare le loro vite in modo del tutto inaspettato.
La vita di Daniel è a un passo dalla perfezione; Lucy ha una vita molto più complessa invece
Lavora come cameriera per mantenersi agli studi di recitazione, ha un passato  tanto doloroso da farle vivere un presente molto modesto accanto alla nonna e dal punto di vista sentimentale è un vero casino. Da un lato la sua cotta storica per Matt, nipote del ristoratore per cui lavora; dall’altro Davon, il compagno di accademia che le fa una corte non indifferente, ma che la lascia disinteressata.
E ora il suo impianto sentimentale, che per lungo tempo ha sperato in un “ritorno” a Londra di Matt e di una guarigione sentimentale in proprio favore, ora deve vedersela anche con il gigante numero otto dei Saracens.
Cosa ne uscirà e come avrà pensato di agire la mano imprevedibile del fato?
Se la serie Uncrossed mi ha coinvolta in modo un po’ altalenante a causa dell’altrettanto discontinua affinità con il gruppo di personaggi di quel filone narrativo, questa serie si è caratterizzata – almeno in questo primo volume – da personaggi chiari, cristallini, i cui gesti e parole sono corroboranti della rispettiva personalità.
L’amore si fa in due, oppure non è amore.
Daniel e Lucy sono intelligibile come pochi altri protagonisti riescono ad essere.
Sono figure i cui pregi e difetti sono messi in luce in modo netto, privo di filtri. Serviti sul piatto d’argento per essere apprezzati e condannati.
Due personaggi diversi e non facilmente amalgamabili, ma che messi in contatto risplendono di luce propria, illuminando sé stessi e gli altri con la propria aura.
E, all’improvviso, tutto mi appare sensato. Così ingarbugliato da essere perfettamente lineare. Sbagliato, eppure giusto. In tutta la mia vita non ho mai sentito il cuore battere così forte, non ho mai avuto così tanti pensieri per la testa, né sbalzi d’umore.
Lo stile di Alessia D’Ambrosio si conferma brioso, frizzantino, caratterizzato da una certa dose di ironia e romanticismo, con un’articolazione semplice ma non banale.
Lei ha questo modo di scrivere che fin da subito ti fa bramare follemente i personaggi secondari tanto quanto i principali. Stai leggendo di X e mentre scalpiti per scoprirne le vicissitudini, sei lì che dici “Dov’è l’altro libro? Quando uscirà quello in cui si parla di Y?”
È successo con la serie Uncrossed e l’esperienza è stata replicata già con questo primo volume della serie After Match. Leggevo di Daniel e pensavo anche ai suoi scatenati fratelli. Lui così controllato, ponderato e loro tanto impulsivi e imprudenti!
Di certo non si può dire che la famiglia Wilson sia monocaratteriale e statica!
Non voglio accettarlo, ma so bene cosa mi sta succedendo. Se lei non c’è, fingo che tutto ruoti nel verso giusto. Mi inganno da solo, ma in realtà è solo quando la vedo che sento l’aria riempire i polmoni, che riesco a respirare.
Lo stile di Alessia come dicevo poco fa è tanto semplice quanto particolare: le sue storie si amano e si odiano allo stesso tempo, e hanno quello strano potere di spingere il lettore (quasi) alla follia. E poi c’è quel “piccolo” dettaglio che rende il lettore bramoso di notizie e dettagli sugli altri.
Il lettore diventa assetato di conoscenza, come – perdonate il paragone un po’ brutale, ma è l’unico che mi sovviene al momento – un beduino in cerca dell’agoniata oasi nel deserto. E l’oasi in questo caso è il libro successivo.
Come l’autrice riesca a compiere questa magia? Onestamente non lo so, ma suppongo che il segreto sia nella caratterizzazione che dà ai suoi personaggi e nelle scelte che compiono.
Decisioni umane, non sempre giuste o condivisibili, ma umane, realistiche!
Credevo che Lucy non avesse mai preteso nulla da me, non mi ero accorto che non avesse mai avuto bisogno di farlo. Sono io che mi sento in difetto, che ho bisogno di dimostrarle qualcosa. È me che tiene per le palle e sono sempre io che ho la necessità di lasciarglielo fare.
Vi saluto raccomandandovi la lettura di questo romanzo perché amerete Lulù e Daniel esisterà solo il rugby e solo Lucy? E nonna Prudence non volete conoscerla? Fossi in voi non me la perderei! Quella donnina è uno show nello show, ed è grazie a lei, alla sua saggezza, al suo coraggio, che tutto prenderà una determinata piega piuttosto che un’altra.
 

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