[REVIEW PARTY] STARS (K. CALLIHAN)

il
8 luglio 2019
Buon inizio settimana lettrici! Avete presente Kirsten Callihan, la mamma della serie sport romance Game On e della serie VIP? Ecco, lei e uno dei suoi libri è protagonista di questa nuova recensione.
Recentemente, lo scorso 27 giugno, con mia immensa gioia la Always Publishing ha pubblicato proprio il secondo volume della serie VIP, la serie che a fine dello scorso anno è iniziata con la pubblicazione di Idiol (qui il mio parere a riguardo) e che ora, in questo nuovo capitolo autoconclusivo, vede protagonista il manager della band Kill John; l’ombroso e incredibilmente affascinante, bello da mozzare il fiato, severo come pochi e incredibilmente bravo nel suo lavoro, Gabriel Scott. Il famoso Scottie del primo libro, proprio lui.

STARS
KRISTEN CALLIHAN
Data pubblicazione: 27.06.2019 Editore: Always Publishing Editore Titolo Originale: Managed Serie: Serie VIP (#2) Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Gabriel Scott, manager della più grande rock band del mondo, è una vera leggenda vivente: lui è l’uomo capace di forgiare le star. Affascinante come il peccato, ma freddo come il ghiaccio, Scottie è professionale, sicuro di sé, e dedito unicamente al suo lavoro. L’incarnazione vivente del successo. In altre parole, la persona più inaccessibile del pianeta. Quando, sul volo Londra New York, Sophie Darling viene spostata in prima classe, è felice come se avesse appena vinto alla lotteria. A scoraggiare la spumeggiante, irrefrenabile Sophie non basta neanche un ombroso e scostante vicino di posto. Sophie è chiacchierona e spigliata e decide di divertirsi a trasformare in un inferno le interminabili ore di volo del suo riservato compagno di viaggio che cerca disperatamente di tenere le distanze. Tra turbolenze, risate e momenti imbarazzanti, nasce un’alchimia inspiegabile tra due passeggeri diversi come il giorno e la notte, opposti come i Tropici e il Polo Nord. Quello che Sophie non sospetta è che anche Scottie ha in serbo dei programmi per lei: una sorpresa incredibile, che potrebbe far decollare la sua carriera di fotografa e trasformare il suo sogno in realtà. Questo solo se Sophie sarà disposta a seguire quest’uomo incredibile e magnetico... mettendo così a rischio il suo cuore. E se l’unica donna capace di scaldare il cuore dell’uomo più inaccessibile del pianeta... fossi proprio tu?
Prima di passare a parlarvi del romanzo, che un po’ per scelta e un po’ per questioni di forza maggiore ho letto con estrema lentezza (fino a un certo punto, poi l’ho letteralmente divorato), lasciatemi ringraziare la casa editrice e il blog Vaniti Romance per avermi inserita nel review party dedicato a questo libro. Grazie grazie grazie!!!
Okay ragazze, ora veniamo a noi. Mettetevi comode per assaporare un po’ della storia di Scottie e di miss Darling e la mia opinione in merito.
Mettete una fotografa venticinquenne esperta di social media marketing, che non riesce mai a star zitta e che su un volo verso Londra viene spostata in business class per la prima volta in vita sua. Mettete nell’equazione anche un ventinovenne che ha paura di volare. Aggiungete pure il fatto che costui è anche il manager della più grande rock band del mondo ed è un pelo scorbutico… Eccovi servito l’antipasto di questa storia. Anzi, gli elementi principe. I protagonisti di questa storia che statene certe, dopo un primo momento, vi farà impazzire di gioia e innamorare perdutamente dell’ideale d’uomo moderno dai modi aristocratici.
«Il paradiso è uno stato d’animo, non un posto»
Sophie Darling quando sale sul volo che la porterà nella capitale inglese per un colloquio di lavoro di cui non sa praticamente nulla, tutto si aspetta tranne che la fortuna sia dalla sua parte. Invece eccola lì, la dea bendata che le strizza l’occhio, forse per la prima volta in un quarto di secolo. Per un fantomatico overbooking lei è la fortunata che viene spostata in first class. Tutto bene e la gioia per la novità è immensa, chi non sarebbe felice di tale colpo di fortuna, no? Eppure ci pensa il suo vicino a spegnerle un momento l’entusiasmo: quell’uomo tanto acido e scortese che le si siede accanto e che asserisce a un comportamento scorretto della compagnia visto l’acquisto del posto doppio tutto per sé. Ma tant’è, il fantastico sexy uomo tutto d’un pezzo, freddo come o forse più del Polo Nord e dal temperamento davvero ostile, seduto accanto a Sophie non può che rassegnarsi e affrontare quel volo “in compagnia”. Sophie è però il suo esatto opposto, chiacchierona – e questo è stato appurato poco sopra – e spigliata, quindi ne approfitta per tormentare il suo antipatico vicino e “smuovere” un po’ le ore di viaggio che li porterà dalla metropoli americana all’affascinante Londra.
Inizia così un viaggio che tra risate, battute, turbolenze, chiacchiere più o meno volute (in base  da quali occhi si guarda alla scena), cambierà la vita a entrambi, alimentando la teorica e fantomatica alchimia dei due opposti che si attraggono.
«I Beatles per l’allegria» le dico dolcemente.
Lei china la testa sulla mia spalla, posandomi una mano sul cuore. «E per l’amore».
Chiudo gli occhi e lascio che la musica mi pervada. «Sempre per l’amore».
E all’atterraggio per Sophie ci sarà una sorpresa davvero inaspettata, qualcosa che non aveva nemmeno lontanamente immaginato e che la porterà a rivedere Scottie a lungo, alimentando quel senso di attrazione fisica e mentale che razionalmente sarebbe meglio tenere lontana.
I due, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, dovranno imparare a superare i propri limiti, le proprie paure e ad accettare attrazione e sentimenti. Ci riusciranno, riuscendo per Gabriel a mantenere il suo elevato grado di professionalità e per Sophie realizzare uno dei suoi più grandi sogni, dando finalmente una svolta alla propria carriera?
Ha già messo in chiaro che non sono altro che una compagnia con cui accoccolarsi e dormire. Insomma, mi colloco a metà tra un pelouche e un cuscino gigante.
Come spiegavo all’inizio ho letto questo libro molto lentamente, un po’ per scelta visto che non so quando la Always Publishing pubblicherà il romanzo numero tre della serie (quello dedicato a Jax per intenderci e intitolato “Fall” nella sua versione originale), un po’ perché la vita reale ha chiesto una maggiore attenzione da parte mia e un po’ perché, per quanto mi stesse piacendo, facevo fatica a entrare in profondissima connessione con Sophie e Scottie. E poi ho capito: “Stars”, carbura piano e poi ha quell’esplosione improvvisa che ti sposta di un metro più in là prima di risucchiarti in sé.
Gabriel Scott è diventato la priorità numero uno della mia vita. E qualsiasi cosa siamo, qualunque cosa diventeremo, questo non cambierà mai.
Infatti a un certo punto mi sono ritrovata a non riuscire a staccare gli occhi dal Kindle. E in tre ore l’ho terminato, girando l’ultima pagina con il cuore soddisfatto e gioioso, contagiata dai modi allegri di Sophie e dal un Gabriel finalmente comprensibile.
“Stars” è il romanzo in grado di regalare emozioni forti sotto ogni punto di vista. Grazie a Gabriel conosciamo l’altra faccia dei Kill John, seppur velatamente. Il loro passato e quello di Scottie stesso. Conosciamo un retroscena sull’evento legato a Jax, quello che mandò in tilt Killian nel precedente libro.
Quando non desideri davvero nulla, nulla può deluderti.
E rivediamo, con immensa gioia della sottoscritta, tutti i personaggi incontrati in precedenza: i già citati Killian e Jax, ma anche gli altri ragazzi della band, Libby e Brenna. Ed è grazie a loro che Gabriel trova il suo riscatto dopo un inizio zoppicante nel primo libro, in cui il suo ruolo è stato marginale ma di profondo impatto.
Gesù in bicicletta, ma è il sentiero del tesoro.
Sophie è la chiave di Gabriel, come lui lo è per lei. Insieme si completano e compensano.  Il loro è un sentimento profondo, intenso e combattuto proprio da loro stessi. Sophie è nettamente più infantile se presa fuori dal contesto, questo è chiaro, ma vista dalla giusta angolazione è per certi versi più matura e onesta di Gabriel stesso. La sua “infantilità” è resa da quello spirito gioioso che la caratterizza e la porta a essere un adorabile chiacchierona, tanto da meritarsi tale soprannome da Scottie.
Essere innamorati è come perdere la testa e avere contemporaneamente il cuore scorticato vivo. Fa schifo.
Di Gabriel che dire… sono arrivata al punto di sognare un uomo così: tutto impostato e con quel linguaggio forbito che è in grado di sciogliere il ghiaccio come fosse al sole. Non so nemmeno spiegarlo, però lui è così, incredibilmente votato al buon gusto e intelligente (ragazze quest’uomo parla fluentemente tre lingue oltre l’inglese più un po’ di tedesco, portoghese e giapponese! In più ha un fiuto dannatamente buono, anzi ottimo, per gli affari), e sì, va bene, è costipato dal punto di vista sociale – come afferma la stessa Sophie – ma è un “Raggio di sole” (come lo chiama sempre la nostra protagonista) meravigliosamente adorabile una volta abbassato quel muro di riserbo e paura che lo caratterizza.
Agli esordi dei Kill John, mi pagavo i completi vincendo degli incontri di lotta clandestina. Un bel controsenso, senza dubbio: azzuffarmi come un animale per potermi vestire da gentiluomo.
La narrazione è resa dal duplice punto di vista e questo è un grande aiuto a entrare in sintonia con le voci narranti; lo stile autoriale è quasi eccelso come sempre quando si tratta di Kristen Callihan: fluido e accattivante pagina dopo pagina.
La sua scrittura è contemporanea come poche. Sa rendere la storia che narra come fosse un vero spaccato della realtà che vive e i suoi personaggi sono vividi e perfettamente delineati. La sua, è una di quelle penne che è in grado di dosare sapientemente le riflessioni più profonde con l’ironia, inserendo al momento giusto elementi che provocano allegria e ilarità nel lettore, anche nei momenti più “seri” e importanti.
«Sono bloccato vicino a quella affetta da diarrea verbale. Un caso incurabile, direi».
«Disse l’uomo socialmente costipato».
La versione italiana non è perfetta, perché se per molti non cambia niente, purtroppo sono soggetta per una sorta di deformazione professionale, a notare i refusi (grassetti mancanti o raddoppiamenti di lettere che non occorrono, ad esempio) e gli errori grossolani. In più di un passaggio si parla di “spina dorsale” riferendosi alle ossa della schiena dell’uno o dell’altra, ma è un errore un po’ sciocco. Per quanto talvolta nel gergo comune venga usato il termine “spina dorsale”, l’essere umano è dotato della colonna vertebrale, giacché la spina dorsale è quella animale, dei pesci in particolar modo.
All’improvviso qualcosa mi si squarcia nel petto. Non ho idea di cosa sia, di una cosa sono sicuro: la mia chiacchierona non ha idea di ciò in cui si è cacciata. Perché io non la lascerò mai andare.
In un altro passaggio c’è quello che sembrerebbe un posizionamento errato delle parti; non so se si tratti di un errore dell’autrice e quindi tradotto in modo errato come conseguenza o se sia un errore di traduzione macroscopico. Mi spiego: Gabriel è alto molto più di Sophie ma lei a un certo punto dice che lo squadra dall’alto in basso, come se si trovasse più in alto rispetto a lui, solo che poi poche righe dopo è chiaro che il dialogo avviene con lui in piedi (che poi si abbassa) e lei accucciata a terra a riordinare dell’attrezzatura.

Sono piccoli dettagli che non intaccano la lettura e il senso, ma sono comunque errori e penso sia giusto comunque riportare questi difetti nel momento in cui parlo delle mie impressioni sul romanzo.
Questo è solo un piccolo appunto personale che vuol essere un maggiore invito alla c.e. a prestare più attenzione a questi piccoli, ma evidenti dettagli. Per il resto, non so come esprimere il ringraziamento per aver portato in Italia questa bellissima, incredibile, serie.
Da qualche parte sopra l’Atlantico, a undicimila metri di quota, lei si è stretta a me e il mio cervello ha deciso di collegare il suo profumo, il suono della sua voce, il tocco della sua pelle, al conforto.
 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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