QUELLO CHE NON SIAMO DIVENTATI (T. FUSARI)

il
11 luglio 2019
Prego, mettetevi comodi, oggi sono qui per parlarvi del nuovo libro di Tommaso Fusari, che due anni dopo l’emozionante storia di Stefano e Alice, protagonisti di “Tempi duri per i romantici” con cui ha conquistato schiere di lettori e lettrici, è tornato il 9 luglio a regalare emozioni travolgenti, devastanti, in grado di spostare il baricentro delle emozioni.
Ho letto il romanzo in anteprima grazie a Mondadori, ma ho atteso a pubblicare la recensione per stringere tra le mani il cartaceo e rileggerlo, così da poter catturare quelle sensazioni sfuggite alla prima lettura.
Questa è la storia di Sara e Michael, una ragazza e suo fratello minore.
Ma anche la storia di Michael e Lola, e del loro rapporto tossico.


QUELLO CHE NON SIAMO DIVENTATI
TOMMASO FUSARI
Data pubblicazione: 09/07/2019 Editore: Mondadori Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: narrativa contemporanea
Trama: «Andrà tutto bene, Michael.» «E come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?» «Non prevedo il futuro, ma siamo insieme, no?» Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte. «E se andasse tutto male?» «Be', restiamo insieme.» «Sempre?» «Per tutta la vita.» Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella, Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei, due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo, la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio, però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa, agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal cuore dell'altra. Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese, distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi.
 Michael e Sara hanno vissuto l’infanzia che tutti sognano e che tutti i bambini meriterebbero: circondati dall’amore dei genitori e della nonna, in una quotidianità fatta di  spaghetti al pomodoro mangiati – di nascosto – sul divano davanti alla tv, giochi e avventure.
Tutto fatto e vissuto insieme, spalla a spalla, con lo stesso passo. Inseparabili.
Poi qualcosa si è spezzato, una tragedia che li ha sconvolti, fatti tremare più forte di una scossa con una magnitudo troppo alta per essere compresa, accettata totalmente, superata.
I rapporti muoiono quando non vengono più curati, è come un lento tumore che piano piano oscura tutto.
Un fatto che li ha spaccati, spaccando la soffice terra su cui camminavano, crescevano, e li ha allontanati facendo diventare quello spazio una voragine talmente larga da spingerli in direzioni diverse.
In bilico sul ciglio di quel burrone, sempre più distanti, ma in qualche modo legati da un filo sempre più teso e pronto a spezzarsi.
Cos’è rimasto della loro infanzia spezzata? Solo un raro piatto di pasta al pomodoro, mangiato in silenzio davanti al preserale in tv, nel più breve tempo possibile pur di non avvicinarsi troppo nel presente e ai ricordi. Ricordi di quei momenti felici, attimi di una vita persa. La vita che era e avrebbe dovuto essere, e poi non è più stata.
Avrebbe voluto gli addii non detti, quando semplicemente sparisci e dopo un po’, con il tempo, capisci che quella volta era stata l’ultima.
E poi ci sono Lola e Alex.
Lei tedesca che bazzica a Roma ma arriva da Berlino; una giovane che la vedi chiaramente e non passa inosservata, una che “sembra” ma non è.
Lola vive sul filo del rasoio, in un limbo fatto di coscienza e incoscienza.
Chissà dove vanno a finire tutti i sogni che non riusciamo a realizzare.
Ha un passato ingombrante e sicuramente doloroso. Un trascorso che affronta a suo modo.
Vive in un limbo di costante insoddisfazione, non ha legami e non li cerca. È uno spirito libero.
Lola affronta tutto gettandosi a capofitto nella perdizione, aiutandosi con un ago, una canna o una sniffata.
Michael si era sentito trascinare da qualche parte. Lui che ormai era in balia di ciò che accadeva senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. I loro sguardi si erano incrociati facendo un casino tremendo, un frontale tra due treni in corsa, tra due navi di cui Michael era quella alla deriva.
E c’è Alex, il capo ufficio di Sara, che non riesci a inquadrare proprio subito, uno che sa far perdere l’orientamento e che nel momento in cui ti sembra di ritrovarlo, ti spiazza e ti spezza prima di farti reagire.
Ed è a causa loro, anche a causa di questi due personaggi che al lettore viene voglia di acciuffare Sara e suo fratello, metterli  spalle al muro e aprirgli gli occhi che per lungo tempo tengono chiusi o, nella migliore delle ipotesi, socchiusi.
“Sara, Michael, ma che diamine state facendo? Svegliatevi dai!” oppure “Oh mo’ ve meno, aprite quei benedetti occhi!” Non so quante volte ho ripetuto questa e altre frasi nelle due letture che hanno preceduto questo post.
È che certe persone ogni tanto si perdono per strada. E mentre le aspetti, le ricordi.
“Quello che non siamo diventati” è l’elemento, il mezzo con cui l’editoria e l’autore stesso mostrano alle persone il grande potere che hanno le parole. Tommaso è un maestro paroliere e un grande portavoce, rappresentate, come volte definirlo insomma, della narrativa italiana contemporanea; una voce forte e chiara, in grado di arrivare a tutti. Un portavoce dei giovani che agli stessi sa parlare, diventando esempio di quanto di buono ci sia ancora in questo mondo. Basta solo impegnarsi un po’ e trovarlo.
«E se andasse tutto male? Eh?»
«Be’, restiamo insieme.»
«Sempre?»
«Per tutta la vita.»
Leggendo questo romanzo si ha la sensazione di essere avvolti nel dolore e in una malinconia sempre più  pressante, come fosse un velo posato che avvolge il corpo e l’anima del lettore, che diviene un tutt’uno con il libro e i protagonisti della storia, in un nido di dolore e lacrime.
Solo sul finale quel velo si fa più lieve, sollevandosi dai cuori che ha ricoperto e ha fatto piangere per ore.
In questo libro si parla di due vite parallele, fatte di silenzi e parole non dette, di smarrimento e dolore, ed equilibrio precario giorno dopo giorno.
Tommaso, con maestria, intelligenza, severità e delicatezza, ha saputo trattare di temi non semplici, ma lui c’è riuscito con un grande risultato che unito a tutto il resto, rende la storia di questa famiglia in formato ridotto, perfetta ed emozionante.
Quanto è assordante il silenzio tra due cuori, quando cominciano a urlarsi addosso? Sara aveva sempre creduto che le cose importanti, le cose belle, fossero quelle che diciamo a bassa voce, sussurrando, per paura che qualcosa possa romperle. In un mondo in cui chiunque sa tutto di tutti, sono le cose dette a bassa voce quelle che rimangono solo nostre.
L’autore è stato in grado di caratterizzare in modo egregio due figure diverse e uguali quali Michael e Sara, ma anche due personaggi importanti, snervanti e controversi come Lola e Alex. È una narrazione in terza persona, che fa battere il cuore a cui si sommano dialoghi brevi, ma d’effetto. Enorme, devastante, effetto.
Rendere le emozioni così forti, usando una voce esterna è davvero un’abilità rara.
L’attesa per questo romanzo è stata lunga e intensa, ma la paura, l’arroganza, i silenzi, e l’amore tra fratello e sorella, sono solo alcuni degli elementi di questo puzzle.
Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di una mano in più. [...] E poi c’è bisogno di chi risponda alle nostre domande.
Quelle che ci poniamo da sempre, quelle che non sappiamo spiegarci e a cui non arriveremo mai da soli.
O forse la risposta la sappiamo, la immaginiamo, a volte
la desideriamo.
Ma abbiamo bisogno di sentircelo dire.
Fusari è stato eccellente in “Tempi duri per i romantici” e i segni di quella lettura ancora li porto sul cuore, ma qui la sua crescita stilistica, ha fatto un enorme balzo in avanti, confermando il fatto che quella prima pubblicazione non è stata solo una meteora. Tommaso è un Autore, proprio uno di quelli con la A maiuscola. Una penna a tutto tondo in grado di arrivare in alto.
Ma chi, come me, segue Tommaso sui social, questo lo sa già. Perlomeno… io non ho avuto mai dubbi sulla bellezza della sua scrittura e di come la sua penna sia migliorata in questi due anni.
Vi parlerei di Sara e Michael, ma anche di Lola e Alex e soprattutto dello stile di Tommaso Fusari e delle emozioni che suscita nel lettore, per ore e giorni, ma mi fermo qui, prima che l’emozione prenda per la terza volta il sopravvento e mi obblighi a fermare la stesura del post per calmarmi e asciugare le lacrime di gioia e dolore che mi appannano gli occhi.
Si può andare via anche restando esattamente dove siamo, perché le distanze non sono tra le persone, ma tra i cuori.
Non so se in queste righe sono riuscita a trasmettervi esattamente l’emozione e l’opinione su questo romanzo di Fusari, ma lo spero di tutto cuore. Vi lascio con la raccomandazione di andare in libreria e acquistare la vostra copia del romanzo, che vi consiglio di leggere buttando un orecchio alla playlist che accompagna Sara e Michael.
E ultima raccomandazione: Tommaso è in giro per l’Italia per presentare “Quello che non siamo diventati”, quindi se avete la fortuna di poterlo andare ad ascoltare perché l’instore si farà vicino casa vostra o se avete la possibilità di prendere e partire per raggiungere il luogo… Ecco non perdete l’occasione.
Siamo vittime di canzoni che sputano le parole che non riusciamo a dire.
Buona lettura e se avete un fratello o una sorella… non rinunciate mai a lui/lei, nemmeno quando vi allontanerete per qualsiasi ragione la vita vi separerà o tenterà di farlo, vostro fratello o sorella, avranno sempre una mano per voi e viceversa. Anche se non sembra esserci più speranza. Non dimenticatelo mai.

https://open.spotify.com/playlist/0tKbebWt1Jj7jddNm3Rqoe

 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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