PAROLE (A. SESSA)

il
8 luglio 2019
Buongiorno! Vi racconto oggi le mie impressioni sul nuovo libro di Anita Sessa, giovane autrice italiana di indubbio talento, che pochi giorni fa, con Dri Editore, ha pubblicato il romanzo dal titolo “Parole”.

PAROLE
ANITA SESSA
Data pubblicazione: 11.06.2019 Editore: Dri Editore Finale: Cliffhanger Genere: contemporary romance
Trama: Disincantata, cinica, un po’ scontrosa: questo è ciò che è diventata Livia dopo la morte della madre. Studentessa universitaria di giorno, cameriera in una trattoria in provincia di Pesaro la sera, Livia affronta la vita da sola giorno dopo giorno. Complice uno scambio di battute scritte a lettere cubitali sul fondoschiena di una modella di intimo, ritratta su un poster pubblicitario, Livia conosce Jacopo, manager di trentanove anni impiegato nel campo del marketing e con un matrimonio ai titoli di coda. A suon di battute al vetriolo e scontri verbali, Livia e Jacopo inizieranno un rapporto perennemente in bilico, proteso verso qualcosa che potrebbe essere se solo entrambi si lasciassero andare.
Livia è una giovane studentessa universitaria che vive a Pesaro in uno stato di solitudine preoccupante; complice un cartellone pubblicitario alla fermata del tram, incontra Jacopo, un manager quasi quarantenne e in attesa di divorzio.
Una delle scarpe è rimasta macchiata. Una minuscola, piccolissima macchiolina rossa che non vuole venire via. Se chiudo gli occhi rivedo quella quel lago rosso e denso che colora l’acqua e poi il tappeto, il pavimento e infine me.
Lei è orfana di madre, mentre il padre vive a Roma con un’altra donna; la ragazza quindi abita nella casa che la defunta nonna le ha lasciato in eredità, insieme a un po' di denaro. La sua unica amica è una collega che lavora con lei in una trattoria. Livia, come dicevo poco fa, vive in uno stato di solitudine e non mi è mai capitata una protagonista femminile che parli così poco, tanto introspettiva, ma anche vittima di una spirale discendente che la sta portando alla depressione.
La sua stessa casa è ancora come l’ha lasciata la nonna e l’armadio della madre è ancora intatto. Livia è sospesa tra passato e presente, e non manifesta nessuna intenzione di cambiare il proprio futuro, come se fosse in attesa di qualche risposta dal passato, che non arriverà mai.
Lo scruto per qualche secondo divertita e, no, devo dire che non ho nessun dubbio. I suoi occhi sono a dir poco magnetici, il sorriso sfrontato e i capelli una massa informe nella quale, sono certa, ogni donna farebbe carte false per passarci le mani.
Il pov alternato ci permette di capire anche Jacopo, che nonostante sia un bell’uomo, più grande di lei, è decisamente antipatico, incapace di prendere delle decisioni forti e coraggiose  e di tagliare con un passato non proprio roseo, è un uomo che capisce e “legge dentro” il cuore di Livia. Nonostante il loro rapporto sia conflittuale e ricco di sfaccettature, non sempre positive, la loro storia ha un’evoluzione degna di un romanzo rosa.
La porta sbatte dietro alle mie spalle e la rabbia mi assale, mi fa tremare senza che riesca a tenerla a bada. La cosa assurda è che è la prima emozione che provo da mesi ed è qualcosa di estremamente negativo.
La trama non è originalissima, ma mi sono piaciuti molto i protagonisti e l’autrice è riuscita a caratterizzare entrambi, regalando loro una personalità ricca di sfaccettature e decisamente introspettiva. La mente di Jacopo, ma soprattutto quella di Livia, sono “l’ambiente” in cui l’autrice decide di scrivere le scene, le paranoie, i sensi di colpa, ma anche l’esigenza di perdonare; tutti ingredienti che fanno meritare al romanzo di essere letto.
Per una volta nella vita non mi serve concentrarmi sui dettagli, sulle piccole cose che mi circondano e lasciarmi scivolare di dosso il resto del mondo. Per una volta, lasciare che il mio niente nebuloso si mescolasse con il niente nebuloso di qualcun’altro non è stata una cattiva idea.

 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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