AMBRA. LUI CHE AMA A MODO SUO (A. CHILLON)

il
31 luglio 2018
Questa è sicuramente una recensione diversa dalle altre, perché diverso è il libro che la riguarda. Al decimo capitolo e ho avuto la necessità impellente, la fretta, di mettere nero su bianco già le prime impressioni, i pensieri, le emozioni di quello che stavo leggendo scatenava. Inizialmente mi ero trattenuta, credendo che con qualche appunto poi sarei riuscita a ricostruire tutto, ma non è stato così... era troppo, troppi pensieri, sensazioni, emozioni contrastanti, morale e ragione che si scontrano continuamente con il cuore. Durante la lettura il cervello si ribella impavido; il super-io continua a chiedersi se può accettare quelle informazioni e come deve classificarle. Non ci riesce, non vede più la linea di demarcazione tra ciò che è bene, socialmente accettabile e giusto, e quello che è scabroso, indecente, tacciato come ingiusto dalla morale e dalla società. Vivrete questo tumulto dall’inizio alla fine, dall’incontro con Riva, all’evoluzione del rapporto tra Ambra e Niccolò. Che cosa è davvero giusto? Ma poi, seriamente, si può chiudere tutto in sue insiemi opposti? Giusto e sbagliato. Ci viene inculcato da quando siamo piccoli, ma è davvero semplice e imparziale questa distinzione? In molti casi, certo, in altri non credo proprio.
Vi ho incuriosito? Spero di sì, ma andiamo con ordine.

AMBRA. LUI CHE AMA A MODO SUO
ANNA CHILLON
Data pubblicazione: 20/07/2018
Editore: Self publishing
Titolo Originale: Titolo originale
Serie: Serie Pietre Preziose (#2)
Finale: Autoconclusivo
Genere: Contemporaryromance
Trama: Sapevo essere forte,
ma lui lo era sempre di più.
Con un sorriso prese in pugno il mio cuore
e lo strinse feroce.

***
Niccolò Aragona, artista chiacchierato, soprannominato dai media “Il Mannaro”, a causa dei soggetti dei suoi dipinti. Per quel che ne sapevo, d’indole dominante.
Cristiano Riva, stimatissimo medico e cliente abituale della caffetteria in cui lavoravo. Lo avrei definito anaffettivo.
Da uno dei due ricevetti una proposta di lavoro, dall’altro una proposta indecente.
Io volevo soltanto il denaro per fare il viaggio dei miei sogni, perciò, anche se un baratro di diversità mi separava dall’uomo che lo avrebbe reso possibile, accettai la sua offerta. Entrai nel suo mondo e giorno dopo giorno in quel baratro ci cascai a piedi pari. Fu lui a trascinarmici e fui io a dargli tutta me stessa senza sapere che ne avrebbe fatto.
Fino a quel giorno.
Fino a quelle parole.
Ambra è la sorella di Giada (primo libro della serie Pietre Preziose). Vincent quindi è tecnicamente suo cognato, nonché il suo “non padre”, come rivelato nel primo libro della duologia.
Siamo a Roma. Ambra ha sempre avuto un desiderio:
Dal canto mio non esisteva città, paesaggio o civiltà che desiderassi visitare più di quanto bramassi trovarmi faccia a faccia con un vero leone libero nel suo ambiente. Percepire la sua maestosità, la sua grazia, il suo istinto, la sua autorità; avvertire i suoi occhi su di me e sentirmi fottuta.
Una caduta accidentale la porterà a decidere che è giunto il momento di andare in Africa, ma non ci vuole molto per realizzare che non è così semplice. Ha bisogno di soldi e non vuole chiederli a nessuno, così va a pensare nel suo posto speciale... un cimitero. Lì, il destino, comincia a tessere la sua tela.
Ambra si troverà tra due fuochi: Cristiano Riva da un lato, Niccolò Aragona dall’altro. Permettetemi di dire che nessuno dei due può essere considerato “normale”.
Il primo, sicuramente affascinante, è un medico e in lui convivono due personalità distinte che Ambra avrà modo di conoscere da subito, o almeno così sarete indotti a pensare per quasi tutta la storia.
Non sarò io a ferirti. Se in futuro qualcuno lo facesse, ricordati solo che la proposta del Dott. Riva è sempre valida. Devi solo fare il tuo prezzo.
L’altro è l’artista di quadri decisamente particolari, che raffigurano demoni, vampiri e ninfe.
Il Signor Aragona m’inquietava, ma m’incuriosiva, come tutte le cose un po’ sordide.
Si era tenuta sempre alla larga da lui finché, a seguito di una serie di eventi, non si troverà a lavorare proprio per lui e non come modella: dovrà badare al figlio della sua compagna, deceduta. Da qui inizia tutto. Ambra scoprirà cose di lui e di se stessa che non avrebbe mai immaginato.
Uno scorcio su di un uomo fuori dalla mia portata, che seduceva e spaventava. Che era un enigma, di un’amara perversa dolcezza. Che in definitiva era solo. Come Samuele. Come me.
“Ambra”, così com’è successo con gli altri testi di Anna Chillon, mi ha fatto rimbalzare in testa mille domande. L’autrice non ha paura di raccontare storie scomode. I suoi testi, sono rivolti sicuramente a un pubblico consapevole, ma soprattutto a un pubblico dalla mentalità aperta, che non stia lì col dito puntato a giudicare i suoi personaggi. Il suo più grande messaggio, dal mio punto di vista, è proprio questo: leggi, assapora le informazioni senza giudizio, comprendi cosa davvero spinge qualcuno a fare le sue scelte; solo chi prende una certa strada può davvero sapere perché sia giusta. Chi siamo noi per giudicare gli altri?
Ambra si sobbarca di domande e la sua confusione si percepisce, è tangibile, la puoi toccare con mano come se si materializzasse. Lei stessa si era fatta un’idea ben precisa sull’artista, il Mannaro:
Una persona che tratta le donne come oggetti di sua proprietà.
Lui è un Dominatore, lei crede di sapere cosa significhi. I racconti di Giada avevano sporcato l’immagine si era fatta di lui, anche se lei era convinta di aver visto altro.
Quando lo trova con gli aghi nel braccio, scoprirà molto di Niccolò e comincerà ad aprire la sua mente. Lei ha la fobia degli aghi, quello che succede dopo scatenerà una serie di eventi e prese di coscienza che Ambra stessa faticherà a realizzare.
Dolore, paura, non era sua intenzione negare nessuno dei due, facevano parte del gioco, compresi. Il suo talento era quello di saperli gestire e trasmutarli in qualcosa di intimo, stimolante e in quel caso inappropriato, ma anche l’unico modo per aiutarmi a superare la mia fobia.
La consensualità è un principio molto saldo nel romanzo, la ritroverete spesso, tenetela sempre a mente.
Il capitolo che narra questa scena dà una vera impennata alla storia, spiega molto più di quanto ci sia scritto davvero, perciò leggetela con attenzione.
Ti prometto che lo supereremo insieme.
La promessa di superare insieme è un balsamo per Ambra, che non ha mai provato davvero cosa significhi affidarsi completamente a qualcuno, qualcuno che non l’avrebbe mai lasciata davvero sola.
Il padre non voleva nascesse, colui che si è preso cura di lei è un “non padre”, mentre la madre non c’è più.
Il personaggio di Aragona affascina già dal primo volume: mistero, charme e la sua aura dominante, sono subito percepibili ma, già nel primo volume si era dimostrato estremamente leale, intelligente, capace di scoprire di cosa davvero avevano bisogno le persone, Giada per prima, quando la accoglie nel suo studio.
Tanto di cappello all’autrice, che pur narrando la storia dal solo POV di Ambra, riesce a rendere chiare le sfumature caratteriali anche di tutti gli altri personaggi.
Già in “Giada” ci si rende conto quanto i personaggi creati dalla Chillon siano estremamente complessi, tutti; meritano attenzione e pazienza.
Talvolta la coscienza era una brutta bestia, tanti fortunati ne erano sprovvisti, io invece ne avevo una piuttosto infame: non mi impediva di fare cavolate, ma mi imponeva di denunciarle
Dovrete essere acuti nella lettura, so che avrete fretta di mangiare le pagine, invece prendetevi il giusto tempo di metabolizzare le informazioni.
Non troverete una storia facile, a meno che non lo vorrete e ricordatevi sempre nel corso della lettura che giudicare è facile, comprendere è difficile. Chiedetevi come volete approcciarvi a questo testo. Leggendo la recensione sarete avvantaggiati in questo. Se opterete per il "facile" vi perderete molto, probabilmente tutto, lo chiuderete amareggiati, forse senza neanche arrivare alla fine, crederete di avere davanti un’accozzaglia di perversione, solo questo sarà quello che vedrete. Se sceglierete la strada difficile, scoprirete davvero cosa significa guardare oltre, comprenderete molto dei “lati oscuri” di certe relazioni; non vuol dire che li condividerete, badate bene, non è questo lo scopo, non vi si chiede di operare alla stessa maniera dei personaggi, ma imparerete a non giudicare, e questo, credetemi, aprirà la mente come poche altre cose saranno in grado di fare.


Scrivi il primo commento!
Posta un commento