IBI EGO (D. P. CUMBERBARCH)

il
12 maggio 2020
Bentrovati lettori! Ho divorato e amato il primo volume della serie “Lie detectors” e, visto il finale, secondo voi avrei mai potuto non leggere il secondo? Non scherziamo, ovvio che l’ho letto! “Ibi ego” non è solo il titolo del secondo volume, ma anche e soprattutto la seconda parte della formula matrimoniale latina «Ubi tu ibi ego», testualmente «Dovunque tu sia io lì sarò». Adoro che questa autrice non lasci mai nulla al caso, titolo compreso. Pronti per questo nuovo viaggio nelle emozioni? Allora seguitemi!

IBI EGO. SEI IL MIO EVENTO SINCRONO
DEBORAH P. CUMBERBARCH
Data pubblicazione: 20.03.2020 Editore: Self Publishing Serie: Serie Lie Detectors (#2) Finale: conclusivo Genere: romance
Trama: Abitudine, stabilità, nessuna sorpresa. Nessun pericolo. Tutta la mia vita si è adattata a una routine inattaccabile che mi fa sentire sicura, sin da quando ho lasciato Londra. Vivo di scadenze imposte, di attimi rubati e secondi concessi. Vivo delle emozioni che si mostrano in rintocchi cadenzati ben precisi, i quali mi permettono di interpretare il linguaggio silenzioso, la mia unica costante. Almeno fino a quando i suoi maledetti occhi non trafiggono di nuovo i miei. E il tempo smette di scorrere. Stephen Holland mi ha trovata persino in questo piccolo e celato angolo di mondo, e adesso implora il mio aiuto. Sta cercando i miei occhi, proprio come un tempo. Ma accettare significherebbe tornare dove tutto è cominciato e non posso rischiare di cadere di nuova in quella sincronia che mi ha imprigionata già una volta. Non posso divenire di nuovo schiava di quegli occhi policromatici che un tempo rappresentavano la mia salvezza. Oggi la mia condanna. Mi ero detto che mi sarebbe bastato un solo istante per guardarla negli occhi e riprendere fiato, poi l’avrei lasciata andare di nuovo. Mi sbagliavo. Mi sono sempre sbagliato su tutto da quando Megara De Medici è entrata in collisione col mio mondo, diventando l’emozione in grado di fermare il tempo. La mia unica emozione. Non avrei dovuto seguirla fino a questo paesino troppo piccolo per esistere e, di sicuro, non avrei dovuto invadere il suo spazio personale. Ma non ho avuto altra scelta, non quando i fantasmi corrotti di un passato sfocato e senza colori che speravo di aver tumulato stanno strepitando per irrompere nel presente. Ciò che conta è che resti dove possa vederla. Così che io riesca a capire come combattere per lei. Ti salverò, Megara. Ti ho trovata. Ti vedo. Ti ho sempre vista.
La storia riparte due anni dopo l’evento che ha portato Megara a lasciare tutto ciò che amava: Stephen, Londra, il suo lavoro, i suoi amici.
Trasferitasi in un paesino da cartolina nell’Irlanda occidentale, la nostra protagonista ricomincia tutto da capo, lavoro compreso: ora insegna in una piccola università, un lavoro che la appassiona, ma che non era (e non è) il suo sogno.
Nella sua vita è scadenzato: niente scossoni, niente imprevisti, niente casi da risolvere; solo controllo, routine, sicurezza, finché durante una lezione, una mano si alza in fondo all’aula accompagnata da una voce che chiede il permesso di intervenire:
Mi paralizzo. Mi blocco sul posto come se qualcuno mi avesse appena stretto il cuore in una morsa glaciale e mortale, impedendomi di fare qualunque tipo di movimento concesso a un essere umano. Tutto smette di muoversi, tutto smette di esistere. Tutto semplicemente cessa. Quella voce… Io conosco quella voce. Io amavo quella voce.
Stephen l’ha raggiunta  ed è lì per chiederle di risolvere un caso che lo tormenta da tempo ed è convinto che solo lei e il suo modo di farsi guidare dalle emozioni potranno svelare l’arcano. Che succederà sta a voi scoprirlo, non mi permetterei mai di dirvi di più, vi rovinerei la lettura, però nelle prossime righe vi dico la mia.
Per scrivere questa recensione ho dovuto prendermi del tempo per organizzare i pensieri ed elaborare tutte le pagine di questo secondo capolavoro. Se pensavate di aver avuto un colpo di scena alla fine del primo libro, credetemi, quello non era che l’antipasto. In questo volume viene sganciata una bomba dalle proporzioni cosmiche, tessuta con l’abilità indiscutibile dell’autrice, che ci guida nella “caccia alle risposte” passo passo, facendoci sentire fisicamente accanto a Megara, davanti a quella lavagna con gli occhi che bruciano, scervellandoci nel tentativo di risolvere quel caso che neanche il grande Stephen Holland è riuscito a risolvere e facendoci al contempo un grande regalo: il pov di Stephen.
So già che non dovrei rispondere al suo richiamo, so che dovrei sottrarmi al suo potere, ai suoi occhi, alla sua richiesta. Eppure so anche che non potrei mai allontanarmi da lei, nemmeno se ne andasse della mia stessa vita.
La scelta di alternare i protagonisti nella narrazione non era affatto scontata, eppure secondo il mio parere era necessaria in questa seconda parte della storia; senza la visuale di Stephen sarebbe stato impossibile riscattarlo e non dargli del pazzo (termine fin troppo gentile scelto per non essere scurrile) e non avremmo potuto vivere le sue emozioni, espresse con una potenza disarmante. Vi assicuro che sentirete il dolore e l’umiliazione come se fossero le vostre, tutto vi sarà chiaro, a tempo debito e in una modalità del tutto inaspettata e insospettabile.
Il mondo farà di tutto per distruggerti se ti ostini a concederti a esso. Più dai e più verrà richiesto. Ma poi sono stata spezzata e allora non ho più avuto paura. Non ne ho più da tanto tempo.
L’autrice non si smentisce in quanto a ricchezza nelle descrizioni e nei dettagli, non ci sono difficoltà nell’immaginare luoghi e situazioni. L’unico appunto che posso fare è che, avendo ampliamente approfondito nel primo volume i gesti e i muscoli interessati dalla cinesica, avrei alleggerito di più questi aspetti, pulendo ed evitando ripetizioni che data la mole di pagine, rischia di stancare un po' il lettore e rallentare i dialoghi spesso interrotti da lunghi intercalati.
Questo posto ti dà l’impressione di poter cogliere qualunque cosa: melodie mai suonate, desideri mai espressi, ricordi dimenticati e parole mai dette, in un’unica sinfonia suonata solo per te, lontano da emozioni ed espressioni facciali, in un luogo dove non esistono verità o menzogne, ci sono solo io e quello che mi sembra il confine del mondo, le mi colonne d’Ercole.
Ho apprezzato la coerenza dei personaggi e sono contenta che anche in questo volume i secondari non siano stati trascurati, perché orchestrati in modo da colorare la storia di sfumature più leggere, permettendo al lettore di riprendere fiato e respirare regolarmente.
Ho notato una grande crescita della protagonista soprattutto in termini di forza e determinazione e ho apprezzato che l’autrice sia riuscita a sottolineare che ascoltare e seguire il proprio cuore non è sintomo di debolezza, ma di forza. Lo ha fatto tramite Stephen, smontandone completamente l’immagine che aveva costruito, si infrange come uno specchio davanti agli occhi del lettore, eppure conserva la sua coerenza, non era certo un’impresa semplice.
Volevo qualcosa di migliore per lei, qualcosa che non prevedesse me, ma non posso. Ha colpito ogni mio singolo punto debole, ha raso al suolo ogni mia barriera, ogni resistenza. È una dea che si è schierata da sola contro l’esercito che ho preparato per anni per assicurarmi di tenere le persone distanti, ma è caduto interamente sotto la sua egida.
Non è una storia anime troppo sensibili alla violenza. Non è una lettura da prendere alla leggera e se non siete in uno stato emotivo stabile, aspettate tempi migliori per leggerlo, ma leggetelo se avete bisogno di qualcosa che vi rimescoli l’anima, non ve ne pentirete.
Perché il dolore non chiede permesso, corrode e basta, annidandosi in ogni anfratto dell’anima.
Faccio i miei complimenti a questa giovane autrice, la passione per la scrittura e per la psicologia permea ogni pagina, spero di leggere altro di suo il prima possibile – ho giustappunto visto un paranormal che porta la sua firma…
Ho fatto davvero fatica a selezionare le citazioni da inserire in questo post, poiché sono moltissimi i passaggi che ho sottolineato, spero di aver scelto quelli giusti per darvi l’input giusto per iniziare la lettura.
Per problemi di spazio non ho molti cartacei, leggo prevalentemente e-book prendendo poi in cartaceo solo quelle letture che mi scatenano il bisogno di stringere in mano il libro, sentirne l’odore e nutrirmi delle pagine. Questa dilogia è una di quelle.
Alcune emozioni uccidono più di altre, ci prendono a morsi fino a lasciare solo l’anima. Ed è allora che ci permettono di brillare, solo quando hanno eliminato quello che ci fa male.

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