[REVIEW PARTY] NOI NON SIAMO SABBIA (T. LIA)

il
2 marzo 2020
Cari lettori, come scoprirete domani, leggendo la prima parte dell’intervista che Tiziana Lia mi ha concesso, per terminare il suo nuovo romanzo sono rimasta sveglia fino alle 5:20 del mattino. Qualche ora dopo ho sentito la necessità di contattarla in privato per farle sapere quello che pensavo di “Noi non siamo sabbia”. Mi sono chiesta a lungo se fosse o meno il caso di trasformare quel messaggio – che in realtà è una sorta di confidenza – in una recensione. Per una questione di amor proprio, alcune parti ho voluto lasciarle chiuse e ben custodite dentro la finestra della nostra chat. Altre, invece, le leggerete nelle righe successive.

NOI NON SIAMO SABBIA
TIZIANA LIA
Data pubblicazione: 03.03.2020 Editore: Self Publishing Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: narrativa contemporanea/young adult
Trama: Strappato alla propria città, Marco non desidera affatto vivere a San Polo, un luogo che gli ha già tolto molto. Nonostante la rabbia per la propria storia e la ribellione che gli alberga nell’animo, tenta di ambientarsi. Leo e Filippo, gli amici di un tempo, sono sempre lì ad attenderlo. Eppure il desiderio di scappare diventa ogni giorno più grande, complice il rapporto conflittuale che ha con suo padre. A vent’anni tutto appare semplice e quando la fuga diventa un tarlo, anche la sua relazione con la provocante Melania perde valore, né servono gli ammonimenti di Chiara, l’unica che fa vibrare le corde più nascoste del suo animo. Un amico cui fare giustizia, conflitti interiori e un passato che bussa di nuovo alla porta con le stesse ammalianti promesse: nel caos quotidiano sta a lui decidere o forse al suo cuore che palpita per quell’amore nascosto, prezioso, dolce e prepotente che lo stordisce. Ma le scelte a volte hanno conseguenze che bisogna pagare e Marco, determinato a prendere in mano il proprio futuro, lancerà il suo grido di guerriero per dimostrare a tutti quanto vale. La riconquista di un cuore tradito, però, non è sempre facile…
Come vi anticipavo, questa recensione sarà diversa dalle solite. Ho pensato, infatti, che nessun giudizio potrebbe mai tornarvi più utile della “letterina” con la quale tentavo di spiegare a Tiziana per quale ragione avessi amato tanto il suo romanzo.
E quella letterina inizia più o meno così:
“Cara Tiziana, ho aspettato un po’ a scriverti perché volevo trovare le parole giuste. Che avrei letto una storia scritta in modo egregio lo sapevo già. Anzi, ne ero proprio certa e devo ammettere di essere stata lungimirante come poche volte in vita mia. Sai, ho 25 anni ed è ovvio – visto che facciamo parte della stessa generazione – che riesca quantomeno a comprendere i disagi di Marco e dei suoi amici. Ciò che non era scontato, però, è che ti capitasse di inviare il tuo romanzo in anteprima proprio a un ‘granello di sabbia’ come Marco, Chiara, Melania, Giacomo e tanti altri”.
Più di una volta ho sentito il nonno Eugenio ripetere la solita “ai miei tempi”, come se il passato avesse originato persone con una volontà ferrea mentre oggigiorno i giovani fossero come sabbia portata via dal vento, spostata da una parte e dall’altra, senza meta, senza fermarsi mai a mettere in piedi qualcosa.
La lettera, poi, continuava così:
“Per anni mi sono sentita come la manciata di sabbia che rimane sul fondo della borsa da mare. Hai presente cosa fa la gente quando la vede? Scocciata, apre la finestra e “sgrulla” la borsa. Non lo coglie il suo potenziale. Mica ci pensa che, se chiusa in un’ampolla, quella sabbia diventa un ricordo dell’estate da tenere sulla scrivania, un piccolo souvenir dalla carica evocativa enorme, che dal granello minuscolo ti riporta alla mente l’infinità del mare”.
È una situazione che accomuna tutti. Forse in questo modo la gente smetterà di considerare noi ragazzi delle sanguisughe, nullafacenti disposti soltanto a vivere da parassiti.
“Tiziana, io ti devo ringraziare. Dedicare un romanzo alla storia di Marco, da parte tua, è stato un gesto di enorme empatia e bontà d’animo. Credo che chi leggerà questa storia non riuscirà più a “sgrullarci” via a cuor leggero dalle sue borse. So che al mondo ai più deboli – a tutti i granelli di sabbia - vengono riservate le retrovie e che da lì, poi, finiamo dritti nel dimenticatoio. Ma, come te, a quest’idea non mi rassegno”.
Si alza, scrollandosi la terra dai pantaloni. Io faccio altrettanto. «C’è sempre un motivo per guardare al futuro. Il bicchiere non è mai solo mezzo vuoto» mi suggerisce.
A Tiziana avevo scritto anche che in questa recensione mi sarei soffermata sugli aspetti più “tecnici”. Ma sapete una cosa? Non lo farò. E il perché è semplice: per una volta, vorrei invitarvi a non concentrarvi sulla forma, ma sul contenuto.
Badate bene: questo non significa che “Noi non siamo sabbia” noi sia scritto in maniera superba. Chi di voi ha già letto i romanzi di Tiziana Lia lo sa: tutto – dal linguaggio alla caratterizzazione dei personaggi – è degno di nota. L’autrice ha la straordinaria capacità di convincere sempre e costantemente il lettore, di fargli credere che a narrare la vicenda – e magari anche a scriverla – sia proprio Marco. Non riuscirete mai a smettere di sorprendervi di come la storia venga rappresentata in modo così credibile.
Come dicevo, però, non vorrei soffermarmi sulla forma. E in verità neanche sul genere. Sì, perché in merito si parlerà già molto. Tiziana finora ci ha deliziati con i suoi romance, ma questo romanzo va al di là del romance. E – non me ne vogliate – lasciate che vi dica una cosa: menomale!
Viva il coraggio di chi abbandona la comfort zone per mettersi alla prova in contesti nuovi. E, soprattutto, viva l’audacia di chi sceglie di scrivere storie – come quella di tutti i Marco del mondo – che devono essere raccontate.

 [Copia ARC digitale ricevuta dall'autrice]
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