BRAVA BAMBINA (A. VECCHI)

il
11 marzo 2020

Buongiorno amici del blog! Oggi, grazie a Hope Edizioni, vi parlerò con grande gioia del romanzo d’esordio di Alessia Vecchi, “Brava bambina”. Un libro potente e agghiacciante, adatto a lettori forti e coraggiosi perché il tema trattato è davvero importante, da non prendere sotto gamba e bisogna esserne consapevoli per addentrarsi nella lettura.

BRAVA BAMBINA
ALESSIA VECCHI
Data pubblicazione: 04.02.2020 Editore: Hope Edizioni Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: narrativa contemporanea
Trama: Sara suona come un angelo e ne ha l’aspetto. Ha incontrato un nuovo amore, Gabriele, che la fa sentire bene, la sua carriera adesso ha un futuro e può contare sull’affetto della sorella e dell’amata nipotina. Una vita apparentemente perfetta, ma dentro Sara è fatta di fragile cristallo che rischia di rompersi a ogni respiro a causa di un passato mai affrontato. I segreti che si porta dentro la stanno distruggendo, facendola tornare di nuovo dietro quella porta, nel buio. Questa è una storia di amore e coraggio, la storia di una donna che deve riscrivere la melodia della sua vita per poter ricominciare a vivere. Solo se troverà la forza di smettere di essere la "brava bambina" che gli altri si aspettano, riuscirà a riscoprire se stessa e a impedire che tutto si ripeta.
Sara è una pianista brillante, una bambina prodigio. Ha una sorella minore, Denise, madre di una bambina, Anna, che le somiglia moltissimo fisicamente e per talento musicale. Sara e Denise non hanno un rapporto idilliaco con i loro genitori ma è Sara che ne soffre di più pur se all’apparenza, non sembrerebbe. Sara ha un segreto che si tiene dentro da anni, un segreto inimmaginabile per tutti che l’ha segnata e la segna ancora nel suo animo. La sua vita sentimentale e intima ha dunque risentito a causa di questo trauma ma dopo aver incontrato Gabriele, uno studente di psicologia molto empatico e realmente affascinato da lei, forse Sara potrebbe sciogliersi davvero.
A volte, per comprendere davvero l’errore, non si può far altro che attraversare l’orrore. Se insieme a qualcuno, ancora meglio.
L’autrice ha scelto un tema scottante per inserirsi nel mondo letterario: abusi e sofferenza, violenza fisica e psicologica inflitta a una bambina/ragazzina/donna da chi avrebbe dovuto volerle solo bene e invece, sotto la cappa di un  falso amore, le ha fatto solo del male.
Nel romanzo la storia è di Sara, ma potrebbe essere quella di tante altre vittime che purtroppo hanno subito lo stesso iter. La storia è triste, sofferente, ingombrante  ma colpisce al cuore proprio per questo.
La narrazione è a due punti di vista, quello di Sara – vittima e bisognosa di vero amore – e quello di Gabriele – il ragazzo che vuole amarla e aiutarla.
Gabriele è uno studente di psicologia, suo padre è uno psicologo e per questo si può dire che il ragazzo è destinato sia alla professione, sia a Sara stessa. che di aiuto psicologico ha un bisogno viscerale e che non ha mai avuto e voluto. Ciononostante lui non intende psicanalizzare la ragazza, ma solo di amarla così com’è. Nel romanzo non si ha mai la pretesa, infatti, di curare realmente nessuno ma solo di cogliere, grazie al supporto e all’empatia, i dettagli infimi, sintomi di una vittima di abusi.
Nel libro si ripercorre lo sviluppo della storia d’amore tra Sara e Gabriele dal primo incontro al culmine in cui la ragazza esplode e finalmente si confida col ragazzo sul suo trauma, intervallato regolarmente dai ricordi della Sara che cresceva e subiva violenza, il tutto come se fosse un racconto a ritroso che lo stesso Gabriele poi, dopo lo sfogo della ragazza, descrive al padre, in qualità di psicologo professionista.  
Le relazioni familiari dei due ragazzi sono proprio agli antipodi e proprio per questo, grazie ai confronti inconsapevoli che i protagonisti danno ai lettori, si evidenziano le sostanziali differenze tra l’uno e l’altro nucleo.
Lo stile è semplice ma non superficiale, empatico come il suo protagonista maschile. Il libro è pieno zeppo di dettagli, che descrivono il malessere di Sara e ciò porta chi legge, pur se con sofferenza, a voler continuare la lettura per il bisogno viscerale di conoscere la verità. Sara e Gabriele s’innamorano in fretta e con facilità, hanno entrambi trappole emotive con cui fare i conti: tutte le loro emozioni sono espresse in tutte le sfumature, positive e negative, per cui si ha il quadro completo dei loro caratteri. La quota ambientale conta poco rispetto alla gravità della storia, quindi il luogo dove tutto si svolge, potrebbe essere ovunque e non è un difetto. È il senso che certe cose non conoscono luoghi predefiniti.
Il libro non è un trattato di psicologia, non si perde il senso e la forma narratologica rosa, ma la componente psicologica forte nella trattazione di un argomento così grande e infido. L’autrice è stata brava ad amalgamare il racconto fine a sé stesso e la parte psicologica della vittima, del carnefice e di chi vuole dare aiuto e giustizia alla vittima.
Il finale è l’unico immaginabile a mio parere perché la verità celata degli indizi si esprime in tutto e per tutto e, allo stesso tempo, Sara accetta la sua condizione per amore di sé stessa e per salvare un’altra “brava bambina”.
Il romanzo è bellissimo nella sua potenza descrittiva ed emotiva. Lo consiglio a tutti però siate consapevoli di essere di umore giusto quando lo leggete perché davvero è un colpo al cuore. La Vecchi è stata bravissima e mi piacerebbe davvero poter leggere altro di suo. È stata una bella scoperta letteraria per me e il voto massimo è ciò che merita.

 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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