LA SIGNORA DEI GELSOMINI (C. BOMANN)

il
20 febbraio 2020
Buongiorno, eccomi nuovamente qui per parlare del libro di Corina Bomann intitolato “La signora dei gelsomini”, uscito per Giunti nel 2016.
Ho già letto e recensito libri di questa autrice e, devo dire, sono sempre all’altezza della sua fama . Ogni volta che mi appresto ad iniziare un suo libro inizio un viaggio che è una scoperta autentica.
Quando si legge la Bomann, non sai mai dove la fantasia condurrà il lettore, ma questa è anche la grande capacità narrativa dell’autrice.

LA SIGNORA DEI GELSOMINI
CORINA BOMANN
Data pubblicazione: 22.06.2016 Editore: Giunti Titolo Originale: Die Jasminschweestern Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Il sogno d'amore di Melanie sta finalmente per realizzarsi: presto sposerà Robert, l'uomo che ama da sempre. Ma il destino sembra aver deciso diversamente: Robert rimane vittima di un terribile incidente e cade in coma. Devastata dal dolore, Melanie mette da parte la sua carriera di fotografa per rifugiarsi nella villa di campagna della bisnonna Hannah. A 96 anni, Hannah sa bene quali terribili prove può riservare l'esistenza, e decide di raccontare alla nipote la sua storia, accompagnando Melanie in un viaggio avventuroso e affascinante: dall'infanzia nell'esotica Saigon, dove Hannah fu separata dall'amata sorella adottiva, alla giovinezza nella Berlino degli anni Venti, dove vivrà un amore grande e impossibile, per poi cercare un nuovo inizio a Parigi come disegnatrice di cappelli. Una vita piena e drammatica, costellata di perdite ma anche di doni inaspettati: perché il segreto di Hannah è aver avuto la forza di non arrendersi mai. Riuscirà Melanie a trovare il coraggio di seguire le orme della nonna? È possibile ricominciare a lottare, quando la vita sembra averti strappato tutto quello che ami?
Il prologo vede come protagonista Melanie, una giovane fotografa in procinto di sposarsi con Robert, l’amore della sua vita. Tutto sembra andare bene, ma prima del grande giorno, il promesso sposo è vittima di un incidente che lo porta in un letto di ospedale, in stato di coma.
Distrutta Melanie decide di trascorrere qualche giorno nella villa della bisnonna, alle porte di Berlino, dove  si immergerà nella travagliata storia della sua anziana parente.
Come ti dicevo,  per raccontare una storia bisogna che arrivi il momento giusto. Nei mesi scorsi sono stata in pensiero per te. Non sapevo se ce l’avresti fatta ad affrontare questa situazione e come ne saresti uscita.
La discendenza di Melanie è piuttosto varia: la madre è tedesca, una nonna è francese e la bisnonna, quasi centenaria, è di origine indocinese.
Quattro generazioni di donne la cui capostipite con le scelte a volte avventate, a volte inconsapevoli segnerà drasticamente le generazioni future. La donna ancora lucidissima, nonostante la veneranda età, racconta alla nipote la sua infanzia a Saigon, il suo arrivo ad Amburgo e via via tutta la sua vita segnata indelebilmente da grandissime soddisfazioni ma anche da eventi tragici e dolorosi.
È stata una donna forte che ha saputo trarre il bene dalle situazioni, godendosi i grandi successi lavorativi che la vita le ha offerto e accettando con rassegnazione le perdite subite.
Melanie così verrà a conoscenza di eventi taciuti dalla donna per quasi ottanta anni.
Io invece gli parlavo di Saigon e, nominando il Mekong, il quartiere francese e i campi di riso, avvertii d’un tratto una nuova sicurezza. […] Non avevo più famiglia, almeno non qui, e magari con la mia fuga l’avevo persa per sempre.
È un romanzo meraviglioso, in cui l’autrice ha saputo coniugare in modo splendido il vissuto di questa donna con la moda e la morale del suo tempo, in Indocina prima – dove la cultura locale si scostava completamente dai coloni francesi – e in un secondo momento, invece, dalla cultura tedesca e dal crescente odio razziale nei confronti del “diverso”.
È un romanzo scritto benissimo, la cui storia è intervallata sapientemente da momenti di svago e preoccupazione per Robert. Una lettura che costringe il lettore a rimanere incollato alle pagine fino all’epilogo in cui tutta la storia verrà finalmente alla luce.
La vera protagonista a mio parere è l’arzilla Hanna, mentre tutte le altre figure suonano quasi insignificanti nel quadro generale di un racconto che copre un arco temporale di cinquanta anni.
Melanie appoggiò la penna sulla scrivania. Qualche lacrima era caduta sul foglio scolorendo un po' l’inchiostro. Anche se il dolore era così forte, il ricordo di quei momenti felici l’aveva fatta sorridere.
Senza dubbio quella di Corina Bomann è una penna notevole e ogni volta resto piacevolmente sorpresa dalla fantasia e dalla creatività che caratterizza quest’autrice capace di cogliere positivamente il lettore. Lo consiglio assolutamente a chi ama le biografie, i racconti storici e anche a chi ha la consapevolezza che il lieto fine lo costruisce e lo accetta chi lo vive.
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