[RECENSIONE DOPPIA] L'ULTIMO BACIO (B. MARCONERO)

il
21 novembre 2019
Buongiorno Pieces! Oggi recensione doppia dedicata a “L’ultimo bacio”, il secondo ATTESISSIMO volume della dilogia dedicata ad Alex e Alice della serie Tabloid.
Una storia, la loro, quella scritta dall’autrice reggiana che ha emozionato già nel primo volume e che in questo secondo capitolo trova la sua conclusione? Scontata? No di certo.
Noi (Tina e Lori) abbiamo letto anche questa seconda parte della storia in anteprima e tra un attimo ve ne parliamo, ma prima un’avvertenza è d’obbligo: in genere è bello, mentre si legge, stringere tra le mani una bella tazza fumante di tè, tisana, cioccolata… Ecco, dimenticate tutto ciò. Meglio una caraffa di Maalox o di Gaviscon e una buona custodia per il vostro e-reader.
Pronte? Andiamo…

L'ULTIMO BACIO
BIANCA MARCONERO
Data pubblicazione: 15/11/2019 Editore: Self Publishing Serie: Serie Tabloid Builiding (#3) Finale: Conclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Alex e Alice non lavorano più insieme. Dopo l’ultimo licenziamento, le loro strade si sono divise.
Sono trascorsi nove mesi e Alice tenta di tenere insieme i pezzi della sua vita, si barcamena tra mille lavori e cerca di andare avanti. Ma pensa ancora ad Alessandro.
Sono trascorsi nove mesi e Alessandro ha preso le redini del progetto internazionale del Gruppo Francalanza Visconti, dirige la nuova sede di Parigi e ha una relazione stabile con Carlotta, una ricca ereditiera indicata da tutti come la sua compagna ideale. Ma pensa sempre ad Alice.
Sono trascorsi nove mesi e tutto è pronto per il matrimonio di Emilia e Fosco, la location è stata scelta, gli inviti mandati e la chiesa addobbata.
Sono trascorsi nove mesi e per Alex e Alice, entrambi testimoni degli sposi, è venuto il momento di rivedersi.
Nella cornice da sogno di un antico monastero sul lago di Como, tra balli mancati e un duello di sguardi, si delinea un accordo imprevisto: scambiarsi un ultimo bacio e poi ognuno andrà per la sua strada.
Ma un bacio tra due persone che si vogliono ancora, nonostante proclamino di non volersi affatto, non potrà mai essere l’ultimo.
Soprattutto se il destino trama e li porta a lavorare per l’ennesima volta uno accanto all’altra nella città più romantica del mondo.
Ma è davvero possibile capirsi, quando il passato minaccia di tornare? E come si può trovare il perdono quando emerge un segreto in grado di separarli per sempre?
Tra una salita sulla butte di Montmartre una passeggiata ai giardini del Lussenburgo, tra serate all’Opéra Garnier e shopping sulla rive gauche, Alex e Alice avranno la loro occasione per scoprire il vero significato dell’ultimo bacio.
Ho iniziato a leggere “L’ultimo bacio” a cuor leggero perché ingenuamente ho pensato: “Ok è la seconda parte e succederà sicuramente qualcosa che mi farà sbarellare, dato che Bianca è la regina del #maiunagioia, ma è l’epilogo di Alex e Alice, il lieto fine è assicurato. No?”
Ripensandoci e conoscendo un minimo la scrittura di Bianca, la risposta non era poi così scontata.
Sono qui in adorazione di una stronza che aspetta solo di vedermi sparire.
Dopo pochi capitoli ho fatto la prima pausa, poi un’altra. Arrivata al 75% sono stata vittima di un attacco di tachicardia galoppante e mal di stomaco.
Dopo tutti gli scongiuri perché non fosse un infarto, e dopo varie ore di attesa per riprendermi, sono riuscita ad arrivare alla fine con il cuore un po’ più sereno ma comunque provato.
Non sto neanche a specificare quante lacrime ho versato, ve ne accorgerete voi stessi, cari lettori.
Con le parole non sono mai riuscito a dirle nulla; ci intralciano, ci allontanano. Ma non c’è niente di più vero di me che la bacio. Prendo la sua testa tra le mani, cerco le sue labbra, la sento aggrapparsi ai miei polsi, lottare e sottrarsi.
Un’altra lettura sconvolgente, un altro romanzo che si è guadagnato un posto nel mio cuore, ormai traumatizzato; una lettura indimenticabile che mi ha lasciato un vuoto dentro.
La fiducia è uno dei punti cardinali e di questo libro.
Se nel primo libro era Alex a essere spaventato dal sentimento nei confronti di Alice,  stavolta è lei a sentirsi frenata, a non fidarsi, e in fondo come darle torto dopo tutto quello che lui le ha combinato negli anni passati?
Forte, nonostante tutto. Nonostante me. Io sono responsabile di ciò che le è capitato. È inutile girarci intorno. Sono stato io a licenziarla. L’ho fatto quando ho capito che mi piaceva troppo, che lei poteva farmi male. Che io potevo farmi male. Ci ho pensato parecchio e ora so cosa è successo l’autunno scorso: io ho avuto paura. Mi ha preso un terrore fottuto di non sapere stare senza di lei, ho sbagliato tutto e l’ho persa.
Però bisogna ammetterlo, in diversi punti Alex è davvero un cucciolone innamorato ed è difficile non cedergli.
Non è più il playboy di “Le nostre prime sette volte”, non gli basta più una qualsiasi, l’unica possibile è Alice.
La cornice di Parigi è quel tocco in più che rende la trama ancora più magica e indimenticabile. È il primo libro in assoluto ambientato nella capitale francese a non avermi deluso.
Lo stile di Bianca come al solito è qualcosa di assurdo per quanto è bello, ti tiene incollata alle pagine come poche altre autrici riescono a fare.
Il suo modo di raccontare i fatti, di creare analogie, tensioni, riappacificazioni, la passione che sa raccontare: tutto questo in un modo unico e inimitabile.
C’è troppo passato nei suoi occhi. Troppi ricordi tutti insieme. È come vedere il mio tempo contratto in un bagliore d’argento. Ha ragione: sto davvero cadendo.
La voglia di continuare a leggere nonostante l’angoscia, nonostante la sofferenza.
Perché è impossibile non identificarsi, impossibile non entrare nei panni dei protagonisti. Chiaramente anche la voglia di prendere libero e lanciarlo contro a un muro è un passo inevitabile.
Bianca ha la capacità di farti entrare in ogni singola parola, di ogni singola frase, di ogni singolo paragrafo e ci entri veramente, con tutto te stessa.
Non capisco più come si possa stare così bene, facendosi male e neppure chi dei due sia ingiusto o crudele. Ma questo bacio ci azzera.
Mi soffermo poco sulla trama perché la storia va vissuta e non si può raccontare in poche righe, ma le emozioni che mi ha trasmesso questo romanzo mi rimarranno dentro per un sacco di tempo.
 



A distanza di trenta giorni la signora dell’angst italiano è tornata per emozionarci con il capitolo conclusivo della dilogia dedicata ad Alex e Alice, iniziata con “Le nostre prime sette volte”.
Una storia al cardiopalma che tra le pagine di questo romanzo ci regala una nuova ondata di emozioni… e gastrite.
Ve lo dico, qui serve l’ossigeno per “risolvere” il problema dell’iperventilazione e per aiutare il cuore che anche questa volta avrà a che fare con un discreto numero di giri sulle montagne russe, quelle super adrenaliniche con giri della morte e cadute in picchiata su pendenze tanto verticali da sembrare poste al contrario. Non so se mi spiego…
Comunque della trama qui si può dire davvero poco perché Alice e Alex vanno letti, vissuti, scoperti, e perché trattandosi di un sequel cadere nello spoiler sarebbe facile.
Da vicino le bugie non reggono. Il respiro di Alice mi ricorda quanto ho desiderato sentirmelo sulla pelle. Questa è una distanza che non perdona. Mi torna in mente com'era non toccarla mia e sentirmela comunque addosso.
In questa parte della storia, ambientata nove mesi dopo il finale di “Le nostre prime sette volte”, la parola chiave, l’elemento imprescindibile e su cui tutto si basa, è la fiducia.
La fiducia, il motore che muove l’amore.
Se nel volume precedente abbiamo conosciuto un Alex da prendere a schiaffi, in questo lo vedremo spogliarsi delle proprie maschere per demolire il muro di comprensibili titubanze e paure che caratterizzano la “nuova” Alice.
Il  loro è un viaggio emotivo ricco di grandi e piccoli ostacoli, il cui finale è tutto fuorché scontato.
Alice ha paura di soffrire ancora per l’erede dei Francalanza, Alex ha finito per accontentarsi di un rapporto – con Carlotta – solo per tamponare al dolore per la perdita di Alice.
E succede ancora. Accade che restiamo ancora intrappolati, in questa prima occhiata della giornata.
Sono ormai lontani, lo sono da mesi, ma tutto cambia grazie a Fosco ed Emilia. Punto di snodo, nonché motore che rimette in attività le vicende di Alice e Alex sarà infatti il matrimonio dei protagonisti di “Non è detto che mi manchi”, in cui i nostri cocciutissimi protagonisti presenzieranno in quanto loro testimoni.
Qualche bicchiere di troppo, un bacio per chiudere definitivamente… e tutto ricomincerà a girare. E poi il destino li metterà ancora l’uno accanto all’altra nella città più magica e romantica d’Europa, del mondo: Parigi.
Innamorarsi è come dare una pistola carica in mano a qualcuno. Devi solo sperare che non scelga di sparare.
Ops, she did it again! Sì, care lettrici, Bianca l’ha fatto di nuovo. Ha centrato l’obiettivo, il cuore, le emozioni.
Lei, una delle poche che sa arrivare al cuore dei lettori con una dose di realismo tale da far sembrare personaggi e sensazioni, vivi, reali. Sono figure imperfette e per questo ancor più vicine a noi, esseri imperfetti.
La Marconero è in grado di far piangere e ridere, disperare e sperare, in una parola: emozionare. E lo fa in modo semplice ma ricercato, parlando, scrivendo con purezza e ragionevolezza dei sentimenti in ogni loro sfumatura umana.
Ci sono troppe cose che potevamo essere e non siamo stati. Siamo un incompiuto ingombrante.
Certo, qualche attacco di gastrite è da mettere in conto quando si ha tra le mani una storia scritta dall’autrice reggiana, perché il percorso verso l’happy ending è sempre tortuoso per i suoi personaggi, perché l’amore non è semplice, non è mai solo rose e fiori.
Il suo stile, come ho detto già altre volte, è ipnotico, frizzante e mai banale. La sua scrittura fa tanto bene da far male e viceversa. Crea una dipendenza morbosa tale che è impossibile resistere alla lettura, pur sapendo che ci saranno rabbia, lacrime e terremoti vari, oltre la speranza.
Per raccontarci le vicende conclusive di Alex e Alice l’autrice ha lavorato su tutto questo, confermando così la storia di un grande amore, un grande libro, pregno di sentimenti vivi e soggetti alle mutazioni dell’animo umano.
È una storia complessa, ma molto equilibrata dal punto di vista narrativo.
Molto apprezzabile il fatto che le figure secondarie non sono solo un contorno, relegate al ruolo di mere comparse, ma elementi fondamentali per il ruolo che ricoprono accanto a personaggi principali caratterizzati con cura estrema.
Molto bella anche la figura di Carlotta, la quale si saprà rivelare una sorpresa inaspettata e di cui onestamente sarebbe bello conoscere, tra qualche tempo gli sviluppi.
Il contrasto è la massima espressione dell'amore. La necessità di una lite è la gemella separata alla nascita della voglia di fare pace. Il conflitto non è la negazione dell'armonia, è la ricerca disperata dell'armonia.
Insomma, care lettrici, Bianca Marconero ha fatto centro un’altra volta, riconfermandosi una delle migliori penne nel nostro panorama e la regina indiscussa delle emozioni angst made in Italy.
 
 
[Copie ARC digitale ricevuta dall'autrice]
2 commenti on "[RECENSIONE DOPPIA] L'ULTIMO BACIO (B. MARCONERO)"
  1. Devo leggere il precedente, sto arrivando!!!

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  2. Ma ragazze, che parole bellissime! Sono felicissima nel notare che entrambe avete centrato la fiducia come momento cruciale del racconto, perché credo sia davvero il fulcro delle relazioni umane, e qui non si parla solo di libri. La fiducia è davvero la chiave di ogni rapporto. Grazie per averla riposta, ancora una volta, nel mio lavoro e per aver accettato di leggermi! Vi abbraccio, tutte e due!

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