IL GIARDINO DELLA LOCANDA DEI LIBRI (V. PICCHIARELLI)

il
20 novembre 2019
Buongiorno, ho letto nei giorni scorsi il romanzo di Viviana Picchiarelli. Edito da Newton Compton.
Una storia che ci porta in Umbria, sulle rive del lago Trasimeno, nella locanda gestita da Emma e Matilde, due donne segnate dal tempo che hanno saputo rialzare la testa e riprendere in mano la propria vita.

IL GIARDINO DELLA LOCANDA DEI LIBRI
VIVIANA PICCHIARELLI
Data pubblicazione: 24.10.2019 Editore: Newton Compton Editori Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: narrativa contemporanea 
Trama: Dopo la morte della madre Ginevra e Celeste hanno provato a recuperare il loro rapporto, ma le troppe incomprensioni legate a un passato mai dimenticato le hanno allontanate al punto da farle sentire due estranee. È facile che le tensioni tornino a galla. Ginevra ha chiuso la relazione travagliata con Riccardo, mettendo fine ai progetti che si era illusa di poter condividere con lui. Celeste invece non può fuggire di fronte al dolore per la perdita, reso più acuto dal ritrovamento di tre taccuini appartenuti alla madre. In quelle pagine potrebbe esserci la chiave per scoprire la verità su un padre che non ha mai conosciuto. A sostenere entrambe c’è Matilde, la proprietaria della Locanda dei Libri, sul lago Trasimeno, le cui stanze, mai sazie di far da teatro ad amori, amicizie, scontri e rappacificazioni, saranno ancora una volta il luogo in cui si consumeranno drammi familiari: ma sarà proprio lì che Celeste e Ginevra riusciranno finalmente a venire a patti con il passato e a concedersi la possibilità di amare ancora. È possibile trasformare i rimpianti in felicità?
La storia di Emma e Matilde è raccontata nel primo libro della Picchiarelli, pubblicato da Newton qualche tempo fa e che consiglio di leggere per comprendere appieno le dinamiche che vedono coinvolte Ginevra e Celeste, due sorelle figlie della stessa madre, ma di padri diversi.
Le donne della locanda, si trovò a ragionare, erano l’immagine della tenacia e del coraggio.
Nessuna di loro, ciascuna a proprio modo, si era arresa.
In quel momento, comprese che tutto ciò di cui aveva bisogno era proprio lì, in quel fazzoletto di verde brillante che si specchiava nel lago.
La locanda è una sorta di punto d’incontro di queste donne, protagoniste indiscusse del romanzo, che dovranno affrontare lutti, gioie e momenti dolorosi, ma dimostreranno tutto il loro coraggio perdonando e perdonandosi, arrivando a comprendere che gli errori (anche se gravi) commessi da altri, non possono e non devono precludere la loro felicità.
La donna sedeva accoccolata sulla solita poltrona di vimini, rivolta al lago. La luce del tramonto si specchiava sulle acque leggermente increspate dal vento, alzatosi nel tardo pomeriggio, e filtrava tra i rami dei salici, che sembravano danzare allo stesso ritmo dell’acqua.
Nel romanzo sono presenti anche figure maschili. Gregorio, il pittore innamorato di Emma, Claudio, il misterioso giardiniere giunto da lontano; Riccardo figlio di Emma, il compagno di Ginevra, e Federico, socio d’affari e grande amico di Riccardo.
Sono figure che partecipano attivamente alla vita della locanda, ma sono sempre sullo sfondo, come una cornice di un quadro che ha come protagonista le donne.
Certo, talvolta complicano loro la vita, gioiscono e amano in silenzio e nella sofferenza, ma le scelte sono tutte al femminile.
A quelle parole Celeste ammutolì. Si stavano addentrando troppo in fretta l’uno nella vita dell’altra. Non era quello di cui aveva bisogno, non era quello che stava cercando.
È un romanzo scritto in terza persona, permettendoci così di avere un quadro generale dell’intera situazione.
Nonostante i protagonisti vivano le loro avventure a Perugia, Milano, Londra e anche New York, la locanda è il nido sicuro dove tornare, il luogo dove vengono prese le decisioni più importanti, dove la ritrovata serenità permette nuovi inizi.
Quella mattina di fine febbraio, insolitamente tiepida, nell’attraversare il cancello della proprietà, Federico rimase colpito dal rigore e dall’ordine del giardino antistante la facciata della locanda.
Se devo dare definire il romanzo in due parole dico che è “familiare” e “genuino”. I protagonisti sono autentici, i sentimenti che provano, il tentativo di cambiamento per il bene dell’altro sono palpabili e veri. Inoltre,  sono legati da un affetto autentico che va oltre il legame di sangue e permette a tutti di sentirsi a casa.
L’epilogo lascia aperte alcune questioni, probabilmente è una sorta di prologo per un nuovo libro che vede come protagonista indiscussa questo luogo davvero magica.
Abbiamo ristrutturato un vecchio casale della sua famiglia. Qualche tempo dopo abbiamo anche rilevato dai fratelli la piccola azienda ortofrutticola qui vicino. Da allora, lei si è dedicata completamente alla cucina, in maniera professionale.
 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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