AMORE, BUGIE E ALTRI GUAI (A. FOLEY - S. FRIIO)

il
19 novembre 2019
Ciao Pieces, oggi vi presento un libro che a mio avviso non ha la classica trama da romance ma si caratterizza di un fascino particolare, in quanto racconta le vite di sei donne che si ritrovano insieme a cucinare ricette tradizionali veneziane.

AMORE, BUGIE E ALTRI GUAI
AMANDA FOLEY e SIMONA FRIIO
Data pubblicazione: 10.10.2019 Editore: More Stories Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Rebecca, ex editor di successo, dopo il licenziamento è costretta ad accettare l’unica proposta di lavoro che le viene offerta: la sostituzione di maternità in una piccola casa editrice a Venezia. L’impatto iniziale con la laguna è disastroso. La forte umidità, gli odori salmastri che fuoriescono dai canali e l’acqua alta mettono a dura prova la pazienza di Rebecca, decisa a tornare quanto prima a Milano tra le braccia del suo fidanzato Marcello.Nella casa editrice, però, conosce Greta, una ragazza vivace e ciarliera dai capelli verdi. Trascinandola da un bacaro all’altro, Greta riesce a farla innamorare di Venezia, convincendola anche a partecipare a un corso per imparare le antiche ricette veneziane.In una cucina calda e accogliente, donne molto diverse tra loro scoprono di avere più cose in comune di quanto credano. Tra lo sfrigolio del burro, la farina e qualche bicchiere di vino, Rebecca ascolterà le loro storie e grazie alle loro risate, alle lacrime, alle confessioni e gli enigmi, riuscirà a capire meglio se stessa, scegliendo finalmente il suo posto nel mondo.
Rebecca Colombo è una donna di trentasei anni, milanese doc. Il suo lavoro nell’editoria sembra procedere a gonfie vele fino al giorno in cui viene licenziata. La sua carriera prende una piega diversa da ciò che si era aspettata e accetta una sostituzione di maternità in una piccola casa editrice a Venezia.
Per questo nuovo lavoro si lascia alle spalle l’amata Milano con il suo traffico e il suo smog, per trasferirsi a Venezia dove non ci sono auto ma solo i vaporetti che lei detesta.
Il suo impatto con la città lagunare non è dei migliori tra campi, campielli, calli e acqua alta, ambientarsi non è affatto facile.
Quando, dieci minuti più tardi, più carica di un mulo, varcò la soglia della stazione, restò immobile per qualche interminabile istante a osservare quello che aveva davanti. Prese un bel respiro.
Oltre la scalinata, il Canal Grande le diede il benvenuto con un intenso odore di salsedine.
Dalla sua ultima e unica visita, ricordava che quello della salsedine è un odore che divide: si poteva scegliere di amarlo, detestarlo o ignorarlo. Rebecca scelse la seconda opzione.
Si strinse il cappotto per sentire meno freddo e sorrise alla donna che l’attendeva all’inizio del binario.
A Milano lascia anche il fidanzato storico, Marcello, un uomo molto più grande di lei che le ha chiesto ripetutamente di sposarlo ma al quale ha sempre risposto di non volere un matrimonio.
Una volta a Venezia si ritrova a pensare molto al suo rapporto con l’uomo. Fisicamente lontano da lui mette in dubbio ciò che prova, inoltre la corte spietata del bel Lorenzo non è di aiuto al suo momento di crisi.
Nella nuova casa editrice incontra due persone che faranno la differenza nella sua vita veneziana: Maria, una cinquantenne con la passione della cucina, e Greta, una studentessa con i capelli verdi impiegata alla reception, che Rebecca chiama “Fata Verde”.
La prima si è appena separata dal marito che la tradiva, ma di cui è ancora innamorata e, per distrarsi, insieme alla cugina Paola decide di proporre un corso di cucina tradizionale della città lagunare.
Proprio nella cucina di Maria si incontrano donne che apparentemente non hanno nulla in comune e i venerdì sera si trasformano in occasioni per imparare a cucinare e condividere emozioni.
Greta invece è una ragazza eccentrica, con il suo carattere esuberante coinvolge Rebecca nelle esperienze veneziane: bacheri, serate di bevute e compagnia allegra. Proprio insieme a Rebecca, Greta incontra Dario, un suo ex professore che la affascina e con il quale inizia una relazione.
Sedotta e ammaliata, Greta guardò Dario, il suo professore tra le nuvole, inaffidabile come una bussola dopo l’inversione del campo magnetico della Terra, e scosse la testa. Un risveglio brusco dall’impatto catastrofico.
Laura è la madre di Greta. È una quarantacinquenne che ha affrontato un difficile divorzio e il cui unico scopo di vita per un lungo periodo è stato la crescita della figlia ma ora che la figlia è autonoma, ricomincia a lavorare in un call center. É una donna piuttosto rigida e moralista; il suo lavoro, come la sua vita, non la soddisfano, il rapporto con Greta non è proprio rose e fiori e il corso di cucina della signora Maria è un modo per riavvicinarsi alla figlia.
Aveva iniziato a chiedersi se forse fosse arrivato il momento di deporre l’ascia di guerra con Greta e lasciare che gli eventi prendessero il loro corso. Dopotutto quella Fata Verde era la sua famiglia più stretta. E, com’era risaputo, el sangue no se acqua.
Clarissa, collega di Laura, è una neo-sposa succube della suocera. Le compagne mentre cucinano pensano che lei abbia la testa vuota, ma durante gli incontri del venerdì sera, il confronto con le altre donne è da sprono per Clarissa per migliorare la propria autostima e sboccerà una nuova donna.
Si sentiva la causa di quel fallimento, come se potesse minare il suo matrimonio o la stima che suocera e marito avevano nei suoi confronti. La loro opinione dipendeva in tutto e per tutto dal fatto che mettesse al mondo un figlio. Pazzesco, pensò Greta, più furiosa che desolata. «Lasciatelo dire, Clarissa, tua suocera e tuo marito hanno sbagliato millennio.»
«Per questo mi sono iscritta al corso …» spiegò Clarissa con un sospiro. «Il dottore ha detto di svagare la mente per un po’.»
Infine Anna, la più misteriosa, la più silenziosa, che non si confida, che ha spesso commenti acidi e non si espone con le altre. La sua è stata una vita difficile, accanto a un marito che l’ha sempre mortificata e solo dopo aver studiato a fondo le altre donne si lascia andare, ma moderatamente.
Le vite di queste donne si intrecciano e, anche se inconsapevolmente, si aiutano l’un l’altra e ognuna riuscirà ad andare avanti migliorata rispetto a prima.
La trama è ben strutturata, e come avrete capito in essa si intrecciano le vite di tante donne.
La narrazione è in terza persona, ma ammetto che in alcuni punti avrei preferito fosse più definita la divisione del personaggio che stava parlando di sé; ho avuto difficoltà in alcuni passaggi a capire che da una protagonista aveva iniziato a parlare l’altra.
Ho apprezzato però molto l’inserimento di alcune frasi in dialetto (con la traduzione in fondo al capitolo), anche perché nella laguna il dialetto è usato da tutti correntemente. È quindi stato un tuffo nella quotidianità veneziana.
«Wow! Questi sì che i sé boni!»
Alla fine del libro ci sono le ricette dei piatti preparati durante il corso di cucina e, ammetto di averne provata qualcuna.
Mi aspettavo una sdolcinata storia d’amore lagunare, invece ho trovato un bellissimo libro sul quale spiccano i complicati sentimenti di donne diverse tra loro.
 
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