SCRITTO SULLA PELLE (A. ROSE)

il
31 ottobre 2019
Cari lettori, la sentite? Avvertite questa folata di aria fresca che vi arriva dritta in faccia e vi ossigena la mente? No? Allora provate a seguire le mie indicazioni. Acquistate la vostra copia di “Scritto sulla pelle, iniziate a sfogliarlo e lasciate che a occuparsi del ricambio d’aria della vostra routine sia l’effervescenza del nuovo romanzo di Alexandra Rose. Seguitemi nella recensione e ve ne darò un assaggio.
Sappiate che ho chiesto di poter leggere e recensire questo romanzo prima ancora che la Dri Editore lo proponesse nella newsletter arrivata al blog.

SCRITTO SULLA PELLE
ALEXANDRA ROSE
Data pubblicazione: 03.10.2019 Editore: Dri Editore Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: La libertà può essere un’arma a doppio taglio. Lo sa bene Isabella che, dopo la laurea in giurisprudenza, decide di abbandonare la lussuosa villa dei genitori e di lasciarsi alle spalle una vita già programmata per studiare editoria, la sua più grande passione. Il suo sogno di aprire una casa editrice è più forte di ogni ostacolo, e per intraprendere quella strada deve rinunciare agli agi nei quali ha sempre vissuto. Catapultata nella periferia di Cagliari, Isabella si troverà di fronte a tutto ciò che ha sempre detestato: un appartamento fatiscente, una coinquilina poco raffinata, e un irriverente ragazzo ricoperto di tatuaggi. Sarà proprio lui, Lorenzo, a farle abbattere i muri dei pregiudizi e a permetterle di ritrovare se stessa.
La sinossi mi aveva incuriosita e probabilmente le ragioni sono da ricercare nel periodo che sto vivendo: una fase di transizione. Nella vita arrivi a un certo punto in cui capisci che il tempo stringe e che non puoi più permetterti di sopravvivere accontentando gli altri. E allora agisci. Spesso lo fai d’impulso, travolgi chi ti sta attorno, ma non permetti ai sensi di colpa di reprimere la tua rivoluzione personale.
Avrebbe accettato qualsiasi compromesso per raggiungere il suo obiettivo, lo stesso che la teneva sveglia la notte fin da quando aveva tuffato il naso tra le pagine di un libro per la prima volta.
Quando si parla di rivoluzione la parola d’ordine è “amore”. Solo se ami alla follia qualcosa ti decidi a combattere per difenderla con tutta la forza che hai in corpo. Lo fai perché sai che è l’unico modo che hai per esercitare il tuo diritto di essere felice. Ne è consapevole Isabella, quando rinuncia a tutto ciò che ha per costruirsi una vita che meriti davvero di essere vissuta. E se ne rende conto anche Lorenzo, che da tempo si ritrova a convivere col dubbio che forse, da sé stesso, potrebbe esigere qualcosa di più.
Cercava di spostare lo sguardo altrove, ma tornava sulla sua figura come se lei avesse risucchiato tutta la luce.
Nessuno dei due, però, né Isabella e né Lorenzo, sarebbe mai riuscito ad aprire gli occhi se le loro strade non si fossero incrociate e se i loro corpi, nel buio di una cucina, non si fossero scontrati. Ma il destino è così: un giorno decide che qualcuno debba sconvolgerti la vita e quel qualcuno te lo ritrovi in biancheria intima davanti al frigo.
Il buon senso – lo stesso che nelle situazioni più assurde ti permette sempre di scamparla – ti suggerisce di scappare via, a gambe levate e non prima di aver chiamato la polizia. Ma l’istinto non è il solo con cui devi fare i conti quando, ormai da tempo, hai deciso che sei stanco di fare sempre la scelta giusta.
Nel sentire quelle parole, la mente di Isabella smise di ragionare e abbandonò ogni razionalità. Era come se avessero premuto un pulsante.
E allora entrambi, sia Isabella che Lorenzo, cedono all’istinto di dare all’altro una possibilità. È una scelta che richiede un grande sforzo: primo fra tutti quello di buttare giù le pareti che li tengono al sicuro nelle fortezze fatte di cemento e pregiudizi. A quel punto succede una cosa strana: uno dei due impara a fidarsi dell’altro proprio quando quello smette di farlo. E allora tutto sembra vano e ogni tentativo inutile. Ma chi l’ha detto che crescere sia un’impresa da poco?
C’è un fattore, in particolare, che bisogna imparare a gestire nel modo giusto: il tempo.
La storia lo insegna: non sono mai esistite rivoluzioni lampo.
Era a pezzi e non sapeva come fare per ricomporsi, perché la chiave era lei. Era sempre stata lei.
Cambiamento, transizione, crescita, evoluzione. Chiamatelo come volete, ma dopo aver letto “Scritto sulla pelle” avrete le idee più chiare e saprete aggiungere tante parole alla definizione di un periodo simile. Forse, ma solo ne caso in cui riusciste a comprendere davvero il romanzo della Rose, troverete anche il coraggio di affrontare questa fase così temuta.
Ringrazio l’autrice per la freschezza della storia che ha raccontato. E la ringrazio ancora di più per aver ricompreso nella sua scrittura moderna perle come “paracqua” e “nerboruto” e per averle inserite in un libro indirizzato a un pubblico giovane e che ai giovani avrà molto da insegnare. 
 

 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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