BASTA CHIUDERE GLI OCCHI (F. CALDIANI)

il
19 settembre 2019
Salve lettori! Oggi, grazie a La Corte Editore posso parlavi del nuovo libro di Francesca Caldiani, “Basta chiudere gli occhi”, un romanzo contemporaneo e drammatico, con e per gli adolescenti, ma adatto anche agli adulti.

BASTA CHIUDERE GLI OCCHI
FRANCESCA CALDIANI
Data pubblicazione: 05.09.2019 Editore: La Corte Serie: Standalone Finale: autoconclusivo Genere: narrativa
Trama: La vita di Anna cambia un giorno, all'improvviso, quando prende il suo solito pullman per andare a scuola. Lei che ha trascorso i suoi primi sedici anni di vita isolata dal resto del mondo e che nei coetanei vede un nemico da combattere, è abituata a un anonimo ripetersi di gesti compulsivi che la tengono al riparo dalle emozioni. Il solito posto in cui sedersi, la stessa amica da cui farsi prendere in giro, i medesimi sguardi da evitare. Ma quel giorno sul pullman sale Jacopo, il nuovo arrivato. È pallido, silenzioso, timido, con molti sogni nella testa e pochissime speranze di vederli realizzati: non lo sa nessuno, ma sta combattendo duramente con una malattia che sembrerebbe non lasciare scampo. Spinta da un istinto che non riesce a spiegarsi, Anna comincerà ad avvicinarsi a quel ragazzo magro e strano, che però le prende il cuore. Senza alcun preavviso la vita esplode. E proprio nella condivisione di una sorte terribile che sembra già segnata, Anna e Jacopo troveranno la forza di lottare per ritagliarsi quel piccolo spazio di felicità che capovolgerà tutto il loro mondo.
Anna è una sedicenne bergamasca molto taciturna e introversa, che non ama molto relazionarsi col resto del mondo (al di là da sua madre). Ha un’amica, Giada, con la quale è cresciuta insieme, e un amico – Filippo – che si tiene stretto perché hanno caratteri simili.
Anna è inconsapevole del suo essere e si sente spesso fuori posto: sopravvive, a suo modo, perché non può evitarlo. Un giorno sull’autobus che prende tutti i giorni per recarsi a scuola, sale un ragazzo, nuovo in città probabilmente, che inaspettatamente s’intrufola nel suo mondo. Anna comincia a essere curiosa di lui, a volerlo guardare e scoprire, nonostante le sue remore: cosa avrà di speciale il nuovo arrivato?
Jacopo è il suo nome ed è parecchio strano non solo ai suoi occhi: è molto pallido, parla poco ma è gentile, timido e bellissimo. Anna ne rimane affascinata ed è stupita da sé stessa, perché nessuno prima d’ora l’aveva mai colpita tanto.
I due ragazzi in poco tempo si avvicinano, si conoscono e si affezionano l’una all’altro non potendo farne a meno, ma un grosso peso cala la scure sulle loro vite: Jacopo è gravemente malato e il tempo a loro disposizione è poco, eppure molto fruttuoso per loro. La vita ha scelto per loro il dolore ma gli ha anche concesso un amore da vivere insieme.
Per me è stato il primo approccio all’autrice e ne ho apprezzato la semplicità con cui ha delineato la personalità netta dei suoi personaggi. Anna è l’unica in scena come io narrante e oltre a essere stata ben qualificata è in grado di descrivere tutti gli altri personaggi senza sbavature.
Anna è reale, parla come una ragazzina della sua età, non è creata ad arte; il suo linguaggio è chiaro, tipico dell’età che ha e mai suona forzato.
Gli altri personaggi appaiono ai suoi occhi come figure o cui difendersi o a cui ancorarsi, come qualsiasi altro adolescente farebbe.
L’immedesimazione in lei è immediata. Anna è una perfetta adolescente che ama la solitudine e per certi versi è anche strana ma quando vuole, riesce anche ad andare oltre le sue regole. Jacopo ne è l’esempio lampante, perché per lei è un ragazzo perfetto anche nella sua condizione; è dispiaciuta per lui ma lo ama lo stesso:
“Malato. Che parola bizzarra. Come se questo potesse togliere qualcosa alla sua timidezza. Al modo gentile di muovere le mani. Alla sincerità del suo sguardo. Come se un letto d’ospedale lo rendesse meno importante ai miei occhi.”
La malattia di Jacopo è importante (ovviamente), ma nel libro è più la metamorfosi di Anna a caratterizzare il romanzo che la condizione del ragazzo. È Anna la protagonista, tutto il resto conta ma viene in secondo piano. È una storia forte e davvero drammatica, che esula dal romance. Ho gradito il finale perché ha dato forza maggiore al sentimento di Anna e Jacopo senza calcare troppo la mano verso una realtà effimera e poco realistica.
Mi è piaciuto addentrarmi nel mondo di Anna e Jacopo e nel farlo sono anche tornata un po’ indietro nel tempo, alla mia adolescenza. Ho anche apprezzato conoscere Bergamo dove non sono mai stata, ma insieme a loro è come se l’avessi fatto. Il romanzo è breve come la storia che lega i due giovanissimi protagonisti, ma ciononostante le emozioni sono nette e intense.
Il libro si legge tutto d’un fiato ma nulla è lasciato al caso: i personaggi fanno la storia più che il contrario; il racconto tuttavia dal punto di vista stilisticamente ha un’intensità troppo grande per il breve periodo in cui si svolge e ciò, credo, abbia schiacciato un po’ la realtà in cui Anna e Jacopo vivono, ma è anche vero che dal loro punto di vista, magari, il contrario sarebbe stato esagerato in maniera inversa. Non so dire se sia un vero difetto o meno perché dipende molto da come si vuole leggere la cosa, ma è una particolarità che – personalmente – se da un lato gradisco, dall’altro è il contrario.
Se amate le storie potenti, d’amore ma soprattutto vi vita quotidiana e volete un assaggio della forza dei giovani, questo è il romanzo che fa per voi; a me ha colpito molto ma, avendo letto anche altre trame simili credo che in questa manchi quel tocco in più che la distingua particolarmente dalle altre.
 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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