FERRYMAN (C. McFALL)

il
24 agosto 2019
Ciao a tutti! Sono qui per parlarvi di una recente uscita targata Fazi Editore: “Ferryman”  di Claire McFall.
Premetto subito che ho opinioni contrastanti per questa storia, che ha sia pro che (purtroppo) contro.

FERRYMAN
CLAIRE McFALL
Data pubblicazione: 11.07.2019 Editore: Fazi Editori Titolo Originale: Ferryman Serie: Ferryman (#1) Genere: young adult
Trama: Dylan ha quindici anni e quando una mattina decide di andare a trovare il padre, che non vede da molto tempo, la sua vita subisce un drastico cambiamento: il treno su cui viaggia ha un terribile incidente. Dylan sembrerebbe essere l’unica sopravvissuta tra i passeggeri e, una volta uscita, si ritrova in aperta campagna, in mezzo alle colline scozzesi. Intorno non c’è anima viva, a parte un ragazzo seduto sull’erba. L’adolescente si chiama Tristan e, con il suo fare impassibile e risoluto, convince Dylan a seguirlo lungo un cammino difficile, tra strade impervie e misteriose figure che girano loro intorno, come fossero pronte ad attaccarli da un momento all’altro. È proprio dopo essersi messi in salvo da questi strani esseri che Tristan le rivela la verità… lui è un traghettatore di anime che accompagna i defunti fino alla loro destinazione attraverso la pericolosa terra perduta. A ogni anima spetta il suo paradiso, ma qual è quello di Dylan? L’iniziale ritrosia di Dylan e l’indifferenza di Tristan si trasformano a poco a poco in fiducia e in un’attrazione magnetica tra i due ragazzi che non sembrano più volersi dividere. Arrivati al termine del loro viaggio insieme, Dylan proverà a sovvertire le regole del suo destino e del mondo di Tristan, pur di non perderlo.
Parto con il dire che la storia è molto originale e questa è una cosa che va a favore dell’autrice e del libro in generale. Lo stile di scrittura è semplice, scorrevole e si legge bene, però la pecca principale è Dylan, la protagonista. L’ho trovata insopportabile, non mi ha lasciato nulla per tutte le pagine se non un leggero senso di fastidio. È troppo infantile per l’età che l’autrice ha scelto di darle; non ha difficoltà nell’affrontare le situazioni che le si prospettano davanti, talvolta assurde per la realtà umana, e poi l’instant love, per me è no.
Non mi piace in nessun libro, ma qui è proprio esagerato. Probabilmente comprensibile da un certo punto di vista, perché Tristan, il traghettatore e protagonista maschile, è la parte migliore del libro.
Però l’instant love non mi piace proprio, mi spiace.
Io mi mostro ad ogni anima nel modo più adeguato. Mantengo quell’aspetto finché non incontro l’anima successiva. Non so che cosa fossi prima di incontrare la mia prima anima, sempre che fossi qualcosa. Io esisto perché voi avete bisogno di me.
Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è il fatto che il traghettatore è diverso per ogni persona che attraversa ciò che c’è tra la vita e l’amore. In questo caso è Tristan, una persona che non sa che origini abbia o perché si trovi lì, sa solo che quello è il suo lavoro.
Per lui emozioni, sensazioni, tutto ciò che prova con Dylan è nuovo e non sa bene come affrontarlo.
Durante lo scorrere delle pagine le situazioni risultano sempre le stesse: problema, risoluzione del problema e via di nuovo, rimane una lettura un po’ monotona e poco avvincente come avrebbe potuto essere e come mi aspettavo. Voglio vedere come andrà avanti la storia e se i protagonisti cresceranno, quindi leggerò sicuramente il seguito, sperando di poterlo valutare con un voto più elevato rispetto a questo che, purtroppo, per me, non è abbastanza.
 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
Scrivi il primo commento!
Posta un commento