LA VERTIGINE CHE HO DI TE (G. LADDAGA)

il
11 giugno 2019
Buongiorno lettori! Oggi vi parlerò di un romanzo uscito in self da pochi giorni: “La vertigine che ho di te” di Gina Laddaga.
L’autrice non è nuova al mondo editoriale però, per me, è stato il primo approccio alla sua scrittura.
Il tema da lei trattato nel romanzo è importante e forte, ma non l’ha certamente sottovalutato o minimizzato. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

LA VERTIGINE CHE HO DI TE
GINA LADDAGA
Data pubblicazione: 18/05/2019 Editore: Self publishing Serie: standalone Finale: Autoconclusivo Genere: Contemporary romance
Trama: Leda ha paura: dell’amore, del contatto fisico, di dare il proprio cuore a qualcun altro. È stata ferita, e per questo ha innalzato un muro invalicabile. Ha abbandonato gli studi e per mantenersi lavora come cameriera; non vuole più dipendere da nessuno. L’ultima volta che si è fidata di qualcuno il suo cuore si è spezzato, eppure continua a sopravvivere. Sebastiano ha studiato infermieristica, ma nella vita ha deciso di aiutare le persone lavorando in ambulanza e insegnando difesa personale in una palestra. Quando Leda, trascinata dalla migliore amica, inizia a frequentare la lezione di prova del corso di Sebastiano, l’elettricità tra i due sarà palpabile, ma Leda avrà difficoltà a fidarsi. Seba, però, rimasto folgorato dalla fragilità di Leda, è risoluto ad avvicinarla, vuole conoscerla e vorrebbe salvarla, salvare il suo cuore. La paura lascerà davvero posto all’amore? E l’amore aiuterà la nostra protagonista a combattere i fantasmi del suo passato? Una storia di dolore e riscatto, dove l’amore è l’unica via possibile per risollevarsi.
Leda, è una donna ferita psicologicamente nel profondo, come purtroppo tante altre donne vittime di violenza da parte del proprio partner. Dopo aver perso fiducia nell’amore, difficilmente si fiderà nel donare il suo cuore a qualcun altro.
Sebastiano è un infermiere che lavora sulle ambulanze e, allo stesso tempo, insegna anche difesa personale in una palestra. Con Leda s’incontrano proprio al corso tenuto da lui, giacché Leda ci è stata trascinata dalla sua migliore amica. L’intesa tra i due è palpabile fin da subito, ma Leda faticherà non poco a fidarsi, ma lui non rinuncerà ad aiutarla. L’amore troverà il modo per aiutare entrambi ma basterà o la paura sarà più forte?
L’autrice ha creato una storia avvincente, col giusto tocco di scoperta e riflessione.

Il tema della violenza di genere, in tal caso più psicologica che fisica, di cui Leda è vittima poteva essere un’arma a doppio taglio da trattare, ma così non è stato. Il tema in esame è stato ben inserito, senza superficialità o, al contrario, esclusiva accuratezza; si evince semplicemente il messaggio che la violenza, una volta accertata, va capita e debellata, ma anche che bisogna farsi aiutare per ritornare alla normalità, che la colpa non è mai della vittima e che denunciare è la cosa giusta da fare!
I due personaggi parlano in prima persona delle loro vicende; entrambi, infatti, attraverso il doppio punto di vista si mostrano al lettore in maniera chiara e netta (spesso qualche ripetizione di azioni c’è pure, ma inficia sulla lettura meno di quel che sembra). È impossibile non immedesimarsi nelle loro vite, nelle loro emozioni e, allo stesso tempo, vedere come il loro amore evolve. I personaggi secondari non sono da meno (sia il fratello e la migliore amica di Leda, sia i colleghi di Sebastiano) tant’è che a parte l’essere cruciali per molti episodi cardine della storia d’amore tra i protagonisti, sono anche portatori di propositi e sottintesi che, l’autrice ha tenuto a precisare, saranno risolti in un nuovo romanzo.

L’unico difetto che mi viene da evidenziare e che mi ha reso gravosa la lettura è lo stile: la narrazione tutta al passato, giustamente anche per le azioni del presente, mi ha destabilizzato. Appare tutto come un racconto a ritroso che non è sbagliato, però non avendo ben capito quale fosse il reale pretesto del dover descrivere tutto al passato mi ha un po’ confuso. Inoltre, ho notato che i flashback, naturali e necessari per capire i comportamenti di Leda verso il fratello e poi Sebastiano stesso, fossero stati inseriti troppo presto: sono giusti ma piazzati male; andavano, secondo me, incastrati in momenti successivi così da spiegare e risolvere le questioni in maniera più spontanea e naturale.
È una lettura piacevole nonostante i temi trattati non possano farla sembrare così; la storia si legge in fretta e nonostante i difetti stilistici è un ottimo lavoro letterario che mi sento di consigliare senza se e senza ma!
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