LA PICCOLA VILLA SULLA COLLINA (E. DAVIES)

il
14 maggio 2019
Cari lettori, lo ammetto, sono un po' confusa. E non sono la sola: il mio assistente Google lo è tanto quanto me. Mi è capitato di svegliarlo dal suo temporaneo sonnellino dopo aver finito di leggere “La piccola villa sulla collina” di Emma Davies. “Okay Google, cosa si può fare con la paglia?”, gli ho chiesto. “Scusa, non ho capito”, ha risposto con la sua voce computerizzata. No Google, invece hai capito benissimo. E adesso toccherà a te spiegarmi questa storia della paglia che dà nuova vita a cose e persone, perché credo che il nuovo romanzo della Davies mi abbia appena aperto un mondo.

LA PICCOLA VILLA SULLA COLLINA
EMMA DAVIES
Data pubblicazione: 27.03.2019 Editore: Newton Compton Editori Titolo Originale: The Little Cottage on the Hill Serie: The Little Cottage on the Hill series (#1) Finale: Autoconclusivo Genere: narrativa contemporanea
Trama: In fuga da uno scandalo che l'ha coinvolta, Maddie si licenzia dall'agenzia di pubbliche relazioni per cui lavora e scappa da Londra per promuovere il progetto di quella che, secondo lei, sarà una lussuosa dimora per le vacanze in campagna. La sua reputazione professionale si basa sul successo di questo nuovo incarico... Ma quando arriva sul posto, a Maddie sembra di vivere un incubo. Ad aspettarla, infatti, c'è solo una vecchia fattoria fatiscente. Il proprietario, Seth, è un uomo schivo e misterioso, che ha investito tutti i suoi soldi in quel terreno. Si è letteralmente innamorato delle colline circostanti, dei cottage e delle suggestive storie che ciascuno di essi racconta. Quando Maddie ritrova un dipinto a olio realizzato dalla moglie dell'antico proprietario della tenuta, comincia a entrare in sintonia con le suggestioni di Seth. E capisce che se vuole davvero salvare la proprietà, deve sporcarsi le mani. Lavorando insieme a Seth, si accorge che i panorami della campagna non sono l'unica cosa che la lascia senza fiato... Ma c'è un segreto nel passato di Maddie che minaccia di distruggere di nuovo tutti i suoi sogni. Riuscirà a trovare finalmente un posto nel mondo e a far funzionare le cose?
Pensavo che, dopo la mietitura, la spiga di grano esaurisse la sua utilità. Ma Maddie, la protagonista di questa storia, mi ha fatto capire quanto fossi ignorante in materia.  Perché – partendo dalle radici – prima dei chicchi di grano, viene lo stelo. La base, il supporto. E non è un caso che lo si conservi anche quando i cereali vengono strappati via. È dalle sue fondamenta che la spiga può reinventarsi. Proprio come Maddie. La ragazza determinata che non si abbatte quando le vengono strappati via i suoi progetti.
Lei è ancora lì, in piedi: dritta come lo stelo di una spiga.
Qualsiasi cosa accadesse, non doveva arrendersi all'autocommiserazione: ecco il patto che aveva stretto con se stessa. Sollevò il mento e si schiarì la gola, affidandosi a ciò che restava della sua sicurezza.
La stessa fermezza la dimostra nei suoi primi giorni al Joy's Acre. Ha bisogno di far capire a Seth, il proprietario della tenuta, che la rigida ragazza venuta da Londra non ha intenzione di piegarsi alla sua volontà; Maddie ha un nuovo piano e vuole portarlo a termine. La sua idea è quella di trasformare il Joy's Acre e intende realizzarla. Quello che le è accaduto giustifica l'indifferenza verso tutto ciò che rischia di dissuaderla dal suo obiettivo. Ma, paradossalmente, è proprio la cieca ambizione a portarla fuori strada.
Si piegò in avanti, entrambe le mani sulle ginocchia per sostenersi mentre cercava di portarsi aria ai polmoni, poi ebbe un capogiro. Un braccio la cinse alla vita. “Fai piano. Non respirare così a fondo, cerca di fare piano”. “Mi dispiace”, sussurrò lei.
A rimetterla in carreggiata ci pensa Seth.
Il loro è un rapporto che ha bisogno di compromessi per crescere. E ormai a tenere Maddie stretta al suo presente non c'è che quel legame. Ecco perché è costretta a rivedere i suoi piani, a reinventarsi; deve ascoltare ciò che il Joy's Acre e il suo proprietario hanno da dirle.
Si mette in gioco, ma con uno scopo diverso rispetto a quello iniziale. Fa il suo lavoro e si rende utile come meglio può. È così che arriva persino a scoprire l'arte dell'impagliatura.
Le pinze che avrebbe fatto insieme a Seth sarebbero state utilizzate per fermare la paglia sul tetto del cottage del giardiniere, dove sarebbero rimaste per i successivi trent'anni o forse, con un po' di fortuna, più a lungo. Sarebbero diventate parte della sua storia e Maddie non aveva mai fatto nulla che potesse durare così tanto.
Maddie segue l'esempio della spiga di grano. Se lo stelo diventa la paglia che protegge i tetti del Joy's Acre, lei si trasforma nella donna che ne preserva il futuro. E lo fa in nome di Joy.
Ma, con un po' di fortuna, il fato avrebbe sorriso sia a lei che al Joy's acre – in caso contrario, forse sarebbe stato segno che le cose dovevano andare così. A ogni modo, a vincere sarebbe stato il Joy's Acre, era quella la cosa più importante di tutte.
Permettetemi, qui in calce, di fare i miei complimenti all'autrice. La Davies ha un grande merito: quello di dimostrare che per scrivere una storia d'amore non è necessario rinchiudere i protagonisti in camera da letto da metà romanzo in poi. Ho apprezzato davvero la scelta di rendere “intimo” il quotidiano. Mi sento di abbassare il cappello e dire: “Chapeau!”.

[Copia arc ricevuta dall'editore]
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