SPIACENTE,NON SEI IL MIO TIPO (A.ZARLENGA)

il
8 marzo 2019
Buon venerdì Lettrici, in occasione della Festa della Donna oggi vi parlo di una commedia romantica che ho avuto il piacere di leggere in anteprima: Spiacente, non sei il mio tipo di Anna Zarlenga che dopo l’esperienza self, esce oggi in ebook tramite Newton Compton Editori. Un romanzo in cui la protagonista è forte e determinata.
Ecco la mia recensione, subito dopo la trama.

SPIACENTE, NON SEI IL MIO TIPO
ANNA ZARLENGA
Data pubblicazione: 08/03/2019 Editore: Newton Compton Editori Serie: standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Sara e Teo non potrebbero essere più diversi. Lei lavora come ricercatrice all’università, lui è un figlio di papà che presto o tardi erediterà una casa di produzione televisiva. Lei è bassina, ha forme morbide ed è poco appariscente, lui è il classico playboy sbruffone. In sostanza non hanno nulla in comune se non, a quanto pare, un’indiscussa antipatia per i matrimoni. Ed è proprio a una cerimonia di nozze che si conoscono e hanno modo di trovarsi insopportabili a vicenda. La reciproca e dichiarata incompatibilità non impedisce loro di dare inizio a un battibecco che li porta, un po’ per sfida, un po’ per gioco, a oltrepassare il limite… Ma nessuno dei due dà peso alla cosa: sono perfettamente consapevoli di non piacersi e che non si incontreranno mai più. I piani del destino sono però ben altri. Dopo una vita passata a dissipare soldi senza realizzare granché, Teo è costretto dal padre a riprendere a frequentare l’università: in caso contrario potrà dire addio al suo lavoro nell’azienda di famiglia. E il caso vuole che una delle sue docenti sia proprio l’insopportabile ragazza conosciuta mesi prima a un matrimonio…
Non sei il mio tipo! Ecco l’unica certezza che hanno in comune Sara e Teo.
Conosco quell’espressione. Sta valutando quanto io gli faccia schifo da uno a dieci. Be’, per la cronaca, lui mi fa schifo dodici.
Lei non ripone particolare fiducia nel genere maschile e ha una cotta non corrisposta per il professore che assiste all’università.
Lui ha fin troppa fiducia in sé stesso e i suoi standard femminili non si discostano mai troppo dal genere modella-sexy e fingere di lavorare nell’azienda del padre gli permette di ottenere tutto ciò che vuole. Sempre.
L’antipatia tra i due è palese fin da subito, dopo il primo incontro al matrimonio tra il migliore amico di Teo e la sorella di Sara.
Sara mette subito in chiaro di non vedere in lui altro che un playboy da strapazzo e a Teo non va proprio giù il fatto di non essere tra le sue grazie, anche se lei è l’ultima donna al mondo che prenderebbe in considerazione. In fondo è una questione di principio, non è possibile che questa ragazza non cada ai suoi piedi… Nessuna lo fa.
Un po’ per scommessa e un po’ per ripicca, scatta il primo bacio e anche se nessuno dei due vuole ammetterlo, la scintilla si sta già accendendo.
Questa donna ha un effetto deleterio sulla mia capacità di ragionare. Sarà il suo poco sex appeal che danneggia le connessioni tra i miei neuroni.
Il caso vuole che il padre di Teo sia arrivato il limite e non sopporti più di vedere il figlio nullafacente nella sua azienda e lo obblighi a riprendere gli studi universitari dove, guarda un po’, lavora e insegna Sara.
Il loro secondo incontro e quelli successivi si dividono tra battibecchi (di lei) e scenette comiche al limite dell’assurdo (di lui) che tenta in tutti i modi di convincere Sara, con le sue (finora) invincibili tattiche da Casanova, di fargli passare l’esame di Semiotica in cambio di consigli per conquistare il professore.
Ho accompagnato la proposta con uno sguardo che per me è più che eloquente e dice “gettami a terra e timbrami come un foglio protocollo”
Finché a Teo non viene l’idea del secolo: perché non fare innamorare di lui Sara, giusto il tempo di passare l’esame, e poi mollarla? In questo modo lui avrebbe sia il voto che gli serve, che la ripicca contro questa donna che sembra essere immune al suo fascino.
La svolta arriva durante una serata di gala in cui Teo rappresenta l’azienda insieme alla famiglia, e Sara accompagna il professore (viscido e sfruttatore, Sara ma cos’hai in testa?). Dopo un’accesa lite e un altro siparietto comico scatta il secondo bacio.
Sto davvero sfoderando tutte le mie armi per farla cadere ai miei piedi. Non ho mai affrontato un osso così duro. Non te lo aspetteresti, da una che ha l’appeal di un cestino per la frutta. E ci sono cestini per la frutta decisamente più interessanti, dal punto di vista estetico.
E scatta qualcosa anche nel professore che finalmente nota Sara come una donna e la invita a uscire. Anche se questo è tutto ciò che lei ha sempre sognato, quando arriva la proposta, non riesce ad esserne del tutto entusiasta: forse ha idealizzato troppo questo momento, o forse qualcun altro si è già insinuato nel suo cuore senza che lei se ne sia accorta.
Quando Teo scopre dell’appuntamento, qualcosa si smuove finalmente in lui e una verità scomoda ma lampante, si fa strada anche nel suo cuore e nella sua mente, tanto che il piano che aveva in mente sembra non avere più senso.
«Ho fatto troppi castelli in aria, dici?». «Forse sì. O forse quello che cercavi non era quello di cui hai realmente bisogno».
È stato divertente vedere la storia dai punti di vista dei protagonisti e la scrittura dell’autrice, che avevo già avuto modo di conoscere nei suoi precedenti lavori. È frizzante e scorrevole e mi ha strappato parecchie risate, tanto che arrivata all’ultima pagina avevo ancora il sorriso sulle labbra.
Una delle cose che ho davvero apprezzato di questo romanzo è lei, Sara. Una protagonista vera, non perfetta, con un pessimo carattere e che tiene testa al belloccio di turno. Alleluia!
Ho trovato decisamente adorabile il modo in cui Teo cerca continuamente di convincersi che non prova niente per Sara e quando finalmente se ne accorge, le farfalle nel mio stomaco hanno fatto una ola gigantesca.
Il professore ve lo dico senza mezzi termini, l’avrei asfaltato subito dopo averlo conosciuto, dopo le prime due parole uscite dalla sua bocca.
Dovrei essere su di giri, ma l’unica cosa a cui riesco a pensare è la crudeltà di una madre che decide di chiamare il figlio Cristoforo. Un po’ come mia sorella maggiore che ha chiamato il figlio Pompeo. Roba da togliere la patria potestà.
Il messaggio di questo libro è chiaro: vietato fermarsi alle apparenze. Anche dietro a una facciata non del tutto perfetta c’è una personalità interessante che può piacerti più dell’involucro in cui è contenuta.
Teo ci ha messo un po’ a capirlo e convincere Sara che insieme sono perfetti, proprio perché insieme possono essere loro stessi. Senza cercare metodi insulsi per conquistare l’altro, entrambi hanno trovato ciò che inconsciamente cercavano.
Un romanzo perfetto per ridere a crepapelle e nel frattempo riflettere sul fatto che non sempre una bella confezione racchiude il regalo perfetto.
Buona Lettura e buona Festa della Donna a tutte le donne che leggono Pieces of Paper Hearts!


[Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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