Buongiorno lettrici! Settembre è partito alla grande e il tempo sta volando. Apriamo le danze di questa settimana con la recensione di una delle uscite estive di casa Triskell Edizioni. A luglio è infatti uscito il romanzo standalone di Kate Stewart, “Drive”. Avevamo già letto quest’autrice tra lo scorso anno e la primavera di quest’anno, quando sempre Triskell aveva pubblicato la duologia sportiva “Balls in play”; ora l’autrice è tornata per conquistare i cuori delle lettrici con questo strepitoso music romance, che personalmente avevo già in wishlist da quando fu pubblicato in lingua inglese.
DRIVE
KATE STEWART
Data pubblicazione: 16.07.2018
Editore: Edizioni Triskell
Titolo Originale: Drive
Serie: Standalone
Finale: Autoconclusivo
Genere: Music romance
Trama: La musica… il più grande bibliotecario del cuore.Editore: Edizioni Triskell
Titolo Originale: Drive
Serie: Standalone
Finale: Autoconclusivo
Genere: Music romance
La durata media di una canzone è tre minuti e mezzo; quei tre minuti e mezzo potrebbero portare a un lento battito di ciglia, a uno sguardo sul passato o a catapultare l’anima in una nostalgia che fa a pezzi il cuore.
All’apice della mia carriera, avevo la vita che volevo, quella che avevo sempre immaginato. Avevo trovato il mio tempo, il mio ritmo. Poi ho ricevuto una telefonata che mi ha lasciato stonata.
Sapete, le mie canzoni preferite trovavano il modo di suonare in contemporanea. Ero innamorata dei ritmi di un uomo e delle parole di un altro. Ma quando si trattava della colonna sonora di una vita, come si poteva scegliere una canzone preferita? Quindi, per cancellare ogni dubbio, ho buttato via il mio biglietto di prima classe e ho deciso di fare il viaggio in auto, concentrata sullo specchietto retrovisore.
Due giorni.
Una playlist.
E la lunga strada verso casa, verso l’uomo che mi stava aspettando.
Stella ha vent’anni e ha sempre saputo che la musica sarebbe stata la sua vita, con le melodie ci avrebbe lavorato in qualche modo, perchè la sua vita e l’arte dei suoni e parole sono legate da un intricato filo, impossibile da snodare.
Per lei ogni canzone esiste per render eindimenticabili gli attimi dell’esistenza di chiunque, ogni canzone esiste per accompagnare determinati momenti degli esseri umani. Così, con il sottofondo della playlist più importante della sua vita, ci riporta indietro con lei, da quando molti anni prima si trasferì a casa della sorella e del fidanzato di quest’ultima. Un trasloco che mette sulla sua strada due differenti vite, due ragazzi diversi, due amori, due percorsi. Entrambi fondamentali, ambedue indimenticabili e forti in egual misura. Due vie differenti, una scelta.
Tutto sembrava andare per il meglio, tranne che per i pezzi frastagliati di me stessa che mi sferragliavano nel petto come un rumoroso pezzo di bigliotteria.Da una parte Nate, un bellissimo biondo, imprenditore emergente all’epoca dei fatti, attratto e poi profondamente innamorato di Stella, è un giovane uomo solare ma allo stesso tempo risoluto, paziente e gentile come pochi.
L’altra strada è quella del batterista di una band emergente, i Dead Segeants: Reid. Il migliore amico di sua sorella, schivo e burbero, una storia famigliare difficile, un passato che lo ha indebolito e portato a fare scelte errate. Abituato a scappare davanti alle difficoltà. Stella sembra essere un primo punto fermo, capace di farlo fermare dinnanzi a un vero impegno, fin quando la pressione di tutto e tutti è troppa e allora cede, abbandona la ragazza e Austin.
La vita andava avanti. Era come se lui non fosse mai esistito. Nessuno parlava di lui. Ma io lo sentivo. Radicato nel profondo. I nostri sette minuti in un loop, la nostra canzone interrotta.Due uomini, due personalità, agli antipodi che nel corso della storia faranno andare ripetutamente in tilt testa e cuore della protagonista. Nate o Reid? Reid o Nate? Il buio o la luce, il giorno o la notte?
Sia l’uno che l’altro amano Stella e per lei desiderano il meglio, ma il meglio per Stella porta il nome di entrambi. Dovrà quindi scegliere, è chiaro. Ma chi? La playlist è lunga e alterna ricordi felici e tristi, scelte istintive e altre ponderate; amore, odio, risentimento, rabbia, delusione, successo e sconfitte.
La decisione di Stella non la troverete così ovvia e per scoprirla dovrete arrivare alla fine. Perché anche quando si pensa di aver capito, resta quel minimo dubbio che fa vacillare le certezze fino alla fine.
C'è qualcosa nella musica che unisce le persone. Ma deve essere la musica giusta. Quando si trattava della musica che mi colpiva, ero dipendente dalla spinta delle emozioni che mi trasmetteva: rabbia, amore, odio, avidità, fame, sete, disperazione, redenzione, pace e fantasia. La musica era il mio punto di riferimento, il mio luogo di culto. Se ne restavo senza troppo a lungo, sentivo la smania di un tossicomane.È una narrazione incalzante, che cattura fin da subito e parola dopo parola incastra il lettore nei meandri, nelle pieghe di una storia profonda e intensa. Un romanzo che è un viaggio ma anche un percorso di crescita emotiva.
Insieme alla protagonista, leggendo questo romanzo si ripercorre la fine dell’età adolescenziale, l’ingresso nel mondo vero, reale degli adulti, fino alla realizzazione personale.
Non manca l’ilarità che smorza il clima, il pathos, crescente, e non mancano le scene bollenti che scaldano il ritmo della storia intima di Stella.
Ogni capitolo scritto dalla Stewart è un frammento di quella playlist che Stella ascolta mentre viaggia verso casa e per non perdervi le emozioni che trasudano, dovete accompagnare la lettura con la musica scelta per l’occasione. Armatevi quindi di auricolari e lasciatevi andare alla narrazione con il sottofondo perfetto.
“Drive” è un romanzo che come ho detto prima è intenso, molto diverso dagli altri di quest’autrice.
Ha il pregio, questo libro, di essere emozionante, istruttivo e sensuale, tutto insieme. Per questo, seppur non si aggiudica il voto massimo, resta uno dei music romance più belli che ho letto nella mia vita di lettrice.
“Drive” è un viaggio per far pace con se stessi, per salutare il passato, farci pace e ringraziarlo per essere stato ciò che è stato.
Era sempre la musica a farmi più male. Procurava il danno maggiore. Per ogni singolo giorno della mia vita avevo una canzone che coincideva con esso. Alcuni giorni erano delle repliche.Peccato per alcuni difetti che ho riscontrato durante la lettura e sui quali non sono riuscita a sorvolare perché, per quanto bella la lettura, alla presenza dei refusi si spezzava e a ciò si è aggiunto il formato scomodissimo di lettura fornitomi dalla casa editrice, che comunque ringrazio per avermi inviato il file. Purtroppo però una copia arc non impaginata spezza e danneggia, almeno per quanto mi riguarda, il ritmo e l’esperienza di lettura.
A parte ciò, però "Drive" è un romanzo che non si può perdere… e la playlist è una vera bomba di cultura musicale.
La musica è il più grande bibliotecario del cuore.
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