[RECENSIONE DOPPIA] LA CASA DEL GELSOMINO BIANCO (S. SERRA)

il
30 marzo 2021

 
 
Buongiorno Pieces!
Quest'oggi è uscito il nuovo romanzo della Royal Books Edizioni e come da tradizione io e Marta ve ne parliamo in anteprima!
Come sarà andata la lettura? Ve lo raccontiamo dopo la scheda! Seguiteci!!!


LA CASA DEL GELSOMINO BIANCO
SARA SERRA
Data pubblicazione: 16.03.2021 Editore: Royal Books Edizioni Serie: standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: La famiglia è un dono prezioso, dal valore inestimabile. Ed è proprio in una famiglia protettiva e amorevole che crescono Alena Demeo ed Ethan Loi, in una tenuta tra le campagne Picene dove imparano già da piccoli ad amare la terra, il vigneto, l’orto dei nonni e i mercati biologici della domenica. Alena ed Ethan non sono fratelli ma la sorte li ha uniti sin dalla nascita, promettendo loro di tenerli insieme per sempre. Il destino, però, a volte è beffardo, soprattutto quando sono i pregiudizi a mettersi in mezzo tra il fato e il libero arbitrio. Eppure, sebbene molti le chiamino streghe, le donne Demeo superano ogni pregiudizio entrando nel cuore di chiunque varchi la soglia di “Villa Sole”. Ma quando tutto sembra scritto, prevedibile e predeterminato, un paio di occhi color cioccolato, quelli di Cristian, mettono in dubbio ogni certezza acquisita. Il destino è forse pronto a rimescolare le sue carte? Tra segreti e verità taciute, tra antiche spezie e qualche ingrediente magico, osteggiata dai rimorsi del passato e con mille aspettative per il futuro, Alena è pronta a far rinascere l’azienda di famiglia e la vecchia tisaneria delle zie. Ma sarà capace di fidarsi ancora del destino?
“La casa del gelsomino bianco” è uno di quei libri che ti entrano fin dentro le ossa.
Li senti nell’animo, nel cuore, negli occhi, insomma, ti toccano ovunque e ne senti gli strascichi anche dopo averlo concluso.
Ti rimane appiccicato e difficilmente puoi dimenticare un’emozione del genere.
Caso vuole che, dopo averlo finito, ovunque mi capitassero dei segnali che mi facevano tornare, immediatamente, all’interno della storia.
Insomma, credo che un po’ della magia delle sue pagine sia rimasta in di me e non la lacerò svanire tanto facilmente.
Questo libro racchiude così tanto con le parole che non so se riuscirò a esprimerne qui tutta l’essenza, ma ce la metterò tutta.
“La casa del gelsomino bianco” parla di destino, di quello che crediamo già scritto e di quello che ti sorprende. Parla di sofferenza, di amore – quello puro della famiglia, quello dei legami che sembrano scritti tra le stelle e dell’anima gemella.
Parla di profumi, di campagna, di sole.
Con le sue descrizioni vi ritroverete immersi in un ambiente pieno di colore e anima.
Tutti prima o poi torniamo. Torniamo da chi abbiamo salutato in lacrime, torniamo da qualcuno che pensavamo non avremmo più rivisto, torniamo da chi ci fa stare bene e a volte anche da chi ci ha fatto male. Torniamo perché sentiamo il bisogno di ricongiungerci a qualcuno, a un posto lontano, a un ricordo che ci appartiene più di un presente estraneo.
Così tornai anch’io.
Ethan e Alena sono un’unica realtà, un’unica essenza.
Dove finisce l’anima di uno inizia quella dell’altra.
I loro occhi si sono incontrati nella culla dell’ospedale in cui sono nati e da lì non si sono mai lasciati.
E un’unione così era destinata a unica conclusione. Ma se ciò che dovrebbero volere fosse in realtà diverso da ciò che desiderano realmente?
Tutto si riferiva ad Alena ed Ethan, non esisteva solo Alena né esisteva solo Ethan.
Esistevano solo Ethan e Alena.

La narrazione è alternata tra Alena ed Ethan. In quello di Alena vediamo il presente e la lotta per la sua terra, dopo aver ritrovato sé stessa quando tutto sembrava ormai perso.
E in questo percorso ritrova di nuovo Cristian.
Questo incontro avviene esattamente nel momento più giusto e non poteva essere altrimenti. Ma qualcosa che è stato nascosto per tanto tempo potrebbe sconvolgere tutto quello in cui crede.
Il tempismo è tutto, l’ho sempre pensato. La gestione del tempo è un affare solo nostro ma è già decisa da un disegno più ampio di quanto noi stessi saremo mai disposti ad accettare.

Nel pov di Ethan ripercorriamo il loro passato; dalla più tenera età fino a quella adulta.
Capiamo e conosciamo il loro rapporto, una finestra che ci mostra l’evoluzione della loro amicizia, ma definire il loro rapporto sotto qualsiasi appellativo sarebbe riduttivo.
Come dicevo, è un legame che va al di là di tutto. È qualcosa di profondo, magico e singolare.
Oggi, come allora, mi guardava come se fossi l’unica donna sulla faccia della terra. E per me la terra avrebbe anche potuto smettere di girare in quel momento, perché fui certa che lui non mi avrebbe lasciato cadere. Non più.

Sara Serra ha uno stile davvero armonioso e ogni frase danza con gli occhi ed è un piacere leggere pagine scritte in questo modo. Descrizioni mai pesanti ed evocative tant’è che tutti quei colori e profumi sono facilmente visualizzabili nella nostra mente.
Questa storia è stata potente a tal punto che, nella parte finale, non ho potuto trattenere le lacrime. Mi sono lasciata andare e ho voluto vivere tutte le emozioni suscitate perché una delle tante cose che mi rimarrà di questo libro è proprio la fame di vita, di amore, di purezza e semplicità.
Quella magia che tante volte viene oscurata dalla negatività, dai periodi brutti della vita.
Ecco, in quelle occasioni mi riverranno in mente Ethan e Alena, una casa con il gelsomino bianco e un campo sconfinato di lavanda.
Per il momento è tutto, alla prossima Pieces, lascio la parola a Marta.



 
Bentrovati lettori! È un immenso piacere per me potervi parlare in anteprima del nuovo libro della Royal Books e che porta la firma di Sara Serra. L’autrice aveva scritto una raccolta di racconti in self qualche anno fa, ma per il suo debutto nel mondo romance ha firmato proprio con questa ce che fa della ricercatezza e varietà delle storie il suo marchio di fabbrica.
I libri hanno tanti poteri: ci fanno vivere le emozioni più disparate, ci fanno sognare, sperare nel lieto fine… a volte ci mostrano quanto gli umani possano essere crudeli, altre semplicemente ci permettono di conoscere le sfumature dell’anima attraverso racconti più o meno verosimili, altre ancora ancora attraverso una storia ci insegnano come rialzarci dopo una caduta dalla quale non sembra possibile tornare eretti.
Ma noi Demeo siamo fatte così: rincorriamo l’amore con la stessa foga con cui lui fugge da noi.

Ora, io non so quali storie voi preferiate ma posso affermare con certezza che questa storia non dovete lasciarvela sfuggire per nessun motivo.
“La casa del gelsomino bianco” è stata costruita con così tanta attenzione da non poter essere ignorata. Il titolo – così come la cover e la scelta della data di uscita – è estremamente appropriato, non solo per la location in cui si svolgono i fatti e per l’importanza che ricoprono i fiori nella storia, ma proprio perché ogni pagina è impregnata di quella essenza tipica del gelsomino: fresca e delicata, eppure impossibile da ignorare, riconoscibile e col potere di imprimersi nella mente e di restarci a lungo.
Attenzione però! Il fatto che sia delicata non deve fuorviarvi. Il tema portante non è affatto delicato, anzi è uno di quelli che nessuno di noi vorrebbe mai affrontare… ma non vi farò spoiler, perché dovete godere di questa lettura come ho potuto farlo io, lasciandovi trascinare da occhi color cioccolato così intensi da rapirvi, da capelli rossi che ricordano le amarene e occhi azzurri come il cielo più limpido. Voglio che vi lasciate circondare da ogni aroma, profumo, brezza e sentimento espresso in questo libro, in cui l’autrice riesce a generare una stimolazione olfattiva e gustativa in un modo così tangibile che resta difficile da credere e spiegare.
In verità la mia luce era stata oscurata molte e volte e stavo cercando di ritrovarla nelle cose intorno a me, nell’odore del fieno, in un morbido bacio sul muso vellutato dei miei cavalli o nel profumo del pane e caffè alla mattina

La capacità della Serra di descrivere luoghi, personalità e sentimenti è così credibile che vi sembrerà di poter attraversare a piedi nudi quei campi di lavanda e poterli sentire mentre camminate, vi guarderete addosso per vedere se vi siete sporcate di farina o zucchero.
Sentirete il campanello della porta della tisaneria tintinnare e vivere ogni scena come se foste lì e vorreste che Alena creasse una tisana solo per voi, con i suoi fiori e le sue spezie perché la sua è una capacità innata… quella tipica delle persone speciali.
Solo le persone speciali, mi disse un giorno la nonna, sono in grado di leggere dentro a paio di occhi che implorano, urlano, dettano milioni di parole mute.

Percepirete le emozioni dei molti personaggi investirvi in pieno stomaco, e vi verrà il dubbio reale che la magia esista eccome, che permei la nostra vita come ha avvolto quella di Alena e della sua famiglia.
Il pov è affidato ad Alena e Ethan, ma i molteplici personaggi secondari sono indispensabili al corretto svolgimento della storia e per rispecchiare gli intenti dell’autrice.
Questa storia è un viaggio nelle vite della famiglia Demeo, narrata grazie ad Alena, ma che coinvolge tutti i membri di questa famiglia non convenzionale. Una famiglia che ha conosciuto il dolore, dove i rapporti non sono rose e fiori, e dove l’unico perno è “Villa Sole”. Proprio quella villa nata dai sacrifici dei nonni che ora sembra non poter scampare al decadimento, se non attraverso Christian. E chi sia costui non tocca a me svelarlo.
Quando tutto sembra finito, qualcosa di più bello è pronto a ricominciare.

La maestria dell’autrice non vi sarà subito palese, perché è bravissima a depistare il lettore e proprio quando starete pensando di aver capito tutto, allora capirete anche quanto sia stata brava a mostrare ma non svelare, non fino a quando non è lei a deciderlo. I trentuno capitoli si snocciolano tra presente e passato e seppure vi permetteranno di conoscere ogni evento e conoscere Ethan in ogni suo aspetto. Poi il fulcro di tutto vi verrà svelato solo a tempo a tempo debito.
Questo è un romanzo che contiene talmente tanto che non si può chiudere in una categoria ben definita senza rischiare di snaturarlo: non è un fantasy, non è un triangolo, non è un enemy to lovers, non è un angst, ma è un po' di ciascuno e per questo è unico.
Beh, mi chiederete, ma allora qual è il tema del libro? La vita. È la vita nelle sue molteplici sfaccettature: nel bene e nel male, con l’amore e con l’odio, nella felicità e nell’invidia, con i sogni e le disillusioni. È la vita in e con famiglie non convenzionali  ma anche tradizionali; con la passione e la calma, ma soprattutto è la vita che scorre oltre tutte queste cose arricchita da un pizzico di eventi inspiegabili ma reali.
Ho amato Ethan e poi l’ho odiato, e poi mi ha scaldato il cuore e mi ha fatta piangere lacrime talmente amare quanto sincere.
Ho riflettuto a lungo sullo scrivere o meno questo dettaglio, ma credo di doverlo all’autrice. Lei non sa – anzi ora lo saprà – ma le sue parole sono state per me molto importanti in un evento che la mia vita l’ha cambiata per sempre. Quando Lorena mi scrisse quella frase dicendomi che erano tratte da un romanzo ancora inedito, non sapevo all’epoca da quale storia fosse tratta, né tantomeno chi fosse l’autrice, ma mi disse che il senso di quella frase era quanto io e mia famiglia dovevamo portare con noi. E quelle parole si sono impresse nella mia anima come un marchio a fuoco.
Porta il sorriso dei miei occhi per sempre con te, Alena. Fanne il tuo amuleto, la tua forza e il tuo appiglio quando ne avrai bisogno.

Alena è l’emblema dell’umanità. Forte e allo stesso tempo spaventata, intelligente ma allo stesso tempo cieca, in una parola: umana. Il fuoco delle sue emozioni si riversa in lei e nel lettore, in tutti gli aspetti che ci vengono donati della sua vita.
Ci sono dettegli che sono sicura noterete e che attraversano gli anni come un filo sottile, quasi invisibile, per poi disporsi in cerchio e, al momento giusto, chiuderlo ripristinando finalmente un equilibrio che fino a quel preciso istante era labile, incerto… il dare e togliere della vita che pare avere regole tutte sue, incomprensibili, finché non diventano chiare. Come il ruolo che assume Emanuele (e no, non vi svelo chi è e cosa farà).
E sempre in favore di questo equilibrio, nella storia non mancano momenti leggeri in cui sorridere, altri in cui l’aspettativa sale, dove la passione esplode, dove il legame della famiglia e dell’amore si sentono forte e chiaro (liti comprese) così come gli episodi di giovani spensierati, o di bambini e torte, di principesse e principi.
Tutti prima o poi torniamo. Torniamo da chi abbiamo salutato in lacrime, torniamo da qualcuno che pensavamo non avremmo più rivisto, torniamo da chi ci fa stare bene e a volte anche da chi ci ha fatto male. Torniamo perché sentiamo il bisogno di ricongiungerci a qualcuno, a un posto lontano, a un ricordo che ci appartiene più di un presente estraneo.

E io spero di tornare ancora a “Villa Sole”, di leggere degli altri membri della famiglia Demeo anche se so che questa è una storia che non ha seguito. Ma lo spero comunque perché al momento l’idea di non leggere ancora di loro non è affatto contemplato nella mia testa.
Molta di questa gente pensa che la neve sia solo fredda, bianca come qualcosa di asettico e scivolosa. Col tempo diviene impenetrabile, questo credono. Ciò che questa gente non sa, invece, è che basterebbe aspettare la primavera affinché il disgelo possa mostrare ciò che la neve aveva cristallizzato col solo intento di proteggerlo, perché quel bellissimo fiore non avrebbe resistito al freddo polare. Ciò che la gente comune non fa mai, Alena, è attendere nelle notti di nevicata natalizia, in pieno circolo polare artico, che i fiocchi cessino di cadere lasciando spazio allo spettacolo che il cielo sarebbe pronto a offrire ai più temerari, a quelli che sono disposti a sopportare anche il clima più rigido pur di assistere all’aurora boreale.

Forse non tutti apprezzeranno questo romanzo, forse non tutti ne afferreranno davvero il senso, ma coloro che sanno leggere attraverso ne saranno conquistati, vedranno lo spettacolo che è celato tra le pagine, e l’ameranno, come l’ho amato io.

[Copie arc digitali ricevute in omaggio dall'editore]

Scrivi il primo commento!
Posta un commento