UN INVITO INASPETTATO (T. ASHLEY)

il
9 dicembre 2020

Buongiorno amici lettori, sono ufficialmente entrata nello spirito del Natale e le mie letture di questo periodo sono caratterizzate da abbondanti nevicate, camini accesi e cenoni natalizi. L’autrice mi è particolarmente cara, anche stavolta è riuscita a stupire creando un romanzo, ambientato nella casa di Clara (affermata scrittrice), e suo marito Henry, un poeta. Sono due ottantenni pieni di brio; nella loro casa a ridosso delle feste, incontriamo moltissimi personaggi, i nipoti Lex e Zelda, il piccolo Teddy, Mark e sua madre Sybil, ma soprattutto incontriamo Meg, affermata pittrice che, con il nonno adottivo River, completerà il quadro di un intreccio piuttosto controverso.

UN INVITO INASPETTATO
TRISHA ASHLEY
Data pubblicazione: 12.11.2020 Editore: Newton Compton Editori Titolo Originale: The Christmas Invitation Serie: Standlone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Quest’anno Meg non è proprio in vena di festeggiare il Natale. Non è mai stata il tipo da decorazioni e regali e come se non bastasse sta cercando di rimettersi in sesto dopo una brutta rottura sentimentale. E così, quando riceve un inaspettato invito per un lavoro da portare a termine durante il periodo natalizio, accetta senza esitazione. Trascorrere le festività in campagna, lontana da Londra e dai suoi dolorosi ricordi, potrebbe essere l’occasione giusta per rilassarsi e ritrovare un po’ di pace. Al suo arrivo, la casa che la aspetta è deliziosa e accogliente: proprio quello che ci voleva! Lasciandosi coccolare dall’atmosfera festosa, Meg comincia persino a sentirsi pervasa dallo spirito natalizio… Finché non nota un volto familiare: Lex. Il suo primo amore, nonché il nipote della coppia che le ha commissionato il lavoro. Meg ormai è sicura che il destino stia facendo di tutto per complicarle la vita, ma non ha fatto i conti con la magia del Natale…
Era la dodicesima notte e un vento gelido soffiava intorno alla Casa Rossa, lanciando di tanto in tanto contro la finestra una manciata di fiocchi di neve, oppure ululando minaccioso attraverso il camino.

Meg è cresciuta con River e la sua famiglia in Galles, in una sorta di fattoria dove non festeggia il Natale, ma il solstizio d’inverno. È un luogo un po’ new age, un po’ alternativo, pieno di spirito di pace e fraternità.
Nella Casa Rossa di Henry e Clara, Meg – incaricata di ritrarre i padroni di casa – troverà delle risposte inaspettate a domande che la assillano da tempo e addirittura scoprirà un legame con i nonni materni di cui era ignara.
Quell’immagine lo aveva fatto sbellicare dal ridere: a cena era stato vivace e chiaccherone finché l’entusiasmo della giornata lo aveva sfinito…

Ottimo romanzo e scrittura perfetta. L’intreccio tra il diario di Clara che racconta i tempi della sua giovinezza, le vicissitudini di Meg che ritrova Lex – un amore mai dimenticato del college e le disavventure dei personaggi davvero piuttosto ambigui creano un romanzo che tiene incollato il lettore alla pagina.
È un romanzo alternativo, ci sono tutti gli ingredienti tipici della lettura natalizia, la neve, il freddo, il camino acceso e il ritrovarsi in famiglia, ma si aggiunge una modalità diversa di festeggiamento.
Poi chiacchierò a lungo dei misteri del Karma, della predestinazione e roba del genere, ma io non ci feci tanto caso. Ero già pervasa da un forte senso di meraviglia davanti al filo sottilissimo ch intrecciava le nostre vite, legandoci gli uni agli altri.

Alla fattoria di Meg e River non c’era spazio per il tacchino, né per i regali, si contempla la Dea Madre di tutte le cose, aggiungendo così delle novità ben gradite nella Casa Rossa.
Il romanzo è ricchissimo di dialoghi e descrizioni dettagliate dei luoghi, ma anche dei personaggi, nulla è lasciato al caso tutto segue un preciso ordine che costruito e calibrato.
Assolutamente una lettura di Natale da regalarsi e da regalare.
Di fronte a me vidi l’imponente e pomposo profilo di una magione gotico-vittoriana: era abbellita da torri e torrette di ogni foggia, decorazioni che ricordavano il pan di zenzero, tettoie spioventi e una miriade di comignoli.

 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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