UBI TU (D. P. CUMBERBATCH)

il
8 maggio 2020
Bentrovati lettori! Avete presente quei libri che vi attraggono come calamite ma, allo stesso tempo, cercate di evitare per terrore di leggere qualcosa di troppo vicino a come vi sentite o a parti della vostra vita? Ecco, questo è stato per me questo libro. Lo avevo in lista da tanto, attratta non solo dal titolo, ma anche dalla trama.

UBI TU. SEI LA MIA EMOZIONE
DEBORAH P. CUMBERBATCH
Data pubblicazione: 12/07/2019 Editore: Self publishing Serie: serie Lie Derectors(#1) Finale: Cliffhanger Genere: Contemporary romancr
Trama: Avevo quindici anni quando Stephen Holland, il più grande esperto al mondo di linguaggio del corpo e di mimica facciale, mi ha salvato la vita.Con i suoi libri e i suoi studi mi ha permesso di non essere risucchiata dalla spirale di solitudine e inesistenza che era diventata la mia quotidianità e le emozioni si sono così trasformate nel mio rifugio, la mia casa, la mia certezza.Rappresentano la mia arma: io sono una lie detector.Scovo la verità scritta sul volto di ogni persona, nei gesti, nei silenzi, nelle contraddizioni.Sono una macchina della verità: osservo, codifico, interpreto e oggi faccio parte della Holland Investigation Agency per lavorare con lui e aiutarlo a risolvere casi considerati impossibili.Potete capire la mia delusione quando scopro che il mio eroe è così bello da sembrare una statua greca, ma è come un robot che ha rinunciato a provare qualunque tipo di emozione e non esita un attimo a dirmi che, per via della mia sensibilità, questo lavoro potrebbe schiacciarmi.Ritiene che la mia umanità possa rendermi debole.Tuttavia i suoi occhi sembrano parlarmi con un linguaggio che supera le parole, un sussurro di emozioni al di là del tempo, un mistero che esige di essere svelato.E io mi fido, perché gli occhi non mentono mai: sono frammenti di anima di uno specchio che deve essere ricostruito e che tingono le espressioni facciali di sfumature uniche.Dovrei stargli lontana, perché uno sguardo non dovrebbe avere tanto potere, ma non voglio.So che questo è il mio posto. Sono nata per essere qui e ho intenzione di dimostrarlo.Perché Stephen Holland è anche la prima persona ad avermi vista davvero.È il mio maledetto evento sincrono.«Tu sei una maledetta emozione, Megara.» Pare non avermi nemmeno sentita.«Un’emozione?» domando, perplessa. Sembra quasi un’offesa.«Sì, l’unica che non riesco a controllare. Rabbia, paura, gioia, tristezza, sorpresa, colpa, vergogna… erano semplici, prevedibili, sistematiche. Ma tu…» scuote la testa, «sei diventata un’emozione, la mia emozione, e non so se riesco a controllarti. Né se lo voglio.»Primo volume della dilogia lie detectors.
Punto centrale del testo? Le emozioni e la loro interpretazione, uno di quegli argomenti che per me sono una sorta di attrazione-repulsione. Voglio dire, chi non sarebbe curioso di conoscere il metodo per interpretare le emozioni di chi abbiamo di fronte? E ancora, come reagiamo alle emozioni? Megara e Stephen, pur avendo fatto delle emozioni il loro lavoro (e che lavoro!) le vivono e le manifestano in modo opposto.
Ma andiamo con ordine, ho davvero tanto da dirvi, seguitemi!
Partiamo dall’inizio del libro, che si apre con una prefazione – scritta dall’autrice stessa – per puntualizzare alcune cose e che secondo me ha fatto benissimo a fare. In essa è chiarito che la professione di “lie detetector” (il lavoro svolto dai personaggi) non esiste, così come pure i corsi di laurea e le scuole specialistiche che nomina. Sottolinea però di aver preso spunto dalle teorie di Paul Ekman riguardo alla cinesica, la scienza che studia la mimica facciale, la rivelatrice delle emozioni e delle menzogne che si palesano attraverso movimenti incontrollabili a livello conscio.
Le parole possono ingannare, ma il linguaggio del corpo è quasi impossibile da falsificare, perché bisognerebbe avere la consapevolezza di tutti i suoi muscoli in ogni singolo istante, ed è una pretesa assurda, ecco perché questo produce un’informazione coerente e interpretabile in modo univoco.
Ammetto che la prefazione potrebbe sviare il lettore, inducendolo a credere che non si troverà davanti a un romance, ma vi assicuro che così non è poiché Ubi tu è al 100% un romance.
La magia e l’unicità di questo libro sta proprio nel raccontare una storia sviscerando le emozioni di tutti i personaggi (dai principali ai minori) non solo attraverso dei flussi di coscienza, ma anche tramite quello che gli occhi dei protagonisti vedono e interpretano.
Un pregio e una condanna per coloro ai quali sembra che nulla può sfuggire.
Quando però quelle emozioni le provano sulla propria pelle, la loro conoscenza sarà sufficiente?
Stephen è il titolare della Holland Investigation Agency, con sede a Londra un’agenzia che si occupa di risolvere i casi più svariati e di affiancare la polizia quando le prove fisiche sui sospettati non sono sufficienti, quando si hanno dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni degli imputati o dei testimoni e non solo.
Megara e Stephen si approcciano alle emozioni in modo totalmente diverso, non tanto nell’analisi di terzi, quanto proprio nel modo di viverle e di applicarle alla loro vita e nel lavoro.
Megara, è spumeggiante, aperta, gentile, ironica, umana nel senso più puro del termine; questo fa sì che ciascun caso la coinvolga a 360 gradi. Ha lasciato l’amata Napoli per prendere in mano la sua vita e realizzare i suoi sogni, e uno di questi è proprio lavorare per l’uomo che le ha fatto scoprire e amare la cinesica.
Vorrei prendermi a testate: per una che dovrebbe saper controllare le emozioni, sembra proprio che ne sia pericolosamente schiava.
Stephen ha fatto del controllo di sé e delle emozioni il suo dictat:
I suoi muscoli, il suo volto, la sua postura: è come se tutto fosse impresso nella pietra, non un movimento che possa tradire qualche piccola emozione. Nulla, assolutamente niente. È una sorta di robot?
L’unica che riesce a fargli abbandonare tale status, è sua figlia; l’amore e la devozione che prova per quella creatura è tangibile e chiara.
Ho adorato questo libro in cui niente è lasciato al caso. Un romance particolare, in cui i sentimenti si intrecciano perfettamente ai casi da risolvere, ai personaggi secondari. È come se al suo interno racchiudesse dei mini-thriller, in cui le risposte vanno cercate minuziosamente, seguendo indizi disseminati in luoghi non scontati e soprattutto nella mente e nelle espressioni dei personaggi coinvolti.
Non so se abbiate mai visto la serie televisiva “Lie to me”, ma se lo avete fatto, sapete di cosa sto parlando (se invece non vi ci siete ancora cimentate, dovreste farlo). Leggere questo libro è l’occasione giusta per approfondire e apprezzare un argomento decisamente affascinante.
Il punto di vista narrativo è in prima persona, affidato a Megara, e sono sicura che questa scelta sia stata ben ponderata dall’autrice. Sì perché vedete, questo è un libro in cui ogni parola, ogni capitolo, ogni scena è stata studiata nei minimi dettagli, posizionata strategicamente, così come lo studio e la creazione dei personaggi, tutti, ciascuno con una personalità e un ruolo ben definiti. Così come la scelta di affidare il pov dell’epilogo a Stephen, perché se non lo avesse fatto, non credo che sarebbe riuscita a vendere anche il secondo volume. È stato un colpo di genio, l’ennesimo.
Mi ci sono voluti mesi per comprendere che quelle regole che tenevo tanto a cuore, quei meccanismi eterni che governano il nostro cervello non sono impeccabili e assoluti come ho sempre creduto. Sono fallaci, pieni di crepe in un muro incrollabile, e formano una ragnatela intricata che si crea per ogni nostro punto debole.
Ho apprezzato che l’autrice abbia dato vita a due personaggi forti e determinati, uscendo dai soliti clichè, e lo ha fatto per tutto il libro.
L’impegno dell’autrice è maniacale sia nella cura del testo che nella correttezza delle informazioni che trasmette e nel modo in cui lo fa.
Mi ha condannato, mi ha salvato, mi ha benedetto e maledetto e sono stato suo, ogni singola parte di me è stata donata a lei come se fosse una sacerdotessa, una dea che pretende un sacrificio in dono.
Ammetto che se non amate gli aspetti psicologici ben approfonditi potreste trovare la lettura in alcuni punti troppo prolissa, ma non fatevi fuorviare, andate avanti, è sempre un romance e soprattutto, un romance che merita di essere letto.
È un romanzo corposo e non solo per il numero di pagine, ma vi assicuro che è proprio questa corposità a renderlo interessante, stimolante, a non far cadere nella noia né tantomeno nella staticità. È un romanzo dinamico dall’inizio alla fine. D’altronde non poteva che essere così dato che racconta di amore e amicizia e contiene scienza, ironia, tristezza, insicurezza, problemi mentali, stralci di vita e famiglia. Tutto questo non poteva essere certo raccontato in 200 pagine.
Non mancano poi le scene passionali, ben tarate e messe al punto giusto, anche quelle utilizzate per rafforzare il fulcro di tutto il libro:
Bacia le mie labbra, il mio corpo, le mie paure, i miei dubbi, i miei desideri, le mie domande, i miei sogni, i miei sorrisi e mi tiene a sé per impedirmi di perdermi. Perché ognuno di noi può smarrirsi in se stesso, nella propria testa, nei propri mondi, nei propri timori, ma Stephen Holland mi bacia promettendomi il più meraviglioso dei viaggi e di seguirmi sempre. In ogni istante. Parlandomi di tutto quello che è stato taciuto. Ci baciamo privandoci del respiro, è una vertigine, una guerra, ma allo stesso tempo è il nostro modo di arrenderci, di salvarci.
A proposito della fine, preparate l’antiacido e ritenetevi fortunate che sia già disponibile il secondo volume perché rimarrete sconcertate, perplesse e affamate di conoscere il seguito.
L’eterna lotta tra ragione e sentimento, tra quello che si mostra e quello che si è, danno vita a un sali e scendi continuo ed emozionante.
Io e Stephen ci stiamo dicendo tutto quello che avremmo voluto dirci in questi mesi, ogni parola è un contatto tra i nostri corpi, ogni sensazione racchiude ricordi e i ricordi pensieri, che lasciamo circolare liberi a suon di emozioni.
Se amate le storie basate sul famoso “filo rosso del destino”, questa lettura fa per voi; i protagonisti sono l’emblema di questa teoria: nonostante tutto, se due anime sono destinate a incontrarsi, ciò succederà, non importa quanto la vita, gli imprevisti, la ragione e le sterzate brusche possano portare fuori strada. Si incontreranno, questo è certo.
«Tu sei una maledetta emozione, Megara.» Pare non avermi nemmeno sentita.
«Un’emozione?» domando, perplessa. Sembra quasi un’offesa.
«Sì, l’unica che non riesco a controllare. Rabbia, paura, gioia, tristezza, sorpresa, colpa, vergogna… erano semplici, prevedibili, sistematiche. Ma tu…» scuote la testa, «sei diventata un’emozione, la mia emozione, e non so se riesco a controllarti. Né se lo voglio.»
Alla prossima con la recensione del seguito!

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