PLEASE STAY (E. S. RICCI)

il
6 febbraio 2020

Salve lettori! Oggi vi parlerò di “Please stay” dell’autrice Ester Sofia Ricci.
Un libro autopubblicato che mi ha colpito, lo ammetto, ma non nel modo in cui speravo.


PLEASE STAY
ESTER SOFIA RICCI
Data pubblicazione: 05.12.2019 Editore: Self Publishing Serie: London Calling Series (#1) Finale: Autoconclusivo Genere: Contemporary romance
Trama: "Allyson Spencer non ha bisogno di un uomo o di abbandonarsi alle frivole sensazioni amorose". Questo è il mantra che Allyson si ripete dal giorno in cui ha perso ogni speranza nel genere maschile. Tuttavia è difficile ignorare lo sfarfallio allo stomaco, quando sei costretta a stare al fianco dell'uomo che te lo provoca per portare a termine il lavoro più importante della tua carriera. Allyson infatti lavora per la RidleyBooks, una famosissima e indipendente casa editrice, ma ha perso la vena creativa e rischia di essere licenziata se non proporrà un'idea convincente. La fortuna le fa incontrare Roger Strauss, imprenditore milionario e proprietario dell'azienda informatica più importante del momento, e decide di scriverne la biografia. Le cose sfortunatamente non vanno secondo i piani: Roger è perseguitato da minacce di morte e Anthony, fratello di lui e investigatore privato, la esorta a rinunciare alla biografia. Allyson si ritrova immischiata tra due fuochi: da una parte il rischio di rimanere coinvolta nelle minacce, dall'altra un paio di occhi azzurri che la colpiscono dritta al cuore. Riuscirà a rimanere fedele al suo mantra?
Allyson Spencer è una giovane scrittrice italo - inglese un po’ in crisi d’idee. Vive a Milano e ha già pubblicato tre romanzi con una piccola casa editrice, tuttavia sta attraversando un momento di stallo, è a corto d’idee. All’addio al nubilato della sua amica Anna, incontra un uomo, anche lui in procinto di sposarsi, che potrebbe risolvere il suo problema. Si tratta di Roger Strauss, un imprenditore inglese che in Italia si è fatto strada da poco nel campo dei software informatici fino a ottenere soldi, fama e successo.
Allyson e Roger sono in sintonia e per questo lei ha l’idea di scrivere la sua autobiografia. Se l’uno è entusiasta, lo stesso non si può dire di Anthony Strauss, fratello di Roger e addetto alla sicurezza della loro azienda: Roger è vittima di minacce insieme alla sua fidanzata Teresa e Allyson sarebbe in pericolo se si intromettesse nella vita di Roger.
Ma Allyson non si lascia scoraggiare da questa possibilità e si mette lo stesso all’opera, ne vale della sua carriera. Anthony Strauss ha un debole per Allyson e non potendo impedirle di scrivere, prova a proteggerla come meglio può. Ma i guai di Roger non svaniscono nel nulla ed entreranno per riflesso, come previsto da Anthony, anche nella vita della scrittrice.

Questo romanzo ha una trama che sulla carta risulta avvincente, ma nello sviluppo si è rivelata tutto il contrario. Non c’è una vera ambientazione: siamo a Milano ma potrebbe essere ovunque perché inserire nomi di strade e il Bosco Verticale non significa ambientare la storia nel capoluogo lombardo. Mancano le descrizioni, non c’è atmosfera, leggendo non ho visto la città ma solo la sua illusione. I personaggi sono molto blandi e pur essendo in Italia, i protagonisti hanno nomi e origini differenti. Non c’è nulla di male in tutto ciò ma così tanti nomi inglesi (solo tre italiani su dieci personaggi) fuorviano un po’ le idee. Ciò mi ha creato confusione e reso evidente quella che ai miei occhi è un’incoerenza narrativa non indifferente. Se si è particolarmente devoti ai nomi inglesi, a questo punto, perché ambientare la propria storia in Italia se, di fondo, si preferisce un’ambientazione straniera? L’uso poi di frasi inglesi banali e molto elementari, messe in bocca ad Anthony tra una frase italiana e l’altra, mi confermano proprio questa sensazione.
Allyson, unico punto di vista narrante, fa il meglio che può per raccontare la sua storia e ciò che la circonda, ma non aggiunge nulla. Né a sé stessa o tantomeno ai suoi interlocutori. Niente di davvero forte che li faccia emergere. I caratteri dei protagonisti sono “vittime” di numerosi cliché, spesso troppo palesi, al punto da apparire non empatici. Le storie dei vari personaggi, intersecate a quella di Allyson, hanno del potenziale ma esso è sfruttato male.
La parte “misteriosa” della trama? Sviluppata male, scontata; non ha carte realmente coperte perché, al primo alito di vento, si scoprono da sole. Sono stata attratta a leggerlo proprio perché anelavo un bel mistero da svelare, ma non posso dire di esserne rimasta piacevolmente sorpresa, al contrario ne sono rimasta molto delusa.
La storia, in qualche modo, si tarpa le ali da sola perché sembra essersi ridotta troppo ai minimi termini: manca di veri particolari, le emozioni sono troppo nette e semplificate al punto che appaiano quasi finte.
La trama non si articola granché, sfiorisce in fretta, e ciò mina tutto il buono che quindi non viene fuori in tutte le sue reali sfumature e potenzialità.
È brutto da dire ma non posso consigliarvi la lettura di questo romanzo. A mio parere, non raggiunge la sufficienza e, dal momento che non me la sento di proporlo a me stessa per un’altra lettura, perché proporlo anche voi?
 [Copia ARC digitale ricevuta dall'autrice]
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