TU, IL MIO OCEANO (B.CIPRIANO)

il
4 giugno 2019
Benedetta is back! A distanza di pochi mesi dall’uscita de “La luna nell’oceano” che ha regalato grandi emozioni, pochi giorni fa l’autrice ha pubblicato anche lo spin off collegato ma indipendente a quel primo romanzo. S’intitola “Tu, il mio oceano” e a metà maggio ho avuto il piacere e l’onore di leggerlo in anteprima.
Sono così innamorata della scrittura della Cipriano che non vedo l’ora arrivi il 29 giugno per incontrarla dal vivo e ringraziarla personalmente per i suoi libri, uno più bello dell’altro (anche se per me il migliore resta sempre “Tutti i tuoi respiri”, 2018); Benedetta infatti sarà presente al grande evento dedicato al romance made in Italy: il Festival del Romance Italiano, per l’appunto.
Ma ora torniamo alla recensione e alla storia di Dante e Savannah.

TU, IL MIO OCEANO
BENEDETTA CIPRIANO
Data pubblicazione: 28/05/2019 Editore: Self publishing Serie: Spin off de La luna nell'oceano Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Savannah. Nei miei occhi c’è il riflesso sbiadito di una lacrima distrutta, ma lui riesce a vederci sconfinati prati verdi. Il mio cuore è deteriorato dall’unica ferita che, ancora sanguinante, mi ricorda il primo pianto nel quale sono affogata. Lui, però, con il suo sguardo più nero di una notte senza stelle, assorbe il mio dolore, lo anestetizza e lo porta via con sé. La maschera dietro la quale nascondo le mie ferite mi permette di sorridere, ma nei miei sogni si cela un desiderio di rinascita. Sogno di perdermi nel vento, sogno di scappare via, lontana dai ricordi, lontana da me stessa. Lui mi abbraccia fino a sfiorarmi l’anima: i suoi sono abbracci senza parole, gesti muti, silenziosi, nei quali riesco a scorgere il riflesso invisibile del suo tormento. Non ho idea di cosa lo distrugga. Non ho idea di quale sia il dolore che porta nel petto, ma so che insieme condividiamo una ferita. Le nostre ferite sono impercettibili a occhio nudo, ma sono ciò che ci unisce. Lui si chiama Dante e no, non è il mio uomo, ma è l’unico in grado di mettere insieme i pezzi del mio cuore. La sua anima è cupa, esattamente quanto lo sono i suoi occhi neri. Vorrei stringerlo forte a me fino a toccare il peso che porta dentro, ma non posso farlo: quell’anima è stata già donata a qualcuno, e quel qualcuno non sono io. Quel qualcuno è l’oceano.
Dante. Non chiedermi chi sono. Potrei dirti che sono un surfista, che l’oceano è il mio posto sicuro e che tra le onde lascio andare parte di me stesso. Potrei raccontarti della scintilla che si accende in me quando mi ritrovo a vincere contro quello stesso oceano, a domare le sue onde come se fossi l’unico in grado di tenere a bada quell’immensa distesa d’acqua. Potrei raccontarti tutto questo, ma sono sicuro che non scopriresti altro. Nei miei ricordi ci sono le note spezzate di un violoncello e un senso di colpa con il quale lotto ogni giorno. Nel mio presente c’è lei, con i suoi occhi immensi, verdi e distrutti. Con la sua ironia, dietro la quale cela le sue ferite. Il suo profumo è intenso e delicato, quanto quello delle fresie. I suoi capelli sono scuri più del cioccolato e i suoi sorrisi sono timidi, impauriti, appena accennati, nascosti. Ma io l’ho sentita ridere. Ho visto la luce nel suo sguardo diradare la foschia dalla quale è perennemente avvolto. Ho scorto la bellezza del suo cuore distrutto e me ne sono impossessato. Lei però non è mia e non lo sarà mai. C’è solo un posto a cui appartengo e a cui concedo tutto me stesso, e quel posto è il mio oceano.
Avevamo conosciuto questa coppia in modo marginale ne “La luna nell’oceano”, ma in questo spin off, la scena è tutta per loro.
Dante è uno dei maestri di surf di Santa Cruz e per l’oceano nutre un sentimento a dir poco viscerale. Tra le onde trova la pace che il suo passato gli strappa via sempre più, rendendogli impossibile reagire alle ferite più profonde inferte al suo animo.
Coprotagonista in questa storia è Savannah Butler. Lei fa la fioraia a Santa Cruz e il suo negozio è il suo tutto; con i fiori e le sue creazioni riesce a impreziosire i giorni memorabili di chi rivolge a lei e con i fiori, come ammette tra le pagine, trova quel colore che le è stato portato via in tenera età.
Amo i fiori, riescono a rendere colorato anche uno spazio bianco e riempiono di un dolce profumo anche la stanza più vuota.
Ecco perché ho scelto di aprire un negozio di fiori.
Volevo riempire di colore la mia vita.
Voglio riempire di colore le vite degli altri.
A volte penso che mi piace essere colei che confeziona le rose rosse per i primi appuntamenti, le rose bianche per un matrimonio elegante e i girasoli più luminosi per rendere meno triste una giornata d’inverno.
Sav e Dante si conoscono da tempo grazie all’amicizia comune che li lega rispettivamente a Lua e Maverick, e per un po’ di tempo si sono anche frequentati, ma quando le cose hanno preso una piega più profonda, è stato più facile fare un passo indietro e riportare il rapporto a una semplice relazione amicale. I rispettivi e ingombranti passati sono un ostacolo non da poco con segreti quasi inconfessabili.
Savannah ha un passato davvero da brividi e ce lo racconta nelle prime pagine del libro. Un racconto terrificante e che inevitabilmente porta il lettore a stimare la protagonista in modo quasi totalitario, perché nonostante tutto, è una bellissima persona. Bella d’animo intendo. Una grande maestra di vita, un esempio di forza e resilienza.
Ci salutiamo come due estranei, pur avendo condiviso l’intimità di un momento.
Vedo Dante osservarmi mentre entro velocemente in auto e metto in moto senza voltarmi.
E poi ripenso alle sue parole.
Tu sei come il vento che mi solleva quando sono esausto.
E tu sei come l’onda pronta a travolgermi.
Il suo rapporto con Dante è stato interrotto per istinto di protezione, ma resistere al bellissimo uomo che non riesce a starle lontana, colui che fatica a essere non solo un amico… beh resistere a Dante è davvero un’ardua impresa.
Ma se per Savannah è complicato, per Dante resistere all’attrazione e ai sentimenti travolgenti per la prorompente fioraia - che ha potuto frequentare solo per un breve periodo e che ora chiede solo amicizia – è ancor più difficile.
Ma che sia d’amore o d’amicizia, vita e buon senso, insegnano che i sentimenti necessitano di sincerità da ambo le parti e nessun rapporto solido e vero può crearsi e resistere sulle menzogne e le omissioni.
Savannah Butler non può essere solo un’amica. Savannah è un mondo di emozioni contro il quale un cuore può solo schiantarsi. Lei non prende una parte della tua anima, ma la colma tutta, riempie di profumo anche i sentieri più scoscesi e distrutti. Colma i vuoti con la meraviglia. Inonda i percorsi più tortuosi del tuo cuore con il suo odore di fresie appena raccolte.
“Tu, il mio oceano” è una lettura viva, che abbraccia il lettore, rendendolo il confessore, l’ascoltatore silenzioso, il testimone di due personaggi profondi e speciali.
È uno di quei libri che man mano che si va avanti nella lettura, sai che ti tornerà sempre in mente anche una volta finito; uno di quei romanzi che non ti lascia mai davvero del tutto una volta girata l’ultima pagina.
Benedetta, con il suo stile sempre più coinvolgente e caratterizzato da un’incredibile sensibilità resa tuttavia con estrema semplicità ed eleganza, dà vita a due personaggi davvero realistici e ad argomentazioni ed emozioni non così semplici e che non tutti sanno rendere così bene, in modo vivido.
Portami dove i tuoi abbracci non si esauriscono e il tuo sguardo rimane complice come adesso.
Portami a ballare, lontana da tutto, lontana dal mondo.
Portami dove il tuo cuore batte senza sbagliare i tempi, inseguendo, instancabile, lo stesso ritmo del mio.
L’autrice ha un modo di scrivere che, volente o nolente fa scendere il lettore a patti con le emozioni. Lei le plasma, le rende quasi tangibili, le offre a chi legge e accompagna il lettore a stringere al cuore i suoi personaggi, accettando quelle sensazioni così forti che ha portato in superficie.
In “Tu, il mio oceano” più che mai, l’autrice racconta della fragilità umana e della bellezza che c’è dietro alla resilienza.
Vi lascio con le parole dell’autrice, frase che in una manciata di termini, racconta fin da subito la forza intrinseca in queste pagine.
“A chi ha ricucito le proprie ferite e a chi sta ancora sanguinando”
[Copia arc ricevuta dall'autrice]
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