Cari lettori, gli esperti di narratologia sanno quale nome dare a una tendenza che ci accomuna tutti. La chiamano “ricentramento finzionale” e ritengono che funzioni più o meno così: mentre leggiamo una storia immaginiamo di trovarci nello stesso spazio occupato dal protagonista. Prendiamo il suo punto di vista e lo facciamo diventare nostro, quindi crediamo di vedere e sentire ciò che vede e sente lui. Anche se non ci chiamiamo Enrico, non siamo scrittori e non abbiamo il cuore spezzato a metà. Insomma, anche se il protagonista di “Periodo refrattario” – il romanzo di Gianluca Purgatorio – non ci somiglia nemmeno un po’. Seguitemi in questa recensione per capirci qualcosa di più.

PERIODO REFRATTARIO
GIANLUCA PURGATORIO
Data pubblicazione: 14/05/2018
Editore: New Book Edizioni
Serie: standalone Finale: Autoconclusivo
Genere: Narrativa contemporanea
Trama: Si chiama periodo refrattario: non si può amare una volta che si ha amato davvero. Abbiamo un solo cuore e, dopo averlo dato completamente a qualcuno, è impossibile riprenderselo. Il cuore ha il suo periodo refrattario che dura per tutta la vita. Si può tornare ad amare, ma in modo diverso. Provateci voi, ad amare solo con il fegato. All'amore non c'è cura. L'amore si cura con l'amore. Se è troppo ci immunizza, se è troppo poco nascono gli anticorpi e si impara a vivere di quel che si ha. Enrico è nel bel mezzo del suo periodo refrattario e ha deciso che, dacché non avrebbe più potuto amarne una, le avrebbe amate tutte indistintamente. Tutte, tranne Stella...
Una donna, ad esempio, può capire fino a un certo punto cosa si provi nel bel mezzo di un periodo refrattario. Anzi, direi che può solo immaginarlo. Gianluca Purgatorio ha giocato sul doppio senso, ma il significato originario dell’espressione, più che all’amore si riferisce al sesso: il periodo refrattario dura tanto quanto il tempo di cui l’uomo ha bisogno per girare di nuovo la manopola da rosso a verde dopo un orgasmo. E in quei minuti – ci piace sempre essere ottimiste – lui non sente nulla, almeno non a livello fisico.
Nel romanzo di Purgatorio l’accezione cambia: Stella – l’ex di Enrico – sta al cuore come l’orgasmo al pene. E il periodo refrattario del ragazzo non dura minuti, ma mesi. Prova a colpirlo, ma l’organo sembra aver perso ogni sensibilità.
Questa è una sensazione che ogni lettore, anche una donna, può immaginare di provare, basta tirare fuori dal nostro bagaglio di esperienze i ricordi di quando, per un motivo o per un altro, non eravamo più in grado di sentire nulla.
Nel romanzo di Purgatorio l’accezione cambia: Stella – l’ex di Enrico – sta al cuore come l’orgasmo al pene. E il periodo refrattario del ragazzo non dura minuti, ma mesi. Prova a colpirlo, ma l’organo sembra aver perso ogni sensibilità.
Questa è una sensazione che ogni lettore, anche una donna, può immaginare di provare, basta tirare fuori dal nostro bagaglio di esperienze i ricordi di quando, per un motivo o per un altro, non eravamo più in grado di sentire nulla.
La gente, quella vera, quella che sentiva la carne marcire dall’interno, quella che non riusciva più da un pezzo a distinguere le lacrime dal sudore non avrebbe mai potuto tradurre in arte quella sofferenza.A questo punto immedesimarsi in Enrico risulta piuttosto facile, e il merito è tutto di Gianluca Purgatorio e della capacità che ha di far entrare il suo protagonista nel mondo privato di chi legge. Ci sembra quasi di vedere anche davanti ai nostri occhi i volti di tutte quelle donne che inizia a frequentare. Tanto sesso e un solo obiettivo: anestetizzare ancora di più il cuore. Come a voler scongiurare il rischio che prima o poi si possa risvegliare, perché Enrico sa che ogni nuova pulsazione potrebbe spingerlo di nuovo tra le braccia di Stella. E non può permetterselo.
Anche il cuore ha il suo periodo refrattario che dura per tutta la vita. Si potrebbe forse tornare ad amare, ma sarebbe diverso. Provateci voi ad amare solo con il fegato.Enrico diventa una sagoma fatta di rabbia, indifferenza, egoismo e rassegnazione. Sono emozioni che esperimenta in un viaggio di iniziazione al contrario, che lo porterà a disconoscere sé stesso. Dal passato non vuole lasciarsi coinvolgere e ancora non se la sente di dare confidenza al futuro. La priorità è il presente. E va vissuto come se ieri non fosse mai esistito e con la convinzione che il domani sia il privilegio di chi è tanto fortunato da avere qualcuno con cui condividerlo, perché per Enrico la vita senza l’amore continua, ma perde un po’ di credibilità e l’istinto di metterla alla prova diventa irrefrenabile.
Io reggevo pochissimo l’alcol e probabilmente l’amore anche meno. Adesso toccava a me allenare il fegato e riempire il buco nella parte sinistra. Qualsiasi cosa avrebbe fatto al mio caso.Mi prendo queste ultime righe per un’annotazione di natura tecnica. Nei primi capitoli della versione digitale del libro – e solo lì – mancano alcune virgolette che dovrebbero aprire o chiudere il discorso diretto. Sono delle piccole imperfezioni, ma correggerle significherebbe aumentare la qualità di un romanzo che senza alcun dubbio merita di finire sotto ai riflettori.
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