I BATTITI DELL'AMORE (J.E. ANN)

il
22 maggio 2019
Salve lettori! Oggi vi parlerò di un libro carino, ironico e riflessivo che si lasciato scoprire senza alcuna fatica: “I battiti dell’Amore” di Jewel E. Ann, edito in Italia da Newton Compton, disponibile sugli store e librerie da fine aprile.

I BATTITI DELL'AMORE
JEWEL E. ANN
Data pubblicazione: 30.04.2019 Editore: Newton Compton Editori Titolo Originale: Look The Part Finale: Autoconclusivo Genere: Contemporary romance
Trama: Flint Hopkins è convinto di aver trovato la persona ideale a cui affittare lo spazio sopra il suo studio legale a Minneapolis. Spera ardentemente che la proposta di Ellen Rodgers vada a buon fine: le sue referenze sono ottime ed è persino di bell'aspetto. Ma quando Flint scopre che la ragazza passa le sue giornate a suonare... tutte le sue attese crollano. Ellen, infatti, è una terapeuta che usa la musica per aiutare i suoi pazienti. Tamburi, chitarre, persino urli a squarciagola. Flint è sul punto di scriverle una di quelle lettere degne di un avvocato d'assalto come lui, quando si accorge che a suo figlio, Harrison, affetto da una forma di autismo, Ellen sembra piacere molto. Un padre single non può certo competere con l'allegria contagiosa di una ragazza che suona la chitarra, ammaestra topolini e ha sempre il sorriso stampato sul viso. Purtroppo tende anche a invadere gli spazi di Flint... A sistemargli la cravatta, ad abbottonargli la camicia... Una cosa è certa: deve starle lontano!
Flint Hopkins è un noto avvocato, vedovo e con un figlio dodicenne, Harrison, affetto dalla sindrome di Asperger. Ellen Rodgers è una musicoterapauta, divorziata che vive con cinque ratti da compagnia. Come possono i due incontrarsi? Semplice, Flint è proprietario di un edificio in cui Ellen, appena trasferitasi, affitta un locale per il suo studio, dove lavorare con i suoi pazienti.
Flint in quest’edificio ha anche il suo studio legale e il rumore dei pazienti “musicisti” di Ellen gli è alquanto molesto, per cui impone a Ellen di lasciare la struttura al più presto. Il piccolo Harrison ha però un debole per la donna che, anche per intuito professionale, lo vede come un bambino sì speciale, ma nella sua specialità lo accoglie e aiuta, e per questo motivo per Flint è molto difficile liberarsi di Ellen senza poter nuocere al figlio. Fatto sta che le vite di Ellen e Flint cominciano così a scontrarsi sempre più, con o senza Harrison, fino a non potersi più dividere.
La loro è una storia improbabile, nata perché è impossibilitata a non morire, con alti e bassi dovuti più alle vite precedenti dei due che al loro presente. Sono più le scuse che creano per non venirsi incontro che quelle per unirsi eppure, volente o nolente, non potranno fare a meno di innamorarsi, difetti compresi.
Ellen e Flint sono diversi eppure complementari. Hanno pregi e difetti che li portano spesso a scontarsi, ma non possono nemmeno fare a meno di cercarsi.

C’è il doppio punto di vista a narrarci le vicende della coppia, per cui entrambe le parti hanno lo stesso risalto in maniera impeccabile; tutti e due hanno dei conti in sospeso con sé stessi che devono necessariamente risolvere prima di poter buttarsi a capofitto nella loro nuova storia, ma è anche vero che solo insieme possono farlo, perché l’uno è in grado di far capitolare l’altra solo ascoltandosi a vicenda. Il loro passato può essere messo da parte solo con l’ausilio dell’aiuto derivante da questo nuovo presente.
L’ambiente è giusto, con appropriati e precisi dettagli ma non è predominante perché sono i personaggi a fare la storia più del luogo in cui si svolge.

La Ann ha creato una storia dove ironia e sentimenti vanno a braccetto senza mai scontrarsi. In alcuni momenti non si può far a meno di ridere, in altri è d’obbligo la riflessione. Lo stile è semplice, lineare, serio, ma comunque mai banale. Non è proprio la mia forma stilistica prediletta, che mi conquista di primo acchito per intenderci, però è un buon prodotto letterario.
La parte in cui si descrive Harrison con i suoi problemi, non è né superficiale né esagerata nel senso contrario: Harrison è un dodicenne con problemi sociali e caratteriali, ma non viene mai ghettizzato o privilegiato perché considerato “speciale”; Harry è capito e aiutato, ma mai considerato diverso e quindi protetto perché autistico. Flint lo fa perché non può evitarlo, ma lo protegge più per senso di colpa personale dovuto ad altro. Ellen lo tratta con la stessa premura che userebbe per i suoi pazienti, lavorando spesso con soggetti simili, ma poi non lo preserverà dalle notizie che potrebbero turbarlo perché è il figlio della persona che ha accanto.

L’autrice ha fatto un ottimo lavoro in tutto e per tutto, tant’è che ho adorato i personaggi per la loro umanità. Sembravano reali e, anche negli sbagli, erano credibili. La storia si legge facilmente, non stanca mai ed è anche sorprendente in certi casi; non mi ha annoiato né mi ha deluso quando sembrava evolvere nel peggio. I colpi di scena, che sembra vogliano separare i due anche di là dalle loro reali e diverse intenzioni, sono tanti ma mai forzati, sempre giustamente inseriti per creare scompiglio ma comunque, allo stesso tempo, efficaci e credibili, naturali.
Un romanzo che non vi lascerà indifferenti e che vi consiglio caldamente perché è un peccato non provare a scoprirlo. Sicuramente cercherò altro dell’autrice per “conoscerne” meglio lo stile.

[Copia arc ricevuta dall'editore]
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