GLI UOMINI SONO COME LE LAVATRICI (C.BALIVO)

il
24 aprile 2019
Bentrovate bellissime persone! Stamattina lo spazio della recensione è tutto per “Gli uomini sono come le lavatrici”, il romanzo di Caterina Balivo, nota presentatrice RAI ed ex modella.
La storia è quella di una ragazza di provincia che negli anni si è fatta da sola. Bella, in gamba (anzi, in gambissima!) e indipendente. Una donna che del #girlpower ha fatto una sorta di missione per riuscire a realizzarsi.


GLI UOMINI SONO COME LE LAVATRICI
CATERINA BALIVO
Data pubblicazione: 30-10-2018 Editore: Mondadori Serie: standalone Finale: Autoconclusivo Genere:Narrativa contemporanea rosa
Trama: Che sapore ha l'amore?
Quando Lara lascia la provincia di Napoli in cui è cresciuta per iniziare una nuova vita nella capitale, per lei l'amore ha il sapore dei panini imburrati che sua madre le preparava la mattina, prima di andare a scuola. A Roma, in quella città dove ciò che a Napoli è folklore diventa degrado, Lara però scopre che l'amore può avere un sapore molto più amaro di quanto avrebbe mai immaginato.
Ma questa è solo la prima delle sue trasformazioni: da Napoli, città autentica, si è trasferita a Roma, città della finzione, e ora il suo destino la porta a Milano, la città dove lavorano tutti, ma che a lei apre le sue porte segrete, guidandola alla scoperta del vero sapore dell'amore. E ora ha capito che ciò di cui si vergognava da piccola di fronte alle sue amiche lì è di gran moda. È cool. Come quel panino fatto in casa che sua mamma le preparava infagottato nel sacchetto del pane e che lei nascondeva nello zainetto con timidezza di fronte alle merendine sintetiche e cellophanate ostentate dalle sue compagne. O glamour, come la sua fedele amica, una buona lavatrice, che fa il bucato e non ti tradisce mai.
E allora ecco che il suo cuore si trasforma nella centrifuga di una lavatrice, in un groviglio di capelli, nella vertigine di un giro su un ottovolante che non si ferma mai.
Caterina Balivo ci sorprende inventando un personaggio che molto le somiglia: Lara, la magnetica e spiritosa ragazza napoletana che spesso parla troppo, che dice sempre la verità e che taglia i vestiti dei suoi fidanzati se scopre che la tradiscono. Guarda i loro cellulari, li avverte. Prima.
Nelle pagine di questo romanzo d'amore si ride e ci si commuove. E, naturalmente, si sogna. C'è una lei. Ci sono le amiche. E poi diversi lui. Intese fulminee e tanti ostacoli pronti a dividerli. Tra ragioni e sentimenti, buoni o cattivi che siano.
L'amore finisce, gli uomini si cambiano, ma le lavatrici buone no. Le lavatrici buone sono come i diamanti: per sempre. O, se non proprio come i diamanti, sono come i fidanzati: bisogna tenersele finché durano.
Lara Balestri è partita dalla provincia napoletana per realizzare i propri sogni professionali; è arrivata a Roma dove ha iniziato a lavorare come addetta stampa presso una società di produzione ed è nella Capitale che ha incontrato il primo uomo che l’ha ferita. Eugenio sembrava perfetto, ma presto Lara ha scoperto il suo lato meschino, quello del doppiogiochista, del farfallone. Lei, che credeva essere la sua fidanzata, era in realtà una delle amanti del bel romano.
Archiviata la storia con lui, ben presto incontra Luca. Si conoscono a uno degli eventi della società per cui Lara lavora e in pochi mesi le cose si fanno serie, nonostante qualche perplessità da parte della nostra protagonista. Luca è bello e benestante, ha amici importanti ma che Lara mal tollera. Con lui conoscerà e vivrà per anni la Roma bene, quella delle feste di lusso, dei viaggi e della casa ai Parioli.
Che cosa fosse l’amore, a trent’anni compiuti ormai, non lo avevo ancora capito.
Forse avevo provato qualcosa di simile all’amore, ma non sapevo definirlo.
Tra alti e bassi e una convivenza, Lara pian piano inizia a credere che Luca sia l’amore, quello vero, nonostante il fatto che, ad esempio, lui non sia particolarmente felice quando lei tira fuori la sua verve napoletana. Poi anche Luca mostra l’altro lato di sé, quello del traditore.
Un evento che ferisce Lara, che tuttavia non si abbatte per troppo tempo. Lei è una che reagisce e una volta servita la sua vendetta nei confronti di Luca e della sua amante, si mette all’opera per dare una svolta alla sua vita. L’occasione si presenta presto e si chiama Milano.
Per lungo tempo Lara ha vagliato la possibilità di trasferirsi e ora che niente la lega più a Roma sembra un segno del destino.
Nella capitale della moda italiana, tra i navigli, il Duomo, le serate importanti, lo shopping, aperitivi e due amiche eccezionali quali sono Michela e Cecilia, Lara avvia la sua attività di addetta stampa. Un ufficio tutto suo che la rappresenta a pieno e in cui può coordinare la promozione editoriale degli autori che si affidano a lei e alle sue competenze.
Nell’ecclettica città del nord, la protagonista di queste pagine affronta nuove esperienze in campo sentimentale.
Mia nonna paterna mi diceva sempre: «È il valore che dai ai soldi, quando ce li hai, a fare di te un ricco o un povero», e io ero d’accordo.
A una cena al buio (letteralmente, giacché volta alla sensibilizzazione verso gli ipovedenti), incontra un aspirante scrittore che l’affascina con la sua voce profonda e il suo garbo. Una persona che pare sia in cerca di qualcuno che pubblichi il suo libro e Lara, con la sua intraprendenza non perde certo tempo: gli lascia il suo nome, solo quello, invitandolo a contattarla per una valutazione del romanzo.
Il contatto tuttavia si perde in fretta e le speranze di Lara di poter incontrare quell’affascinante uomo della cena svaniscono; i mesi passano e incontra Andrea, un giovane uomo bello, affascinante e ricco, anzi ricchissimo! Un colpo di fulmine che nonostante le ottime basi, d’improvviso si rivelerà una farsa messa in atto dall’uomo. Andrea infatti è un dongiovanni da strapazzo, uno dei peggiori e la delusione di Lara è talmente forte da spingerla a lasciar perdere gli uomini per un po’. Poi però succede qualcosa d’imprevisto., l’ennesimo che la vita le pone.
Un controllo nello spam della posta elettronica e un libro che dopo mesi torna alla memoria, e con lui il suo proprietario. Ettore. L’uomo che ancora una volta stravolgerà la vita della frizzante napoletana.
«Su, cucciola, jamm’ bell’, andiamocene via da questa casa che non ci merita» le ho detto strizzandole l’occhio. «Abbiamo ancora una vita di bucati da fare insieme.»
Una vita, quella di Lara, sempre pronta a cambiare il proprio percorso pur mantenendo l’obiettivo più importante: l’amore. Un percorso non sempre facile, ma caratterizzato sicuramente da una grande e importante costante: la lavatrice. Il momento della giornata che la protagonista preferisce e che non demanda mai a nessuno. L’elemento fondamentale della sua esistenza e la metafora con cui spiegare al meglio l’amore.
Le lavatrici buone sono come i diamanti: per sempre. O, se non proprio come i diamanti, sono come i fidanzati: bisogna tenersele finché durano.
Ho messo in wishlist questa pubblicazione fin dalla sua comparsa sugli store. Stregata dalla cover, non ho nemmeno letto con attenzione la trama, certa che con un titolo così divertente e curioso e una cover tanto bella, non sarei rimasta delusa.
È stato puro istinto.
In queste pagine ho trovato il brio che quotidianamente traspare da Caterina Balivo quando con il suo programma entra in casa delle persone; quel suo essere allegra e ponderata al momento giusto, senza mai strafare. La sua Lara, secondo me, ha molto di lei, soprattutto nei primi capitoli del libro.
No. Perché se fosse successo a me io avrei voluto saperlo, mi dissi. Se fosse successo a me, avrei voluto che qualcuno me lo dicesse chiaro e tondo.
Perché le donne devono smettere di farsi la guerra per gli uomini.
In Lara ho riscontrato questo e mi è piaciuto, ma c’è  una cosa che non mi ha convinta e in realtà non mi è piaciuta della protagonista: la facilità con cui si lascia trascinare nelle relazioni, nonostante si professi anche reticente alla fretta che certi uomini (ad esempio Luca con le sue continue pressioni) le mettono.
Inoltre, il suo passare con semplicità da una storia all’altra, non la fanno apparire bene. Lara delusa da Eugenio si fa coinvolgere da Luca; chiusa la lunga storia con lui  (cinque anni, non un mese), va a Milano e s’infatua di Andrea che la trascina su un volo privato in appena dodici ore dal primo incontro, per una fuga romantica a Napoli. E dopo la parentesi con lui eccola lanciata tra le braccia di Ettore, un attimo dopo aver dichiarato di voler stare sola con sé stessa, e con il quale inizia una storia intensa.
Mi baciò a fior di labbra, gentile. Il suo odore mi entrò dentro, insieme al profumo dei dolci che riempivano quella variopinta pasticceria francese.
Lo riconobbi subito, anche se non lo avevo mai sentito così.
Era l’odore dell’amore.
Sia chiaro, non è una ragazza facile, che si concede al primo che capita, ma a un occhio distratto o comunque di primo acchito, potrebbe sembrarlo. Pare che chiunque come la vede ne rimane stregato, se ne innamori e la baci. Senza conoscerla e lei ugualmente si fa trascinare da sconosciuti.
Detta con parole spicce, per Lara e gli uomini che incontra, per innamorarsi basta un’occhiata, anche superficiale. Sempre.
In questo libro si racconta di grandi amori e piccole storie, di una donna forte e indipendente, ma anche di una grande amicizia.
Mia sorella Costanza, quella volta, mi aveva detto: «Per me l’amore è quando proprio sotto al seno, all’altezza del diaframma, mi si spalanca una bocca. Ecco, a quel punto io non riesco a controllare la sua fame, è vorace, vorrebbe tutto di lui, e in particolare vorrebbe stare vicino a lui in ogni momento».
Altro fattore che ha influito sulla mi a valutazione è stata la presenza dei tanti salti temporali. Ci stanno, ma sono eccessivi. Da un paragrafo all’altro passano anche mesi.
La Balivo racconta di Lara, una donna di carattere e di grande talento, una che si è fatta da sola e con un profondo e ammirevole rispetto per le sue origini e per sé stessa, per questo certi altri aspetti del suo modo di fare, non mi sono nemmeno andati molto a genio.
L’ho immaginata come una femminista convinta e con il grande sogno di trovare l’amore vero, quello con la maiuscola.
“Gli uomini sono come le lavatrici” è una sorta di biografia della protagonista, che si racconta dai suoi trenta ai quasi quarant’anni. La giovane addetta stampa, partita da una provincia lontana e che non vuole dipendere da nessuno.
Come certi suoi aspetti non li ho graditi, di contro ne ho amato l’assoluta schiettezza e la forza alla base del suo carattere; risoluta ma a tratti malleabile.
Le salite sono più sincere. Si mostrano esattamente per quel che sono, te lo sbattono chiaro in faccia che sono faticose, che dovrai dare il meglio di te, ma è anche evidente che lo sforzo sarà alla fine premiato. Le salite non tradiscono. La cosa peggiore che ti può capitare è arrivare in cima.
Le discese invece ingannano. Solo in apparenza sono più semplici, ma basta un niente, un attimo di distrazione, che il corpo si perde, ed ecco che si va giù, si cade, ci si fa male.
Sono pagine che, fatta eccezione per quelli che per me sono difetti e di cui ho parlato prima, si leggono con facilità grazie a uno stile fluido e allegro, accattivante, che caratterizza i capitoli.
Una narrazione a unico punto di vista e immaginare la voce di Caterina come fosse quella di Lara è stato bello, perché ascoltare la conduttrice parlare è bello grazie al suo essere trasparente e mai noiosa.
Lara è un po’ Caterina, Caterina è un po’ Lara.
Infine, ma non meno importante, è che “Gli uomini sono come le lavatrici” è anche una storia d’amore, come dicevo prima e mi ha dato l’impressione di un percorso alla How I Met Your Mother, avete presente? L’amore vero è sempre sulla nostra strada, non lo s’incrocia per frazioni di secondi per tanto tempo e poi eccolo lì, davanti a noi quando meno ce lo aspettiamo.
«Lara, quando arriva, l’amore è distruttivo. Ti acceca, ti paralizza, ti rimbambisce. Ha ragione Philip Roth quando dice che l’amore non è unirsi alla propria metà… no, l’amore ti spezza proprio in due.»
È la storia del lungo percorso di Lara ed Ettore per trovarsi, nonostante la vita.
Una storia salvata dallo spam e in cui forse un po’ galeotta è stata anche l’adorata lavatrice della protagonista.
Sono una fan di Caterina Balivo, l’ammiro tanto – come tutti nella mia famiglia -, e seppur il mio non sia un voto alto per questo libro, spero in futuro di poter leggere altri romanzi da questa bella e brava conduttrice.
E a voi che state leggendo questo post consiglio di leggere la storia di Lara, perché nonostante i difetti è un grande inno alla forza di noi donne.
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