QUALUNQUE COSA TU DESIDERI (R.ATZORI)

il
2 marzo 2019
Salve amici lettori! Oggi vi parlerò del libro di un’autrice che, in precedenti opere mi aveva convinta molto, invece con questa decisamente meno: parlo del nuovo libro di Rujada Atzori “Qualunque cosa tu desideri”, edito Hot Edizioni, marchio della Butterfly Edizioni.

QUALUNQUE COSA TU DESIDERI
RUJADA ATZORI
Data pubblicazione: 07/02/2019 Editore: Hot Edizioni Serie: standalone Genere: Erotic Romance
Trama: Un mese prima di Natale Zoey perde nell'ordine: il lavoro, il fidanzato di sempre e persino la fiducia. Amareggiata dalla situazione avversa, il suo unico desiderio è quello di trovare un uomo con cui scatenare i suoi pensieri più proibiti per dimenticare il suo ex. Una sera, ubriaca e fuori di sé, racconta tutto a uno sconosciuto vestito da Babbo Natale che, divertito da quella ragazza un po' matta, decide di assecondarla e le promette di realizzare il suo desiderio. I due fanno un accordo: tra loro ci sarà solo del sesso senza freni inibitori ma soprattutto senza sentimenti di mezzo. A volte, però, anche il cuore più duro e cinico si sgretola di fronte a un'emozione devastante come l'amore...
Zoey è psicologicamente provata e non si rende conto di esserlo. A poco meno di un mese dal Natale, il suo fidanzato, Chris, dopo sette anni la lascia perché sente di non amarla più; anche per lei è lo stesso, ma non riesce ad ammetterlo a se stessa. Nello stesso periodo viene licenziata, per cui sola, triste e amareggiata si reca in un bar per sfogare le sue frustrazioni nell’alcool.
Qui incontra Felipe, un uomo che per lavoro si veste da Babbo Natale e che si trova ad ascoltare i drammi di una Zoey alticcia; mosso a compassione forse e trovandola anche un po’ troppo fuori dalle righe, prova ad aiutarla seppur con qualche reminiscenza. Zoey, infatti, quasi  gli si offre sessualmente nella sua realtà minata dall’ebrezza, perché l’unica cosa che desidera davvero è un uomo che la soddisfi anche nell’arte amatoria poiché da qualche tempo nemmeno Chris era in grado di assolvere al compito.
Dal giorno dopo in poi, i guai per Zoey non termineranno e addirittura coinvolgeranno anche Felipe.
I due protagonisti cercheranno di instaurare una sorta di relazione dapprima amicale poi, pressoché sessuale di “amici con benefici”. La decisione si ritorcerà contro entrambi o lì aiuterà davvero? Le probabilità sono poche, ma non è detta mai l’ultima parola.

L’autrice come ha anche sottolineato nelle note iniziali, si è recentemente sentita molto in linea con la stessa Zoey; il romanzo perciò non è autobiografico ma, in qualche modo, la protagonista e l’autrice hanno attraversato una fase emotiva e psicologica molto simile che l’Atzori, dopo il ritorno alla normalità, ha esorcizzato mettendo nero su bianco la storia di Zoey e Felipe. Tentativo apprezzabile e comprensibile, ma nella forma e sostanza non ha avuto proprio un esito positivo, a mio parere.
I protagonisti, entrambi presentati attraverso il punto di vista di Zoey, li ho capiti ma poco; non ho nemmeno compreso come fossero fisicamente le descrizioni sono poche e scarne. La loro introspezione è vaga, vacua ed effimera: avrei voluto che fosse approfondita meglio vista l’importanza che le spetterebbe nello svolgimento della loro relazione, per cui averla a malapena sfiorata è stato un grosso difetto per una storia che, di fatti, avrebbe dovuto reggersi su di essa.
Zoey e Felipe reggono la loro trama attraverso le scene erotiche di cui si rendono protagonisti e che sono descritte nello svolgimento del libro, ma di fatti oltre a ciò agiscono e parlano così poco che sembra quasi non siano presenti se non ci fossero questi intermezzi “hot”.

La loro relazione nasce e cresce poi in un periodo talmente labile e breve che non è quasi credibile in base alle poche informazioni che l’autrice ha voluto darci di loro.
Anche l’ambientazione risulta superficiale: Westport è un luogo anonimo e potrebbe essere qualsiasi altro nome che non risulterebbe nulla di più.

Il romanzo ha quindi una bella trama sulla carta ma, nei fatti, si riduce a un mucchio di banalità, frasi fatte e poca sostanza che lede tantissimo alla bravura dell’Atzori. Salvo del libro solo la grammatica, anche se rivedrei un po’ anche quella: troppe coordinate e poche subordinate hanno minato la lettura rendendola, seppur breve, quasi un peso.
Avevo già letto altro dell’autrice per cui ci sono rimasta malissimo quando mi sono ritrovata tra le mani un pugno di mosche o poco più.
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