NON SIAMO AMICI (E. VALLE)

il
6 dicembre 2018
Ehilà! Oggi vi parlerò di un libro che è sulla bocca di tutti dallo scorso luglio, un’opera auto pubblicata, dal titolo “Non siamo amici”.
Il libro di Emanuela Valle, che ha tutte le carte in regola per essere un bel libro ma che di fatto, purtroppo, mi ha un po’ delusa. In questo post cercherò di spiegarvi le mie ragioni, seguitemi.

NON SIAMO AMICI
EMANUELA VALLE
Data pubblicazione: 23/07/2018 Editore: Self publishing Serie: standalone Finale: Autoconclusivo Genere: young adult
Trama: «Noi non siamo amici e non lo saremo mai.»
Dopo aver trascorso molti anni a Roma, Elena Mantegazza, per gli amici Len, non è più la bambina insicura e presa di mira dal ragazzo che ha trasformato i suoi anni più spensierati in un piccolo inferno.
Ora è una nuova Len, più forte e sicura di sé, e niente la spaventa. Neanche tornare a Como, il posto dove proprio non vorrebbe restare.
Ma, quando il primo giorno nella nuova scuola rivede Matteo Marelli, principe del Regina Margherita, qualcosa dentro di lei vacilla. È per questo che è ben decisa a stargli alla larga: è meglio non mettere troppo alla prova la corazza che è riuscita a costruire con tanta fatica e che la protegge da tutto.
Non importa che lui non sembri più il supponente viziato di una volta e voglia dimostrarglielo: per Len, non saranno mai amici. Quello che lei non sa è che Matteo è totalmente d’accordo con lei. Lui non vuole esserle amico, vuole di più…
Riuscirà il ragazzo d'oro a far cadere uno ad uno i mattoni che circondano il cuore di Len?
Elena, per gli amici Len, è una ragazza quasi diciottenne che nell’ultimo anno di liceo si trasferisce da sua madre e le sue sorelle gemelle, poiché il padre - con cui ha finora vissuto - è partito per una spedizione scientifica. Len deve perciò allontanarsi da Roma, dove si era rifugiata col papà dopo una brutta esperienza di bullismo e il divorzio dei genitori, per terminare l’esperienza liceale nella sua città natale.
A Como, è costretta a frequentare una rinomata scuola privata, il “Regina Margherita”, dove ritroverà chi non avrebbe mai voluto più vedere, chi l’ha resa la ragazzina insicura e infelice durante gli anni della preadolescenza; la causa per cui, era andata a vivere nella capitale.
Certo negli anni è cresciuta e cambiata, è maturata e non permetterà più a nessuno di renderle la vita un inferno.

Matteo, per gli amici Matty, per Elena solo Marelli, è il ragazzo è da sempre più popolare dei dintorni comaschi, eppure ha anche lui difetti e scheletri nell’armadio.
Ha una famiglia alquanto instabile, in cui le figure genitoriali sono disunite in tutto e per tutto, segreti famigliari sotto gli occhi di chiunque e al tempo stesso tutta la popolarità che li rende i più invidiati dell’intera Como e Matteo il principe del Regina Margherita.
Matty da piccolo non è stato proprio impeccabile con Len, però crescendo ha capito di aver sbagliato e adesso, che finalmente può rimediare agli errori, farà di tutto per conquistarla.

Il liceo Regina Margherita ha le caratteristiche tipiche dei licei e college americani che spesso si vedono nei film. Ci sono anche le confraternite (le Margherite per le ragazze; i Cavalieri per i ragazzi) in cui si entra solo per diritto e non per scelta. Elena non le ama molto. I personaggi che frequentano il Regina Margherita sono tutti per lo più stereotipati, nel bene e nel male, per cui non ci ho visto nulla di nuovo che mi abbia colpito particolarmente.
Len e Matty hanno, però un nemico comune: Oscar Rizzetto, dapprima bulletto poi, crescendo, vero e proprio criminale, che entrambi hanno cercato di cancellare dalla propria vita. Rizzetto è l’antagonista per antonomasia, per cui (forse) anche il più stereotipato tra tutti; poi c’è Adelaide, Heidi per le margherite, la psicopatica ex di Matty e margherita crudele per eccellenza. Altri personaggi appaiono e agiscono ma, di fatto, sono macchiette perché sono fugaci esempi di tipologie di persone. Nulla più, nulla meno.
Non sono davvero fatti evolvere, non hanno una vera e propria voce che vada al di là di quello che sembrano, rimangono fermi e, seppur un tentativo di maggior svelamento sia tentato, non è all’altezza perché è troppo debole affinché se ne possano gustare tutte le qualità.

Il modo di approcciarsi della protagonista è adorabile, spesso mi sono rivista in lei e il suo punto di vista, unico per tutto il romanzo, è stato il vero punto di forza dell’intero libro.
L’ironia e il sarcasmo sono mirabilmente studiati ad arte, ma il loro impiego eccessivo, invece di rendere il libro leggero, in realtà l’ha reso, si coerente ma per i miei gusti inverosimile.
La storia è quasi troppo perfetta, è cresciuta ed evoluta in fretta, togliendomi il gusto della scoperta. Ho trovato l’introspezione poco sviluppata, perché le domande che mi ponevo durante la lettura hanno ottenuto risposte sì pertinenti ma non del tutto esaustive. Mi sono mancati i dettagli più intimi che avrebbero rendere il tutto più realistico e meno scontato. Non c’è nulla di veramente sbagliato o scritto male, ma non mi ha nemmeno entusiasmato.

Le emozioni mentre leggevo erano altalenanti perché, se all’inizio ero entusiasta, proseguendo ho perso quasi interesse; in queste pagine non c’è nulla che non avessi già letto altrove, non perché copiato ma privo di qualcosa di unico.
Sono rimasta molto delusa, forse perché mi ero fatta delle idee che non hanno avuto il giusto feedback; oppure mi aspettavo troppo da un romanzo che di certo non pretendeva di essere novità. Non è una lettura che non consiglierei, ma se vi aspettate un pizzico di magia in più, qualcosa che elevi il genere, non è il libro adatto per voi (e per me).

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