LA LUNA NELL'OCEANO (B.CIPRIANO)

il
11 dicembre 2018
Buongiorno lettrici, se state seguendo il blog negli ultimi mesi, avrete forse (spero) letto le mie recensioni sui romanzi di Benedetta Cipriano e sapete quindi quanto io stimi quest’autrice.
Oggi vi parlo del suo ultimo romanzo, uscito domenica 9 dicembre in anticipo di 24 ore rispetto alla data prevista. Ho avuto occasione di leggere “La luna nell’oceano”, questo il titolo della pubblicazione, nei giorni antecedenti l’uscita e sono qui per parlarvene, con ancora le emozioni che mi scuotono l’anima.

LA LUNA NELL'OCEANO
BENEDETTA CIPRIANO
Data pubblicazione: 10.12.2018 Editore: Self publishing Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: Contemporary romance
Trama: Il mio nome è Lua e significa luna.
I miei occhi però non sono luminosi quanto quello spicchio perfetto che ogni notte tinge d’oro l’oscurità. Il mio sguardo è ormai spento e la mia mente è come la seconda parte di un romanzo mai concluso.
La mia vita è stata soffiata via, come le foglie con il vento gelido invernale.
Sono distrutta, come un puzzle di cui si sono persi i pezzi. Sono un frammento di un vetro rotto, sono divenuta la malinconia di un tramonto rosso e stanco.
Sono spezzata, eppure combatto, eppure resto in piedi. Eppure ce la faccio.
Ho perso il mio cuore nell’oceano e ho lasciato che i miei ricordi si confondessero tra le sfumature di una conchiglia.
Sono dolore che si mescola alla schiuma delle onde.
Sono il rimpianto che si riempie di salsedine e il ricordo di un’estate volata via troppo in fretta.
Sono pioggia, sono fango, sono un vuoto destinato a non riempirsi mai.
Lui si chiama Maverick e ha gli occhi più blu degli abissi, ma io non posso specchiarmici, perché quegli occhi sono azzurri, sono profondi, sono come il ghiaccio che attanaglia il mio cuore ogni volta che osservo l’oceano.
Lui è la bellezza, la ribellione, la sensualità, la passione, ma è anche ciò da cui devo stare lontana.
Il mio nome è Maverick e sono un ribelle. Ribelle come le onde che cavalco ogni giorno e libero quanto la mia tavola da surf.
Vivo su una spiaggia in prossimità dell’oceano e lascio che sia il vento dolce californiano a portare via con sé tutti i brutti ricordi.
Sono cresciuto senza una meta e ho lasciato che le onde fossero casa mia.
Sulla mia tavola da surf è inciso il mio nome e l’inchiostro da cui è macchiata la mia pelle mi ricorda ciò che ero, lasciando che io scelga di essere ogni giorno ciò che sono.
Lei si chiama Lua ed è bellissima. I suoi occhi sono un campo minato e il suo cuore una bomba pronta a esplodere.
Non mi guarda, ma io la osservo.
Non mi tocca, ma io lo faccio.
Mi sfugge, ma io la prenderò, perché quel cuore celato dietro una barriera di cristallo sente ancora il bisogno di tornare a battere.
Sono Maverick, sono un combattente e lei è la mia piccola luna da conquistare.
E io lo so, sarà mia.
“La luna nell’oceano” è la storia di Lua e Maverick.
Lua ha 28 anni, è un’insegnante e ha trascorso gli ultimi due anni in Minnesota, lontana dalla sua casa, dalla famiglia e dall’oceano. Il suo nome significa Luna, ma i suoi occhi non brillano più come il satellite della terra. Lei si porta nel cuore un lutto infinito e inconsolabile, una perdita causata da quell’oceano che tanto ha amato per tutta l’esistenza.
Maverick è un istruttore di surf. Sulla spiaggia dove c’è il ristorante della famiglia di Lua, lui ha la sua scuola. Di anni ne ha 38 e come Lua convive con un lutto.
Lua è cresciuta in una famiglia unita e amorevole, Maverick in un orfanotrofio fino ai 18 anni e poi è stato salvato da Joe, un poliziotto in pensione che lo ha tirato via dalla strada, rimettendolo sulla retta via.
A volte non hai bisogno di tempo per appartenere a qualcuno, a volte basta solo uno sguardo per inchiodare i tuoi occhi ai suoi, una mano che sfiora la tua spalla a ricordarti che non sei sola e una forza inspiegabile simile a una scarica elettrica che lega il tuo cuore al suo, lo lega con un filo di acciaio invisibile, lo lega ancora prima che tu te ne accorga.
Nel 2016 la loro vita è cambiata. Lua, durante una gita in barca in Portogallo, ha perso Diego, il suo bimbo di appena otto anni, un piccolo e meraviglioso cercatore di conchiglie luminoso come la sua mamma.
Cinque mesi prima di quell’incidente, Diego e Maverick si erano conosciuti sulla spiaggia di Santa Cruz, nel giorno di dolore del surfer, che quel giorno aveva perso Joe, l’unico padre che ha mai conosciuto.
Da quel giorno e per le settimane successive quel bambino dagli occhi cioccolato e con la passione per l’oceano e le conchiglie, tutti i giorni – di nascosto dalla mamma – frequentava Maverick. Quell’uomo che cavalcava le onde, domandole come fossero in suo potere. Lo osservava lavorare nell’ufficio della scuola di surf, lo guardava dare lezioni tra quelle stesse onde che Diego voleva imparare a gestire. Per cinque mesi Diego ha amato quello sconosciuto e quello sconosciuto ha imparato ad amarlo come fosse un figlio.
Ha disegnato me, in piedi sulla tavola, mentre cavalcavo un’onda.
È stato il grazie silenzioso più bello che mi avessero mai detto.
Poi tutto è cambiato: Diego è andato in Portogallo con la mamma, certo di tornare da Maverick con la promessa che avrebbe parlato alla mamma dei suoi pomeriggi in compagnia di quell’uomo che, per il bambino era un padre. Ma Diego non è più tornato, Maverick non ha potuto insegnargli a volare sulle onde, non ha conosciuto Lua.
È solo il 2018 quando la incontra sul terrazzo del ristorante, mentre lei dà le spalle a quell’oceano che tanto amava e che l’ha tradita quando ha tradito la fiducia di Diego.
Lua è ignara della consapevolezza di Maverick, ma si rende immediatamente conto che quell’uomo con gli occhi di ghiaccio, così simili all’oceano, è di una bellezza incredibile. Alto e con un fisico mozzafiato, con numerosi tatuaggi dal profondo significato. Ma non può lasciarsi andare con lui, sono incompatibili: lei odia l’oceano, lui lo ama.
Ma Maverick vuole la sua piccola luna e quella che doveva essere in una conoscenza per mantenere una vecchia promessa, diventa subito qualcosa di più ed è sicuro che presto o tardi quella ragazza sarà sua. Qualcuno l’aveva deciso tanto tempo prima. Ma non sarà facile, non quando il puzzle del dolore si ricomporrà.
Sono stravolta dal battito del suo cuore.
Mi perdo nel suo profumo e mi dimentico dell’oceano.
Ci siamo solo io e lui sul patio di un ristorante.
Bocca contro bocca, lingua contro lingua, mani nelle mani, cuore contro cuore.
Ho detto troppo? No, credetemi, perché se avete letto gli altri libri di Bnedetta Cipriano sapte quante emozioni sono celate dietro ogni sua parola, quando la semplicità apparente della trama nasconda un intrigo ben più profondo. Se non l’avete mai letta tenetevi forte, perché sarete sopraffatti da una molteplicità di sensazioni che subito faticherete a gestire, ma che, alla fine, amerete.
Leggere è sempre un percorso intimo, ma quando si legge la Cipriano c’è qualcosa di tanto viscerale da smuovervi totalmente l’anima. Come un terremoto.
Libro dopo libro Benedetta si contraddistingue per la sua poesia. Ho avuto modo di leggere questo romanzo in anteprima e sono grata all’autrice di questo perché mi ha dato tempo di metabolizzarlo per riuscire a parlarne, più o meno perché non è facile.
Quando un libro è troppo bello mettere in chiaro le sensazioni provate ed essere obiettivi diventa un’ardua impresa, ma vorrei comunque provarci.
I personaggi di Benedetta Cipriano sono straordinari e dotati di una forza che ha del miracoloso. Lua è una madre che, nonostante mille difficoltà torna a vivere, ama, perdona, ricorda, è un dono per chi la vive. Maverick è l’incarnazione di un altro tipo di coraggio, è l’esempio della pazienza, dell’amore e delle promesse.
Sono meravigliosi entrambi, mi hanno emozionata in un modo indescrivibile, ma da loro ho sentito AMORE. Il senso della famiglia che vivono, l’amore comune per chi non c’è più, trovare nell’altra persona e nei piccoli segni quotidiani un segno (scusate il gioco di parole) di qualcosa di più grande. Maverick e Lua sono l’incarnazione della fede nel prossimo.
Il tempo passa, ma chi ti ama ti aspetta
E poi ci sono personaggi altrettanto unici, rari e infinitamente meravigliosi.
Un oceano che resta meraviglioso nella sua maestosità e magia, ma che è fonte di gioia e dolore. È sinonimo di perdita e vittoria. L'oceano che Maverick domina quando vola sulle onde, l'oceano che tradito tutti e che non è facile perdonare.

Diego, il piccolo cercatore di conchiglie,  che è il denominatore comune di questa trama, il vero protagonista di questa storia, che attraverso il ricordo di chi lo ha vissuto ti entra sottopelle e lo senti. Ne senti la voce, lo immagini mentre disegna, mentre mostra le foto della mamma a Maverick, lo vedi nel cuore e nella testa e la sua assenza nel presente è una ferita che brucia ma che si auto allevia con la gratitudine del tempo che il piccolo ha avuto a disposizione.
Nonna Rida poi credo che sia il mio personaggio preferito in assoluto. Appena ho letto di lei l’ho immaginata come la nonna della protagonista del film Oceania, ma in Rida ho ritrovato la mia nonna: dolce, saggia, ferita a suo modo dalla vita, instancabile nonostante il tempo trascorso sul suo volto. Il suo essere protettiva e lungimirante. Ho amato nonna Rida, come ho amato e amo la mia nonna anche se non c’è più.
Le nonne sono angeli venuti dal cielo, sono la forza dei nipoti, sono la spalla su cui piangere e la certezza di poter essere compresi, anche quando il mondo sembra dissolversi.
Insomma ragazze, questo libro vi darà modo di trovare un po’ di voi stesse in uno o più dei personaggi e la narrazione di Benedetta che fa parlare sia Maverick che Lua ha il potere di catapultare il lettore direttamente sulla fine sabbia di Santa Cruz. Il profumo del mare sarà un’altra costante che vi terrà compagnia durante la lettura, durante la visione mentale che vi farete inevitabilmente.
Benedetta Cipriano con il suo stile poetico rende vivi i suoi personaggi ed emoziona in un modo incredibile, anche attraverso il solo gesto di un bambino che raccoglie una conchiglia. È la sua particolarità, il suo segno distintivo. Ed è meraviglioso.
«Non tutti i cuori rotti possono tornare a battere, ma il tuo sì. Il tuo ce la può fare. Il tuo è pronto a correre, non negargli questa possibilità».
Il finale non è come quello che mi aspettavo, non lo è del tutto più che altro e un po’ ci sono rimasta di sasso, però rimane in linea con il rispetto della vita e delle paure fondamentalmente inguaribili del tutto.
Benedetta Cipriano affronta il lutto nei suoi libri mettendo sulla bilancia tanta sofferenza, ma anche tanto riscatto e speranza. Di lei e del suo stile, questo fattore lo adoro, perché insegna che dal lutto non si guarisce del tutto, il lutto ti resta dentro ma vale la pena vivere ed un memento da non trascurare.
La vita è bella, nonostante le crepe.
Lua & Maverick ne sono un altro, straordinario, esempio.
Spero che l’autrice decida di scrivere una novella su altre due figure a loro modo determinati seppur fortemente marginali, che però hanno un enorme potenziale e suppongo abbiano un’infinità di cose da dire: Savannah, migliore amica di Lua, e Dante, l’amico italiano di Maverick.
Non perdetevi La luna nell’oceano, fareste un torto a voi stesse e vi perdereste l'ennesimo passo avanti dell'autrice che, libro dopo libro, migliora le sue doti narrative, sempre estremamente poetiche e tangibili grazie a descrizioni vivide e profonde.
Mi sono presa una pausa dal dolore.
[Copia arc digitale ricevuta in anteprima dall'autrice]

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