SOTTO LO STESSO TETTO (CHRISTINA LAUREN)

il
23 maggio 2018

Buongiorno, quest'oggi vi voglio parlare di una delle uscite che ho più atteso in questi ultimi mesi. Si tratta di Roomies, o per dirla con il titolo italiano scelto da Leggereditore... Sotto lo stesso tetto. Un contemporary standalone scritto dal duo Christina Lauren.
Aspettative altissime dopo l'ultima deludente pubblicazione dello scorso anno, (Non) Ti voglio (qui la recensione). Aspettative deluse nuovamente e che mi ha portato a chiedermi seriamente se aspettarmi ancora qualcosa dal dinamico duo americano da cui è nata la straordinaria serie Beautiful Bastard e l'altrettanto romantica e divertente Wild Season Series.

SOTTO LO STESSO TETTO
CHRISTINA LAUREN
Data pubblicazione: 09.05.2018
Editore: Leggereditore
Titolo Originale: Roomies
Serie: Standalone
Genere: contemporary romance
Trama: Per mesi Holland Bakker ha inventato scuse per scendere nella stazione metro vicino casa, attirata dalla musica di un affascinante artista di strada. Le manca però il coraggio di parlare con quel ragazzo, finché una notte, aggredita da uno squilibrato, viene soccorsa dal misterioso musicista: è irlandese e si chiama Calvin McLoughlin. Per ringraziarlo, Holland gli procura un’audizione con un famoso direttore musicale di Broadway. La performance di Calvin è un successo ma lui fa perdere le proprie tracce per una ragione che diventa presto chiara: è nel Paese
illegalmente, il suo visto è scaduto da anni. Holland gli propone quindi di mettere in scena una relazione inesistente per aggirare le rigide leggi sull’immigrazione. Convivere sotto lo stesso tetto, però, non si rivela facile come credevano: le cose sfuggono di mano a entrambi, e Holland e Calvin devono prendere atto di aver smesso di fingere già da un po’...
Sotto lo stesso tetto narra della storia di Holland, una donna che vive a New York ma ancora non ha trovato il lavoro dei suoi sogni, quello per cui ha tanto studiato ottenendo due lauree. Per sopperire lavora come archivista in un teatro di Broadway ma è un lavoro ottenuto tramite lo zio, che è direttore artistico del teatro.
Per tutto ciò è abbastanza abbattuta e l’unico momento di gioia che sente durante la giornata è quando si reca a una delle fermate della metro per ascoltare un musicista di strada di cui non sa nulla, ma per il quale nei mesi ha sviluppato una certa infatuazione. Durante una di queste “soste” subisce un’aggressione da uno squilibrato e Calvin, questo il nome del musicista, sarà il suo anonimo soccorritore.
Per sdebitarsi della gentilezza prestatale, fa ottenere a Calvin un’audizione presso il teatro dove lavora. Audizione che il musicista supera brillantemente per poi rifiutare il posto offertogli. Holland scoprirà così il perché di tale decisione: Calvin, originario dell’Irlanda, è arrivato negli USA con un permesso di soggiorno per studenti che, purtroppo, è ormai scaduto da tempo.
La ragazza decide quindi di proporgli una convivenza fittizia per fargli ottenere un nuovo permesso. Una convivenza in cui fingeranno di essere una coppia agli occhi di tutti, con tanto di matrimonio annesso (l’unico modo per ottenere la cittadinanza in modo veloce e indolore è sposare una regolare cittadina), ma quella che doveva essere una farsa bella e buona, sfugge dal loro controllo mettendoli dinnanzi alla verità.

Come ho detto in apertura sono rimasta parecchio delusa da questo libro. Adoro lo stile delle Christina Lauren, nella serie Beautiful Bastard sono state eccelse, le ho adorate e altrettanto ho fatto con la serie Wild Season, ma penso che ultimamente il loro stile si sia “sopito”.
Una storia buona come basem, ma sviluppata in modo un tantino banale e noioso; manca infatti quella vena spumeggiante che caratterizzava le precedenti opere delle due autrici americane. La storia di Holland e Calvin è priva di spinta emotiva, come se fosse stata scritta senza che le autrici ne sentissero  la trama, ne fossero convinte.  Manca di tutto il bello che è il marchio di fabbrica della coppia Christina Lauren.
È tutto abbastanza piatto e il tutto è peggiorato dal punto di vista narrativo univoco, affidato alla protagonista. Forse sarebbe stato meglio il punto di vista alternato, in cui le autrici sono grandiose, o tutt’al più il punto di vista maschile (ma dubito che la narrazione unilaterale sia una buona scelta per loro).
Entrambi i protagonisti sono scialbi (lei più di lui, questo è certo!), mancano di brio e carattere. Sono quasi anonimi e per nulla memorabili.

Tutto ciò, unito a un editing poco curato (che da lettrice mi ha infastidito notevolmente), ha fatto risultare la lettura del romanzo “Sotto lo stesso tetto” un investimento sbagliato del mio tempo libero, rendendo difficile arrivare all’ultima pagina! Un libro in altre parole, molto molto mediocre a cui do il voto che segue solo per il nome delle autrici, che spero con le pubblicazioni future, ritrovino la loro intesa, la loro verve.


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