Il piccolo negozio della felicità hygge (Rosie Blake)

il
7 febbraio 2018
Buon pomeriggio, oggi vi parlo del romanzo “Il piccolo negozio della felicità hygge” di Rosie Blake, autrice che non avevo ancora scoperto e di cui sono rimasta piacevolmente sorpresa, anche se non mi ha del tutto convinto. Venite con me nel Suffolk a sbirciare nella vita di Clara, la protagonista e il suo stile di vita hygge…

IL PICCOLO NEGOZIO DELLA FELICITA' HYGGE
ROSIE BLAKE
Data pubblicazione: 02/11/2017 Editore: Newton Compton Editori Titolo Originale: The hygge holiday Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: Contemporary romance
Trama: È autunno nella cittadina di Yulethorpe, e una pioggerella gelata scende da giorni. A rendere ancora più tristi gli animi arriva la notizia che l’ultima bottega del centro, l’adorabile negozietto di giocattoli della signora Louisa, sta per chiudere i battenti. Per Yulethorpe sarà un inverno più gelido del solito, ma la speranza ha il volto di un angelo biondo di nome Clara Kristensen. In paese per una vacanza, la ragazza è il ritratto della salute e della felicità. In lei tutto è hygge, come dicono i danesi: è allegra, solare, con un senso profondo della famiglia, ama le candele profumate, i bambini, i cani e i libri. Clara si rimbocca le maniche e rivoluziona il negozio, trasformandolo in un luogo magico e accogliente. In mezzo all’entusiasmo che ha contagiato grandi e piccini, però, salta fuori Joe. È il figlio della proprietaria, un tipo tutto business, sposato con il suo smartphone, e teme che quella di Clara sia una manovra per mettere le mani sugli affari della madre. Del resto, nessuno si darebbe tanto da fare solo per restituire il sorriso ai bambini, no? Tra esilaranti malintesi e scontri all’ultimo fendente, riuscirà Clara, con i suoi occhi azzurri e i modi scandinavi, a convincere lo scostante e ruvido Joe che il segreto della felicità non è il denaro?
Clara si svegliò presto, come sempre. Vedeva i raggi del sole che filtravano dal tessuto rosso e sottile della tenda che copriva la piccola finestra incastonata tra le colonne. In ginocchio sul letto, spostò quei due drappi di stoffa.
Nel Suffolk c’è un piccolo villaggio in cui i negozi stanno morendo fagocitati dai grandi centri commerciali e dallo shopping online. L’ultimo negozio rimasto è quello della signora Louisa che, però, ha deciso di chiudere la sua attività e dedicarsi a se stessa.
Nello stesso periodo arriva in paese Clara, ragazza danese in vacanza lì. Grazie al suo spirito hygge e alla sua positività contagiosa, la giovane si fa carico del negozio di Louisa, rivoluzionandolo e risollevandone le sorti. Clara è una ragazza moderna atipica: è poco legata alla tecnologia, cui non presta attenzione, amante dei bei tramonti, delle passeggiate e la cucina. Clara, nonostante la sua solarità, nasconde qualcosa. Ma cosa? Da cosa o chi sta fuggendo?
Mentre Clara si occupa del negozio e Louisa si prende cura di se stessa con un viaggio nella soleggiata Spagna, arriva Joe, figlio della storica proprietaria del negozio, che a differenza di tutti, non vede di buon occhio la nuova arrivata. Lui, che è l’esatto opposto di lei: un uomo d’affari, abituato a vivere nella city, sposato con i propri affari e il suo smartphone.
Joe riagganciò, ancora una volta, mentre attraversava la lobby dell’ufficio. Le scarpe facevano rumore sul pavimento di marmo, quel suono rimbombava nello spazio vuoto e ampio. Spinse la porta girevole e premette di nuova l’icona del contatto che riportava il nome di sua madre.
Ama il denaro e non è avvezzo a sentimenti. Clara, però, con la sua solarità e nonostante gli scherzi, riuscirà a farlo ricredere, perché per quanto diversi, entrambi sanno cosa sono le sofferenze e i punti in comune sono molti più di quelli che si potrebbe pensare: per entrambi abnegarsi al lavoro è il mezzo per cui possono mostrare il proprio valore.
Il romanzo è scritto molto bene e i personaggi sono stati ben caratterizzati, anche i secondari. Ho apprezzato le “apparizioni” tramite email, di Louisa; un personaggio originale: un po’ figlia dei fiori, ma in realtà una donna profondamente sola e desiderosa di attenzioni dopo l’abbandono del marito molti anni prima. Una persona disponibile, avventurosa e cordiale. L’esatto opposto di suo figlio, ma per molti versi simile a Clara.
A Madrid fa caldo. Alloggio in centro storico, quindi ci sono tanti negozi, piazze e locali con tavoli all’aperto in cui servono le tapas. Ho mangiato così tanta paella in queste ventiquattr’ore che adesso mi sento metà donna e metà gamberetto.
Clara è la classica brava ragazza che dopo una grande delusione nella vita privata, decide di riprendere in mano le redini della propria esistenza. Nonostante tutta la trama si a positiva e rimandi sempre allo stile di vita hygge, mi è mancata un po’ di suspance e il corso degli eventi è piuttosto prevedibile. Ho trovato un po’ surreale il fatto che, il negozio, quasi in rovina, in una località sperduta della regione, miracolosamente torna a fiorire grazie a qualcuno che arriva da fuori.  Inoltre lo stereotipo è già stato sfruttato da altre autrici. Di contro è apprezzabile come lo stile di vita Hygge, tanto in voga al momento, sia in qualche modo esportato anche e attraverso il genere rosa, piuttosto che attraverso i “classici” manuali in stile self-help.
E Clara capì di aver finalmente ritrovato una casa.



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