IL NIDO DELLE CICALE (A. MARTELLATO)

il
21 gennaio 2021

Buongiorno amici lettori, nei giorni di Natale sono letteralmente incappata nel romanzo di Anna Martellato. Un romanzo pubblicato dalla Giunti qualche tempo fa e scritto da quest'autrice veronese semplicemente bravissima.

IL NIDO DELLE CICALE
ANNA MARTELLATO
Data pubblicazione: 09.09.2020 Editore: Giunti Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: narrativa
Trama: Intenso, struggente, pieno di speranza: un romanzo che vi avvolgerà nelle emozioni. Che cosa faremmo se un giorno scoprissimo che la nostra vita è un castello di sabbia e che nulla di quello che abbiamo costruito è autentico? Succede a Mia, compagna di Alessio, architetto di successo a Stoccarda. Per seguirlo, lei ha rinunciato a tutto, anche ad avere figli. Finché un giorno scopre che Alessio le ha nascosto una verità impossibile da accettare. Mentre tutto precipita, Mia torna dopo vent’anni di assenza nella grande casa di famiglia, sulle sponde del lago di Garda, dove abita la madre Vittoria, una donna eccentrica e autoritaria che vive cristallizzata nel passato e che Mia ha allontanato da sé molto tempo prima, a causa di un grave trauma familiare. Ma qui rivede anche Luca, il ragazzo diventato uomo di cui era innamorata da adolescente. Sarà lui a svelarle i segreti della coltivazione della lavanda e delle piante officinali da cui trae rimedi e unguenti. Su quelle colline profumate e inondate di sole Mia ritroverà per la prima volta un senso di pace e armonia. Che sia questo il modo di curare le proprie ferite e rinascere come fanno le cicale dopo un lungo sonno? Ma anche nella vita di Luca c’è un passato scomodo e doloroso che potrebbe costringere Mia a fare di nuovo i conti con la realtà…
"Il nido delle cicale" narra la storia di una rinascita, di un ritorno alle origini, di una consapevolezza nuova e una verità celata e portata troppo a lungo nel cuore dei protagonisti; il tutto nella magica cornice della sponda veronese del Lago di Garda, che con i suoi profumi e colori rende il romanzo unico.
Mia fugge da Stoccarda dove vive con il suo uomo, Alessio. Lui è un affermato architetto, e la loro casa per Mia è diventata una prigione. Una pesante verità, forse sempre saputa, costringe la protagonista a ritornare a casa, dalla madre Vittoria e dalla vecchia governante Efra.
Era una piccola crepa su un guscio, nient’altro. Per quanto Mia ignorasse quell’imperfezione, c’era qualcosa di simile a una vocina maligna e diffidente dentro di lei che continuava ad insinuare che era lì, in quella crepa, che qualcosa non quadrava.

Con continui flashback della vita a Stoccarda e, più indietro, quando quindicenne giocava con fratello gemello (Mattia) e con l’amico Luca si divertiva sulla spiaggia con i turisti tedeschi. Giochi che cominciavano a lasciare il posto ai primi timidi approcci e alla consapevolezza del cambiamento che stava avvenendo in loro.
Quel profumo inconfondibile alla fine della scuola, delle prime volte con le maniche corte e della pelle scottata perché impreparata al sole che ormai aveva deciso di fare la parte del leone. Ma soprattutto erano i giorni delle promesse: quelli erano i primi giorni d’estate. Mia poteva sentire quel profumo di tigli anche adesso, se pensava a vent’anni prima.

La madre è una donna acida, incattivita dalle sofferenze e legata in modo maniacale alla casa e al passato, mentre Efra è la donna che si è sempre presa cura di tutti e accoglie a braccia aperte il ritorno della sua bambina. Luca, rimasto nelle vicinanze è un giovane uomo, pieno di fascino e ha fatto dell’erboristeria bio il suo lavoro.
È un romanzo che incanta. La descrizione dei luoghi, la vita di paese, il potere rigenerante delle acque del lago, che con il suo microclima permettono attività e coltivazioni impensate a pochi passi da lì. Mia è una donna insicura, piena di paranoie e paure, il legame con Alessio è una sorta di dipendenza: lei è la moglie trofeo, lui la sua sicurezza. Con Luca il rapporto è conflittuale, fatto di antichi rancori e paure mai svelate. Ma Mia, a casa, ritroverà sé stessa e le sue radici.
È un romanzo che parla di valori forti, del bisogno di crescere e fare chiarezza, di radici a cui tornare e di ali per volare e sognare.   
C’era qualcosa in Mia, di molto nascosto e di molto lontano, che assomigliava a quel temporale. Era simile a quel vento, quell’elettricità nell’aria che suggeriva inquietudine, tormento e tumulto, un’agitazione energica e inafferrabile che era ben nascosta e sopita sotto il riflesso lieve e rassicurante che mostrava.
 


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