DUE FIOCCHI DI NEVE UGUALI (L.CALOSSO)

il
16 febbraio 2019
Salve amici lettori!
Oggi vi parlerò di un romanzo forte, potente che, senza pretese, mi ha conquistato: il libro di Laura Calosso “ Due fiocchi di neve uguali”, edito da SEM.


DUE FIOCCHI DI NEVE UGUALI
LAURA CALOSSO
Data pubblicazione: 24/01/2019 Editore: SEM Editori Serie: standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Margherita Fiore ha diciotto anni e da pochi giorni ha superato brillantemente l’esame di maturità classica. Sta preparando il test per entrare all’università. Un’amica la invita al mare per due giorni di pausa dallo studio. Il treno però ha un disguido e Margherita accetta un passaggio in auto da un ragazzo incontrato per caso. Nell’arco di poche ore la sua vita accelera. La Mercedes cabrio su cui i due viaggiano sfreccia sull’Aurelia spinta al massimo. L’urto è improvviso, la macchina sbatte contro il guardrail, esce di strada, quindi salta nel vuoto. L’ultimo pensiero di Margherita è per Carlo, un compagno di scuola che, senza una ragione apparente, si è ritirato da scuola e non è più uscito da casa. Al momento dell’incidente Carlo è davanti al computer. Da tempo non lascia la sua stanza, che è ormai il suo mondo. Come molti suoi coetanei è diventato un hikikomori, così si chiama chi decide di recludersi in casa, al riparo da tutto. Carlo ha alzato un muro tra sé e gli amici, la scuola e i genitori. Vuole solo scomparire. Non sa che Margherita, la sua compagna di classe preferita, l’unico suo ricordo positivo, è in coma vegetativo. Nella luce dorata dell’estate le vite di Margherita e Carlo risplendono in stanze buie che tengono fuori il mondo. Laura Calosso, in questo suo nuovo, intenso romanzo, mette in scena con grande bravura e delicatezza una generazione di ragazzi brillanti, sensibili, che per motivi diversi si trovano a vivere momenti di profonda difficoltà.
Carlo e Margherita sono amici, compagni, adolescenti. I ragazzi hanno vissuto e studiato insieme finché Carlo, stanco, senza una ragione apparente, ha deciso di ritirarsi e non uscire più da casa. Margherita ha continuato la sua vita scolastica e non, Carlo invece si è messo in standby, rinchiuso nella sua camera. Sono rimasti però in contatto virtuale, come gli unici fiori in un campo di sole sterpaglie.
Carlo e Margherita non sanno di preciso quando tutto è cominciato. Vorrebbero illudersi di aver preso una decisione, e credere di essere stati loro a scegliere, invece entrambi hanno attraversato l’adolescenza e sono cresciuti senza accorgersene. Forse è iniziato tutto con la nebbia.
Margherita si è diplomata e sta per affrontare l’ostacolo del test universitario; si prende così una pausa e, da Torino, accoglie l’invito di una sua amica per una gita di due giorni ad Alassio. Il 10 agosto esce da casa, la mattina, per prendere un treno, ma la sera si ritrova vittima di un terribile incidente d’auto in compagnia di un ragazzo sconosciuto. Che cosa è successo nel frattempo? Quale scelta l’ha portata a cambiare rotta e ritrovarsi spezzata e piantata in ospedale?
Carlo quello stesso giorno è a casa, rifugiato nel suo mondo, perché quello esterno gli fa troppa paura e non sa che Margherita, l’unica testimone e complice della sua natura, adesso è chiusa in una stanza senza potersi muovere. Lui può farlo invece ma gli manca lo stimolo necessario.
Seduto sul letto, con il computer spento per la prima volta da tanto tempo, teme che la realtà, quella subdola sequenza di fatti che accade quotidianamente oltre la sua tana, gli abbia giocato un brutto scherzo.
La vita di Carlo e Margherita è quindi messa a confronto e analizzata nell’arco di quella giornata che, per lui, è ancora uguale a tutte le altre da ormai due anni mentre, per lei è diversa, non prevista, non contemplata ma in qualche modo accaduta.
Si analizzano le profondità di quei gesti, i segni celati ma presenti che hanno portato entrambi a delle scelte che li hanno segnati per sempre, chi per volontà diretta e chi per indiretta. Si analizzano i dettagli, si entra nella loro mente e cercando di trovare il momento in cui le loro vite si sono interrotte, per provare poi a ricomporle.
L’autrice è stata brava nel suo percorso di scoperta dei protagonisti rendendoli chiari nella loro profonda oscurità, somiglianti nella loro diversità.
Forse Margherita e Carlo si somigliano, in entrambi c’è qualcosa di oscuro e inafferrabile, una specie di sospetto nei confronti della realtà. È proprio questo a unirli, è proprio questo a tenerli distanti.
Leggendo ora di Margherita, ora di Carlo, con un punto di vista esterno che li “legge” come se li stesse osservando da vicino, il lettore entra nella loro vita in punta di piedi, di lato ma con tenacia perché la chiave per scoprirli è capirli, immedesimarsi in loro e comprenderli senza giudicarli.
L’autrice traccia in maniera egregia una sorta d’intervista doppia dei ragazzi attraverso cui il confronto, in realtà, è un incontro, d’idee e pensieri, che unisce ciò che hanno dentro in un ambiente esterno che, di fatti, non gli permetterebbe di legarsi. Notevole, infatti, è il parallelismo tra le due madri dei protagonisti: l’una assiste la figlia ininterrottamente ora che la ragazza può solo percepirla mentre, prima dell’incidente, le era solo di contorno; l’altra, quella di Carlo, prima della reclusione del figlio faceva anche troppo per spronarlo, esaltarlo davanti alle amiche e incoraggiarlo in ciò che più, per lui era adatto al ragazzo, mentre, adesso, che invece è Carlo ad aver scelto, non è più in grado di guidarlo al meglio e si è arresa. I padri dei ragazzi sono entità labili, pur se il padre di Margherita ha influito molto di più sulla vita della figlia, condizionandola non poco nelle scelte che l’hanno in tal modo anche portata a quell’incidente.
La Calosso mi ha incantato con poco pur dicendo molto e mi ha fatto immergere in due vite che, nonostante mi fossero estranee, alla fine mi sono sembrate quasi vicine, affini, anche alla mia. Mi sono sentita partecipe delle scelte di Carlo e Margherita, quasi come se le avessi potuto fare anch’io perché l’immedesimazione in entrambi è stata netta, semplice, immediata e, allo stesso tempo, nemmeno scontata.
Consiglierei questo romanzo volentieri perché si legge tutto d’un fiato e, con sapiente e sana denuncia, dichiara che è spesso ciò che si nasconde, non si vede, a essere più degno di nota e di scoperta. C’è del bello anche in ciò che non si conosce e poterne apprezzare l’intrinseca bellezza anche attraverso la sofferenza e il dolore non è un difetto ma un pregio. Non mi dispiacerebbe leggere altro della penna di quest’autrice perché sarei curiosa di capire chi o cosa altro potrei diventare o scoprire di me attraverso i suoi personaggi.

[Copia arc ricevuta dall'editore]
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