POISON (I. BONELLI)

il
4 gennaio 2019
Buongiorno lettori, nonostante pranzi, cene e parenti vari in occasione delle feste natalizie, sono riuscita a ritagliarmi del tempo per leggere un libro che avevo in sospeso nel mio kobo. Il titolo mi ha subito incuriosita e dopo aver letto la trama, ero ansiosa di conoscere come si sarebbe sviluppata la storia. Però, niente si è rivelato come mi aspettavo. In che senso? Continuate a leggere per scoprirlo.

POISON
ILARIA BONELLI
Data pubblicazione: 28.10.2018 Editore: Collana Floreale Serie: standalone Finale: Autoconclusivo Genere: Contemporary romance
Trama: Allison Thompson è la classica ragazza per bene che trascorre le sue giornate nella rassicurante e monotona quotidianità di un piccolo paese in Arkansas. Monotona sì, almeno fin quando non verrà sequestrata da uno sconosciuto nel buio parcheggio della palestra. Da quel momento la vita di Allison viene avvolta dal mistero, travolta da un'irrefrenabile passione velenosa che la porta a vivere nella grande città di Tulsa insieme ad Adam, l'uomo che l'ha rapita. Ma quello che la circonda è davvero ciò che lei crede? Che cosa nasconde veramente Adam?
Poison di Ilaria Bonelli è un libro che mi ha suscitato diverse emozioni, purtroppo non tutte positive, anzi quelle positive sono state ben poche. Dalla trama mi aspettavo un romanzo intenso dalle sfumature un po’ dark e ricco di colpi di scena. Un romanzo dai protagonisti forti, travolti da una passione incontenibile.
Ma andiamo per gradi. Allison, la protagonista, è una ragazza di ventiquattro anni, vive a Jasper, un piccolo paesino tranquillo in Arkansas. Una sera qualunque, all’uscita dalla sua lezione di pilates, si ritrova improvvisamente vittima di un rapimento. Le viene puntata una pistola alla schiena e si trova impossibilitata a reagire o a chiedere aiuto a qualcuno data l’ora tarda e l’assenza di passanti. Il suo aguzzino le intima di salire in macchina e guidare verso una meta sconosciuta, che durante il tragitto scoprirà essere la città di Tulsa, a un paio d’ore da Jasper.
Adam, il suo rapitore, non mostra atteggiamenti da serial killer e addirittura si presenta allungando la mano verso di lei. Di rapitori che si presentano stringendo la mano alla loro vittima non ne avevo mai letti e a primo impatto il tutto mi è sembrato parecchio strano.
L’umore di Allison passa dalla paura all’attrazione verso quest’uomo dai capelli scuri e dal viso affascinante: da un lato è chiaramente in stato di shock per quello che le sta succedendo, dall’altro si è invaghita in modo sconsiderato di quell’uomo tenebroso e minaccioso.
Non c’era alcun dubbio che mi sentissi attratta da Adam, un po’ come una falena che si avvicina curiosamente ad una lanterna, attratta dalla sua bellezza, ma ignara che il solo tocco la può uccidere.
Arrivati a Tulsa, questa fulminea attrazione porta a del sesso impetuoso consumato in un parcheggio all’aperto, incuranti che qualcuno li possa scoprire. Allison considera il suo comportamento come una conseguenza del trauma a cui è stata sottoposta per ore, fatto sta che non ci pensa minimante a ribellarsi e si lascia andare tra le braccia del suo rapitore. Questa scena, sinceramente, mi è sembrata assurda: ho capito che lui – a parte una tirata di capelli – non ha usato alcuna violenza su di lei, ma   insomma si tratta pur sempre di rapimento e come ribadisce molte volte la protagonista, se mai fosse riuscita a tornare a casa sana e salva, non avrebbe avuto dubbi sul sottoporsi a delle sedute da uno psicologo per superare quell’avvenimento.
Alla fine del rapporto, addio e tanti saluti. Cioè, lui si fa 300 chilometri o giù di lì, per andare a picchiare un tizio, poi rapisce una ragazzaperché gli serve un passaggio per tornare a casa e infine la lascia libera di andarsene. Senza preoccuparsi che possa andare alla polizia e denunciarlo. È assolutamente sicuro che lei non lo tradirà, sicurezza data anche dall’atteggiamento di lei. Pensavo che ai fini della trama ci fosse qualcos’altro sotto, invece è tutto come lo leggiamo.
Adam ha tante facce, è un dado più che una medaglia.
L’autrice è troppo prolissa, si perde in descrizioni inutili e tralascia le cose veramente importanti, ad esempio di Adam, il protagonista maschile, sappiamo molto poco: a parte qualche accenno alla sua infanzia difficile, e alcuni dettagli riguardo la sua vita presente, Adam continua a rimanere un mistero. Avrei voluto che l’autrice si fosse soffermata sugli aspetti del suo carattere, che avesse trovato un modo per farcelo conoscere a 360 gradi. Entrambi vivono in una bolla e a parte qualche sporadica scena con le colleghe del negozio dove lavora Allison, non interagiscono con nessuno.
A volte credo di essere totalmente assuefatta da lui, e lui da me, siamo il veleno e l’antidoto l’uno dell’altra.
Nel libro sono presentidei refusi e ci sono dei tempi verbali sbagliati, i congiuntivi per di più.Non mi è piaciuto lo stile dell’autrice perché penso che un romanzo rosa debba essere composto da parti dialogate e parti discorsive, invece Poison sembra un monologo che la protagonista fa a se stessa e per questo non sono stata in grado di apprezzarlo, ma soprattutto non sono riuscita ad entrare dentro la storia, ad immedesimarmi con la protagonista, sono rimasta indifferente durante tutta la lettura e purtroppo quando un libro non mi suscita “niente” non posso che dare un parere negativo.
Gli eventi della seconda parte potevano forse risollevare la storia e in un certo senso mi stavo appassionando, poi però sono giunta al finale.
Il finale mi ha delusa tantissimo, è stato inaspettato e sorprendente, ve lo concedo, ma non sono proprio riuscita a digerirlo. Dopo tutte quelle pagine, mi aspettavo un epilogo che avrebbe dato una degna conclusione alla storia tra Allison e Adam, invece è stato una doccia fredda. Mi fermo qui per evitare spoiler e aspetto il vostro parere su questo romanzo. Fatemi sapere se siete d’accordo con la mia personale opinione o se invece la pensate in modo diverso.
Alla prossima.


[Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]

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