[I COME INTERVISTA] FELICIA KINGSLEY: PINK PRIDE POWER

il
29 novembre 2018
Ciao Felicia, innanzitutto grazie per aver accettato di fare questa intervista per il nostro blog.
Ciao a voi e grazie per avermi ospitata!

Questa sarà un po’ diversa da quelle che hai già fatto, dato che tutti ti hanno già chiesto dei tuoi romanzi, noi vogliamo scoprire anche la vera Felicia.
Prima di cominciare con le domande vere e proprie, vorremmo stilare una sorta di “Identikit della Scrittrice”, con alcuni quesiti a risposta singola, sei pronta?
•    Colore preferito: Giallo
•    Cibo preferito: tagliere di salumi e formaggi
•    Ultimo libro letto: Amori Reali di Cinzia Giorgio
•    Il libro che stai leggendo al momento: Miliardari per caso di Mezrich
•    Città preferita: in Italia, Firenze. Estero: Londra
•    Film preferito: Padrona del suo destino e Shakespeare in love a pari merito
•    Cantante o gruppo musicale preferito: ne ho troppi, ma Alice Cooper è uno di quelli sul podio
•    Un sogno che hai realizzato: non si dice, perché poi finisce
•    Ultimo acquisto online: libri e scarpe con il black Friday
•    Cane o gatto? Volpe domestica
•    Mare o montagna? Mare
•    Dolce o salato? Salato
•    Tigella o tortellino? Non si fanno queste domande a una emiliana. È come chiedermi di scegliere tra mamma e papà.
•    Se dovessi abbandonare improvvisamente la tua casa e potessi portare con te solo un oggetto, cosa sceglieresti? Una valigia. Piena dei mille oggetti che non posso lasciare.
•    Da piccola qual era il tuo lavoro dei sogni? Fare la Veejay per MTV, a TRL
•    Un tuo difetto: sono testona
•    Un tuo pregio: sono testona

Passiamo alle domande difficili. Trovi complicato conciliare il tuo lavoro di architetto con quello di scrittrice? Pensi che ci sia qualcosa che accumuna queste due professioni? La scrittura c’è sempre stata, prima ancora dell’architettura, quindi abbandonare una cosa che ha sempre fatto parte di me, non è mai stata un’opzione. Scrivere è un bisogno, specie quando le giornate professionali si fanno troppo pesanti, e ho bisogno di far volare la mente. I più potrebbero pensare che fare l’architetto e scrivere siano due attività affini poiché entrambe creative, ma la verità è che l’architetto, nel 2018, è una professione meno poetica di quel che si crede. Tanta burocrazia, tanti regolamenti (com’è giusto che sia) e… tanti problemi di budget! Alla fine della giornata, sedersi a scrivere una storia d’amore è una bella evasione. 

É difficile conciliare la vita di tutti i giorni e due lavori?
Magari non scrivo alla velocità che vorrei (ci sono autori che finiscono una prima stesura in un mese e mezzo, facendo solo quello), ma non è difficile, quando si fa qualcosa che si ama.

Preferisci scrivere la prima bozza a mano o al pc? Oppure sei una di quelle scrittrici che prende appunti anche su tovagliolini e carta igienica? 
Pc, tutto al pc, fin da subito. Se mi vengono idee estemporanee, tipo uno scambio di battute botta-risposta, me lo appunto su un post-it. Ho tonnellate di post-it nei cassetti.

Quanto c’è di Azzurro nei protagonisti maschili dei tuoi romanzi? 
Poco e niente, e non per mancanza d’amore, ma se io m’ispirassi sempre a lui, i personaggi mi uscirebbero tutti identici. Magari prendo qualcosina, un dettaglio qui, uno là (tipo la Harley di Jesse), ma nel complesso sono sempre personaggi differenti.

Tempo fa hai detto che ti piacciono i romanzi regency, pensi di scriverne uno prima o poi? 
Confermo, amo i regency, specie quelli di Julia Quinn e in un futuro non mi dispiacerebbe scrivere una storia che ho in mente da un po’ e che stuzzica la mia vena nostalgica. Però, ho ancora tanti progetti, prima di affrontare quello.

Vivere nella provincia modenese ha influito in qualche modo sulla tua scrittura (ispirazione, persone)? C’è un quartiere della tua cittadina che preferisci? 
Più che i luoghi, sono le persone a darmi continui stimoli, e non ti nascondo che cullo l’idea di scrivere una saga familiare ambientata a cavallo degli anni ’30 fino ai ’60 ambientata proprio in Emilia, ma sarà qualcosa che dovrò meditare a lungo e forse avverrà in una fase avanzata della mia vita.

Hai un sogno nel cassetto che speri un giorno di realizzare? 
Sì, ma non si dice, se no non si avvera.

Ti consideri una ragazza che segue le mode o pensi fuori dal quadrato? 
Seguo le mode se mi piacciono, questa è la mia regola. Non sono una spugna che assorbe gli input a oltranza. C’è stato un periodo nella mia vita in cui mi sono fatta trascinare dalla corrente e grazie a Dio, con l’età, è finito.

Credi nel matrimonio?
Credo nell’amore.

Come me e quasi tutte noi di Pieces of Paper Hearts, fai parte della generazione dei trentenni, c’è qualcosa degli anni 80/90 che vorresti tornasse in voga?
I Polly Pocket e Sailor Moon! E il Soldino della Mulino Bianco. E i film che in tv iniziano alle 20.45. I generale, tutte quelle cose che hanno caratterizzato la mia infanzia e che ancora oggi mi smuovono la nostalgia.

Oltre ai tuoi utilissimi video su YouTube per chi si affaccia all’autopubblicazione, hai qualche consiglio per i futuri scrittori? 
Mai smettere di imparare, leggere, informarsi, guardarsi intorno e guardarsi dentro. Il mondo là fuori cambia in continuazione, confrontarsi con gli altri è l’unico modo per non rimanere indietro.

Festival Romance: sei una delle autrici più attese. Cosa ti aspetti e cosa dobbiamo aspettarci noi lettrici arrivando al tuo tavolo?
Io mi aspetto una grande festa! Ho voglia di chiacchierare con tutti: autrici, lettrici, blogger. Sarà un’ottima occasione per conoscersi, confrontarci e parlare di ciò che amiamo, ossia leggere romance. Le passioni devono unire.

Pink Pride, ne sei stata l’ideatrice e promotrice giusto? Pensi sia cambiato qualcosa dopo quel periodo?
Non finirò mai di dire che il romance merita egual rispetto degli altri generi letterari, e solo con il sostegno continuo di autrici, lettrici, editori e blogger possiamo arrivare a conquistare la fiducia e il rispetto che il genere merita. È una strada in salita, ma non fermiamoci. Ogni giorno è il giorno giusto per cambiare le cose.

Cosa differenzia le autrici straniere romance da quelle italiane? 
Io partirei da cosa le accomuna. Dalla voglia di divertire, dal trasmettere sensazioni positive e stimolare la lettrice verso nuovi slanci. La differenza, più che altro la fa lo spartiacque tra autrici anglofone e autrici di altra matrice linguistica. Le autrici che scrivono in inglese hanno una reach di pubblico maggiore, seguite da quelle che scrivono in spagnolo, per questo riescono a creare una rete di lettori molto più fitta e quindi anche più forte, con una community molto viva. Ma a parte questo, il fine è comunque: scrivere per sognare e fare sognare.

Questa era l'ultima domanda per Felicia Kingsley, la ringraziamo ancora per essere stata con noi oggi e l'appuntamento è alla prossima!!!

Bacioni,
Tina
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