Salve lettori, oggi vi parlo di Dirty Games, il romanzo di Valentina Facchini uscito a luglio e che mi ha subito attratta per la trama e la cover. Avrà soddisfatto le aspettative? Ecco il mio parere su questa nuova lettura.
DIRTY GAMES
VALENTINA FACCHINI
Data pubblicazione: 11.07.2018
Editore: Self publishing
Serie: Standalone
Finale: Autoconclusivo
Genere: Erotic romance
Trama: Il mio nome è Alathea Davis, ho ventisei anni e sono una prostituta. Potrei definirmi una “escort”, ma la sostanza non cambierebbe: mi vendo per vivere. Lui mi ha costretto a scegliere tra la mia libertà e il mio corpo, e io ho accettato la sfida. Ha deciso di addestrarmi, ma non mi piegherà al suo volere, non riuscirà a cambiarmi.Editore: Self publishing
Serie: Standalone
Finale: Autoconclusivo
Genere: Erotic romance
È un gioco senza esclusioni di colpi, il nostro.
Solo uno di noi vincerà.
E non sarà lui.
Il mio nome è Sebastian Reeve, sono egocentrico, lunatico e mi annoio facilmente. Mi definiscono un uomo viziato, e hanno ragione: ottengo sempre ciò che voglio. Quando ho sentito la sua voce, ho capito che doveva essere mia. Lei sembra leggermi dentro, mi porta al limite e mi disorienta. Non mi sono comportato da galantuomo, le ho tessuto una trappola e lei ci è caduta, ma non me ne pento.
È un gioco senza esclusioni di colpi, il nostro.
Solo uno di noi vincerà.
E non sarà lei.
Come vi dicevo, la trama mi ha incuriosita subito. Mi sono immediatamente figurata un affilato botta e risposta dietro l’altro, immaginando due personalità forti… uno scontro tra titani. Qualcosa però è andato un pochino storto e le alte aspettative non sono state totalmente esaudite.
La storia inizia con un prologo stuzzicante tanto quanto la trama, che invoglia a scoprire in fretta cosa porta la protagonista in quella determinata situazione. È stata una buona idea dare questo input all’inizio e poi riportare indietro la narrazione al momento in cui tutto è iniziato.
Alathea è una ragazza che non ha nessuno, se non una madre che non sente da anni. Lavora come cameriera in una tavola calda di Los Angeles, nella speranza di riuscire a sfondare nel mondo dello spettacolo. In una giornata come tante, nel locale entra Sebastian; da quel momento la vita di Alathea verrà completamente capovolta.
Ma gli avvenimenti che porteranno Alathea diventare una escort vi faranno odiare Sebastian.
L’altro aspetto che non mi ha convinta è la resa di Alathea. Viene presentata come un personaggio forte, determinato, combattivo, per poi piegarsi agli eventi; è rassegnata e forse sarebbe stato meglio approfondire un po’ per “giustificare” questo cambiamento.
Dato il carattere di Sebastian, mi sarebbe piaciuto capire come risolve la situazione nei dettagli, anche per rivalutare un po’ il protagonista maschile.
Offrire anche il punto di vista di Sebastian è però stato molto utile per umanizzarlo; i suoi pensieri durante l’addestramento di lei, portano a credere che qualcosa di buono si nasconde anche dietro tutta quella spietatezza.
Alathea non è una ragazzina vissuta in un castello fatato, sa bene quanto è dura la vita e l’ha sempre affrontata a testa alta. Per questo è difficile trovarla credibile nella seconda parte della storia.
Concludendo, mi dispiace, ma se mi chiedessero che libro consigliare, non mi verrebbe subito in mente questo titolo ed è un peccato, perché dedicando più attenzione a tutti gli aspetti tirati in ballo, ne sarebbe uscito un buonissimo lavoro.
La storia inizia con un prologo stuzzicante tanto quanto la trama, che invoglia a scoprire in fretta cosa porta la protagonista in quella determinata situazione. È stata una buona idea dare questo input all’inizio e poi riportare indietro la narrazione al momento in cui tutto è iniziato.
Alathea è una ragazza che non ha nessuno, se non una madre che non sente da anni. Lavora come cameriera in una tavola calda di Los Angeles, nella speranza di riuscire a sfondare nel mondo dello spettacolo. In una giornata come tante, nel locale entra Sebastian; da quel momento la vita di Alathea verrà completamente capovolta.
La voce di quell’uomo era bassa e roca: se un leone avesse potuto parlare, me lo sarei immaginato con quel tono. Trasudava potere da tutti i pori.Basta davvero poco per inquadrare il carattere di Sebastian ed altrettanto vale per Alathea. Mentre leggi ti viene da sfregarti le mani e pensi: “Bene, bene, questi due faranno scintille, lo spettacolo è assicurato”.
Ma gli avvenimenti che porteranno Alathea diventare una escort vi faranno odiare Sebastian.
Ho sognato di metterti in ginocchio da quando ti ho vista. È proprio come immaginavo: il tuo posto è lì, sul pavimento.Fino ad un certo punto la lettura è accattivante, ma poi ci si perde un po’. Dato il prologo, mi sarei aspettata che l’autrice segnalasse in qualche modo il punto esatto in cui il prologo s’incastra temporalmente. Almeno, a me non è risultato così chiaro e ha generato un po’ di confusione.
L’altro aspetto che non mi ha convinta è la resa di Alathea. Viene presentata come un personaggio forte, determinato, combattivo, per poi piegarsi agli eventi; è rassegnata e forse sarebbe stato meglio approfondire un po’ per “giustificare” questo cambiamento.
Volevo conoscere il vero Sebastian, cosa si nascondeva dietro la burrasca che vedevo nei suoi occhi. Ma dovevo resistere. Non potevo cedere. Lui era sbagliato. Lui era contorto. Lui non era giusto per me. Lui era pericoloso.Il passato di Alathea è invece spiegato bene, così tanto che durante la lettura ci si aspetta spesso di rivedere uno dei personaggi della sua famiglia entrare in scena, invece niente. Dopo che la protagonista diventa una escort, tutto succede alla velocità della luce e questo fa perdere interesse. Sembra sostanzialmente di leggere un riassunto dei fatti.
Era esattamente così che mi sentivo con Sebastian: prima di lui vivevo nella luce, poi tutto era diventato buio. Ma non gli avrei mai permesso di far vincere le tenebre, mi sarei ripresa il mio sole. Ad ogni costo.Credo che se si narra di due personaggi di quel calibro caratteriale, poi bisogna svilupparli adeguatamente nella psicologia o si rischia di confondere il lettore. A volte durante la lettura ho avuto l’impressione di essermi persa dei passaggi. Ad esempio, dopo il primo appuntamento di Alathea, visti i presupposti ci si aspetterebbe un seguito più dettagliato, invece no.
Dato il carattere di Sebastian, mi sarebbe piaciuto capire come risolve la situazione nei dettagli, anche per rivalutare un po’ il protagonista maschile.
Offrire anche il punto di vista di Sebastian è però stato molto utile per umanizzarlo; i suoi pensieri durante l’addestramento di lei, portano a credere che qualcosa di buono si nasconde anche dietro tutta quella spietatezza.
Alathea non è una ragazzina vissuta in un castello fatato, sa bene quanto è dura la vita e l’ha sempre affrontata a testa alta. Per questo è difficile trovarla credibile nella seconda parte della storia.
Lei voleva domarmi, glielo potevo leggere negli occhi. E in quel preciso istante acquisii una nuova consapevolezza: quella ragazza sarebbe stata la mia rovina.Un personaggio che mi è piaciuto molto è quello di Andreas De LaCourt. Non vi svelerò niente di lui per evitarvi spoiler, ma spero che l’autrice gli dedichi una storia tutta sua prima o poi.
Concludendo, mi dispiace, ma se mi chiedessero che libro consigliare, non mi verrebbe subito in mente questo titolo ed è un peccato, perché dedicando più attenzione a tutti gli aspetti tirati in ballo, ne sarebbe uscito un buonissimo lavoro.
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