[REVIEW PARTY] NESSUN GIORNO DELLA SETTIMANA (SOL AGUIRRE)

il
24 maggio 2018

Bentrovati/e! Esce oggi per Newton Compton il romanzo Nessun giorno della settimana, dell’autrice spagnola Sol Aguirre. L’Aguirre, blogger amatissima nella penisola iberica devo dire che mi ha sorpresa anche se non del tutto convinto.
Grazie a questo review party ho potuto leggerlo in anteprima, quindi bando alle ciance perché è il momento di parlarvi della storia narrata in queste pagine. Un libro esilarante, pungente, decisamente inaspettato e fuori dai soliti schemi.

NESSUN GIORNO DELLA SETTIMANA
SOL AGUIRRE
Data pubblicazione: DATA Editore: Newton Compton Editori Titolo Originale: Algún día no es un día de la semana Serie: Standalone Genere: Contemporary romance
Trama: Sofía ha 42 anni, è una madre single e vive a Madrid con i due figli adottivi. Durante un viaggio a New York, città di cui è innamoratissima, comincia a riflettere su se stessa e sulla propria vita. È felice? No. Deve ricominciare da zero, reinventarsi, eliminare gli aspetti negativi della sua esistenza e, soprattutto, circondarsi di persone positive. Dopo un inizio folgorante, la relazione con Pedro procede a stento tra alti e bassi. Gli sbalzi d’umore sono all’ordine del giorno. I bambini, poi, assorbono gran parte della sua attenzione e del suo tempo. L’unica cosa che la fa sentire davvero realizzata è la scrittura. Ed è per questo che Sofía comincia a tenere un blog tutto al femminile, “Las Claves de Sol”, un posto sicuro dove essere semplicemente se stessa, senza filtri. Comincia così un viaggio nella sua personalità, tra i suoi reali desideri, nel corso del quale, anche grazie a una buona dose di brillante autocritica, Sofía scoprirà che non è mai troppo tardi per la felicità.
Sofia è single, ha superato i quarant’anni, una laurea, un buon lavoro e due figli adottivi in età scolare. Durante una vacanza nella sua città preferita, New York, inizia ad interrogarsi sulla propria vita, pro e contro di un'esistenza intensa ma forse ancora troppo "scialba".
Lei incarna tutti i crismi della donna in carriera, ma oltre al lavoro di prestigio, il suo comportamento è un po’ anomalo: frequenta amicizie  cosmopolite, professionisti affermati, ma tutti condividono atteggiamenti e comportamenti piuttosto discutibili vista l’età media. Persone che prendono la vita in modo molto superficiale, come se fossero eterni Peter Pan, restii ad aprire le porte all’età adulta.
In questo inizia anche una storia con Pedro. Una relazione fatta di alti e bassi, pro e contro, che la porteranno, insieme al resto, ad interrogarsi sulla propria vita.
Sofia è una donna all’apparenza svampita, credulona, informata  su ogni tecnica che potrebbe semplificargli la vita, incapace di prendersi sul serio ed è quanto di meglio i suoi figli adottivi possano desiderare. È  anche l’amica casinista con cui fare baldoria, è l’amante generosa e la donna affidabile in ufficio.
Ho riso molto per l’assurdità di questa donna che alterna momenti mistici a pizze surgelate, incontri con gli insegnanti, relazioni occasionali piuttosto deprimenti, campane tibetane e ubriacature con amiche di vecchia data.
Non so se sono dipendente dal cioccolato o dallo zucchero o se la mia colazione bambinesca sia conseguenza della mia sindrome da Peter Pan.
Il romanzo, pur essendo esilarante come pochi,  manca tuttavia di una struttura solida; ogni mese è zeppo di impegni, di ironia e problemi di vario genere che non si evolvono mai in una soluzione di alcun tipo.
Generalmente dovrebbe esserci una situazione iniziale, un nodo da sciogliere, una montagna da scalare, un ostacolo da superare che i protagonisti vivono insieme, separati o con l’ausilio di altre persone e con l’epilogo che cambia la prospettiva iniziale. In questo caso tutto ciò manca, lasciando il lettore in una sorta di limbo e personalmente, non ho compreso cosa cambia nella vita di Sofia.
Voglio essere come le anatre che mi nuotano davanti, scivolare su questo lago e  farmi bella per i visitatori di Central Park.
Ribadisco che Nessun giorno della settimana è un romanzo che mi ha fatto ridere, ma non ha suscitato in me l’emozione e il desiderio di  finirlo rapidamente, di conoscere il “dopo” e francamente mi aspettavo qualcosa di più.
Mi chiamo Sofia Miranda e non mi pettino, ho una calligrafia orribile, dico molte parolacce, odio cucinare…


Scrivi il primo commento!
Posta un commento