Scars: frammenti di noi (Catherine BC, Emma Altieri)

il
20 gennaio 2018

Ciao! Una delle mie ultime letture è il romanzo self publishing “Scars: frammenti di noi”, scritto a quattro mani dalle autrici Catherine BC ed Emma Altieri. Un libro che apre la porta alle seconde possibilità per chi non è più giovanissimo.

SCARS: FRAMMENTI DI NOI
Emma Altieri - Catherine BC

Data pubblicazione: 20/10/2017
Editore: Self Publishing
Serie:Standalone
Genere: Contemporary romance

Trama: Samuel Adams è appena tornato dall'Afghanistan, gravemente ferito dallo scoppio di una mina, le cui schegge gli sono entrate nell'anima, cambiandolo. Ha perso degli amici e porta sulle spalle il peso d’essere sopravvissuto. Sta cercando di mettere insieme i frammenti dell’uomo che era stato oltre le delusioni e il dolore che la vita gli ha portato. In questo viaggio alla ricerca di se stesso incontra Lois, testarda, volitiva, ferita nell'orgoglio, ma piena di voglia di vivere. Lei e Sam si trovano a essere vicini di casa e complici in una sorta di iter terapico alternativo che l’ospedale sta sperimentando sui vari traumi che caratterizzano chi torna dal fronte. L’amore arriva inaspettato e travolgente. Si nutrono l’uno dell’altra, trovando il senso dei loro giorni nello stare insieme. Tuttavia, un inganno serpeggiante sembra minare la loro felicità, il seme del tradimento trova terreno fertile nell'insicurezza di Sam e tutto sembra cadere inesorabilmente, come un fatuo castello di carta. Amore, tradimento, amicizia e dolore si alternano in questo romanzo, lasciando alla fine la speranza, la stessa che ha ognuno di noi nel trovare una panacea per le proprie cicatrici.

Samuel è reduce dall'Afghanistan, dove ha lasciato una parte molto significativa di sé stesso e al ritorno a Los Angeles è devastato nel corpo e nella mente; a peggiorare la situazione la scelta della fidanzata che lo lascia per un suo amico, proprio nel momento di maggior bisogno. In piena crisi Samuel rifiuta qualsiasi forma di terapia d’aiuto e torna a vivere in casa con sua madre, Berenice; una donna tutta d'un pezzo che ama il figlio con tenerezza e, per certi versi, riesce a prendere in mano la situazione con fermezza e determinazione.
Ci eravamo avvicinati con cautela, nascosti nella boscaglia, aspettando che calasse il buio per poter avere più possibilità di movimento. La strada saliva lenta...
Lois invece, mamma del piccolo Scott, ha scoperto il tradimento del compagno, un quarterback, in modo molto subdolo.
Non gli lasciai il tempo di ribattere me ne andai da quello stadio e da quella vita.
Ha il cuore a pezzi e va a vivere con Chloè, artista un po' pazza, estroversa, notevolmente creativa ma, anche, con un cuore d'oro e per questo, sua migliore amica.
Era pazza, decisamente, soprattutto quando metteva rosa, fucsia e viola nei quadri, perché dovevano “vibrare".

Il suo nuovo vicino di casa è proprio Sam, che, una volta iniziate le cure, frequenta per sottoporvisi l’ospedale dove Lois lavora.
È una trama ben sviluppata, che ho apprezzato molto anche per il mezzo legante, tra i due protagonisti: la fotografia. Un collante per le ferite che entrambi portano nell’anima.
Insomma poteva avere tutti i problemi di questo mondo, ma non aveva certo il diritto di riversarli sul prossimo. Non gli avrei mai permesso di etichettarmi senza nemmeno conoscermi.
Quella che s’instaura tra Sam e Lois è una tenera amicizia, accomunati dal bisogno di andare avanti, allontanare gli spettri del passato e, soprattutto, non nascondere nulla per compiacere l'altro.
Lois ritorna alla passione, mai sopita, per la fotografia, abbandonata per volere del suo ex; mentre Samuel dal canto suo, ricomincia piano piano a vivere, partendo proprio dalle foto, in grado di rivelare la sua bellezza interiore, aldilà del fisico e dell’animo martoriato.
Aveva parlato di sé come un uomo diverso, uno a cui mancava un pezzo.
È una lettura che mi è piaciuta molto nella sua semplicità, una storia tra adulti che sulle spalle si portano un fardello di errori e delusioni, ma a cui la vita regala una seconda possibilità. Ho inoltre apprezzato la scelta delle autrici di trovare un mezzo di guarigione alternativo e non già visto e rivisto, per un personaggio che nell’arido e pericoloso Afghanistan, ha perso molto, troppo, di sé.
La voce imperiosa di mia madre fece sprofondare entrambi in un gelido imbarazzo.


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