Tutta colpa del mondo (Alex Vella)

il
6 novembre 2017
Buon inizio settimana! Stamattina vi voglio parlare del romanzo d’esordio di Alex Vella, ai più conosciuto come Raige. Professione: rapper. Dopo una lunga carriera musicale, un Festival di Sanremo e featuring importanti, il rapper torinese ha deciso di prendersi una piccola pausa dalla musica e dando spazio all’esigenza di cimentarsi in qualcosa di nuovo, assecondando così la voglia di raccontare una storia nuova ma comunque vera. La storia di una famiglia.
Questo libro è stato definito la canzone più lunga di Alex e dopo averlo letto, concordo con questa definizione. “Tutta colpa del mondo” è uscito il 5 ottobre 2017 per Rizzoli e se vi va di saperne qualcosa di più, v’invito a continuare la lettura di questo post.

TUTTA COLPA DEL MONDO
Alex Raige Vella

Data pubblicazione: 05/10/2017
Editore: Rizzoli
Finale: Autoconclusivo
Genere: Narrativa contemporanea
Trama: Quella di Andrea e Michele sembrava una famiglia normale: una casa in periferia, una madre amorevole e un padre sfuggente ma buono, nei limiti in cui può esserlo un uomo come lui. Su papà Rosario, i due fratelli hanno sempre saputo di poter contare: occhi da lupo famelico, l'aria di chi non si lascia mettere i piedi in testa, quando era un ragazzo è passato dai campi della Sicilia ai sobborghi operai di Torino, in cerca di un'occasione. È riuscito a fare i soldi, quelli veri, e ai suoi cari non ha mai fatto mancare nulla. Poi è arrivato il carcere, e all'improvviso tutto ciò che appariva scontato, per Andrea e Michele, non lo è stato più: chi è davvero Rosario Letta? Il padre di famiglia? L'uomo d'affari che si è fatto da solo? Oppure il criminale sulla cui testa pende una condanna a trent'anni di reclusione? Sono loro, i figli, a dover rimettere insieme i pezzi. E adesso, mentre percorrono l'autostrada a bordo di un furgoncino verde bottiglia, sanno che è il momento di fare i conti - con lui, con se stessi, con una storia familiare che ha ancora tanti, troppi segreti. Con questo romanzo, Raige attraversa gli anni e i continenti per parlarci delle possibilità che offre la vita, e dell'universo sorprendente che si nasconde dietro ognuno di noi.
Andrea e Michele sono due fratelli cresciuti nella periferia torinese; la mamma, una donna dolce e presente, il papà piccolo imprenditore, schivo, sempre più spesso in viaggio di lavoro, ma comunque un padre che ai figli non ha mai fatto mancare nulla... Una vita sostanzialmente tranquilla. Ma chi è davvero Rosario? L’uomo che la sua famiglia ha sempre conosciuto o il criminale? La notizia del suo arresto nel maggio 2005 manda in frantumi sogni e certezze dell’intero nucleo famigliare, gettando i suoi figli e la moglie in uno stato confusionale e precario.
Andrea e Michele hanno bisogno di rimettere insieme i pezzi della loro vita. Una riflessione, la loro, che si snoda lungo l’A26, direzione Genova. Andata e ritorno da un lavoro che non amano, ma che gli permette di aiutare a pagare il mutuo ora che il padre è in una cella di 12 mq.  Una storia, la loro, raccontata tra passato e presente, sulla linea del tempo della loro vita e della loro famiglia. Sulla tratta Genova-Torino e tra le strade della loro città, in un confronto fatto di solidarietà fraterna, ricordi e confronti, provano a districare una matassa di dubbi, verità scomode da accettare e superare. Ragazzi che in un attimo, una notte di maggio sono diventati uomini, rinunciando ai loro sogni.
Rosario Letta è un uomo che si è fatto da solo, arrivato dalla Sicilia nella Torino del boom economico, quella della Fiat e dell’indotto, quand’era ancora un ragazzino e suo padre lo obbligava a lavorare come panettiere. Una città che aveva un posto per tutti.
L'infanzia era finita, era ora di diventare grandi. Soprattutto, era ora di vedere lontano.
Rosario, quando è partito con la sua famiglia dalla provincia catanese alla volta della città piemontese, ha lasciato la sua infanzia e l’amato zio materno (Rocco), che più che uno zio era il sostituto di quel padre rimasto lontano da casa per due lunghi anni e che non ha mai amato davvero quel bambino che non lo riconosceva nemmeno. Rosario e Rocco, due personaggi che guardati dall’esterno appaiono l’uno lo specchio dell’altro. Due vite parallele, un passato e un presente fusi in un binario destinato a non incrociarsi, incontrandosi platonicamente sempre nelle coincidenze.
Sono il frutto di ciò che ho visto, più di quello che ho vissuto.
"Tutta colpa del mondo", lo ammetto, non è il romanzo che mi aspettavo. Pensavo a un romanzo non così forte, introspettivo e intricato. Questo primo romanzo di Raige è strutturalmente composto di una continua alternanza tra passato e presente, Andrea e Michele, Rosario adulto e Rosario bambino, Rocco. Una famiglia e i suoi scheletri nell’armadio, raccontata a quattro voci.
Una linea temporale che si spezza e ricompone sempre più facilmente, permettendo a quell’intricato puzzle famigliare di ricomporsi, svelandone gli arcani e mettendo in luce pregi e difetti, scelte giuste e scelte sbagliate. Un’alternanza che va seguita con attenzione e che se letta con superficialità non permette di capire a fondo la narrazione che, purtroppo ne risente un po’.
Ho trovato particolare e forte il parallelismo della vita di Rosario, con quella di Rocco: due imprenditori fatti da soli, con pregi e difetti. Due uomini che nonostante i tempi e le location profondamente diverse, infondo sono accomunate da scelte sbagliate e disperate, dettate forse da una vicinanza "mentale", radicata nella mente di entrambi nei tempi della vita siciliana.
 Il tempo passa, nonostante tutto e tutti.
Alcuni passi della storia narrata da Raige, a mio parere, dovevano essere meglio approfonditi o portati a conclusione, in un qualche modo. Ad esempio il rapporto di Andrea con Evelyn, figura che compare ma che sparisce nel nulla. Certo la ragazza, ricopre un ruolo molto marginale, ma infondo il loro neonato rapporto è posto in modo nettamente diverso rispetto a quello di Michele con la cameriera del ristorante con cui ha avuto un’avventura. Un esempio di come i due fratelli, per quanto uniti, siano caratterialmente diversi. Insomma alcune imperfezioni nel romanzo ci sono, ma per essere un esordio è più che apprezzabile il lavoro svolto.

"Tutta colpa del mondo" è un romanzo che lascia ampio spazio di discussione e confronto anche al di là della storia stessa. Raige tratta in queste 280 pagine, temi forti e contemporanei. Dal rispetto di sé a quello verso gli altri, la crisi economico-lavorativa e l’illegalità, società e migrazione, speranza e fiducia, famiglia e scontro generazionale. Il rapporto di due ragazzi con un padre che non è chi sembra, ma che in qualche modo in fondo è perdonato. Perché nessuno nasce padre o madre… i genitori sono il frutto dell’esperienza singola fatta accanto ai propri figli.
Penso che papà sarebbe fiero di noi. Siamo il contrario rispetto a lui e suo fratello: noi ci vogliamo bene.
Ho apprezzato come, in queste pagine, l'autore, nonostante si tratti di una storia romanzata, abbia dato spazio alla verità, il filo conduttore di ogni sua parola scritta, sia nelle canzoni sia qui, nel romanzo. Il richiamo a quel contatto con la realtà si percepisce in questa trama laddove il personaggio di Andrea, esprime i suoi pensieri, dubbi, nei confronti del padre e del suo rapporto con esso.
Un ulteriore contatto “terreno” tra questa storia e la vita reale, l’ho trovato nei richiami a tracce musicali come "Dimenticare" (versione originale, non il duetto con Annalisa), “Whiskey”, “Il sole quando piove”, “Ulisse” e tutte quelle tracce di Alex o Ensi (suo fratello, anch'egli famoso rapper italiano), hanno parlato di sé stessi e della loro famiglia.
Tutto è iniziato con una famiglia emigrata in cerca di fortuna, un viaggio in Brasile ed è finito con due fratelli in grado di riscattare e tenere unita quella stessa famiglia. Dalla provincia catanese alla grande Torino.
Più che un cuore grande ci vuole il fegato 

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