Insieme siamo perfetti (Penelope Douglas)

il
1 ottobre 2017
Buona domenica lettori e lettrici! Se non sapete da quale libro cominciare, anche oggi ho un’idea per voi! La recensione di quest'oggi è dedicata all’edizione italiana di Punk57, il romanzo young adult di Penelope Douglas, uscito il 21 settembre per Newton Compton Editori, con il titolo Insieme siamo perfetti.
V’invito a leggere questo post perché non vi parlo di un libro comune a molti altri. L’autrice ha imbastito una trama potente, ricca di elementi sensibili e il suo stile si rivela una trappola (bellissima) per il lettore, che si ritrova con il cuore imprigionato in un mix di pensieri ed emozioni, come se fosse parte integrante della storia stessa. Non mi riferisco solo al pov alternato, ma proprio al fatto che i temi affrontati possono riguardare facilmente chiunque, adolescenti o adulti che  hanno vissuto sulla propria pelle esperienze simili a quelle dei protagonisti o dei loro comprimari.

Insieme siamo perfetti
Penelope Douglas

Data pubblicazione: 21/09/2017
Editore: Newton Compton Editore
Titolo Originale: Punk 57
Serie: Standalone
Finale: Autoconclusivo
Genere: Young Adult
Sinossi: Non posso fare a meno di sorridere leggendo la sua lettera. Mi manca.
In quinta elementare a ciascuno di noi venne assegnato un amico di penna tra i ragazzini di un’altra scuola. Mi chiamo Misha, e pensando che fossi una femmina, l’altro insegnante mi mise in coppia con una sua allieva, Ryen; la mia maestra, credendo che Ryen fosse un maschio come me, non obiettò. Dal primo momento in cui io e Ryen abbiamo iniziato a scriverci, abbiamo litigato su tutto. E le cose non sono cambiate in questi sette anni. Le sue lettere sono sempre scritte in inchiostro argento su carta nera. A volte ne arriva una alla settimana, altre volte tre nello stesso giorno, ma sento che ormai sono diventate una necessità per me. Lei è l’unica che mi aiuta a tenere la rotta, l’unica che mi accetta per come sono. Abbiamo solo tre regole fra di noi. Niente social media, niente numeri di telefono, niente foto. Fino a quando, in rete, sono incappato nella foto di una ragazza di nome Ryen, che ama la pizza di Gallo, e adora il suo iPhone. Quante possibilità c’erano che fosse lei? Accidenti! Dovevo incontrarla. Certo non potevo immaginare che avrei detestato ciò che stavo per scoprire.

Ho imparato molto tempo fa che non è necessario rivelare tutto ciò che si cela dentro di noi alle persone che ci stanno attorno. A loro piace giudicare e sono più felice se non hanno occasione di farlo. Alcune cose è meglio che restino nascoste.
Micha e Ryen sono amici, anzi migliori amici, ma non si conoscono. Conoscono quello che si raccontano, le rispettive grafie e quello che popola le rispettive anime, una sorta di contrappunto l’uno dell’altra. Una storia di profondo affetto, la loro, ma caratterizzata da 3 regole: no alle telefonate, alle foto e ai social network. Un rapporto epistolare, intenso si, ma niente di più.
“Ho bisogno di te, lo sai vero?” mi ha confessato. “Dimmi che questo l’avremo per sempre, dimmi che non smetterai di scrivere”.
Avete presente la sinossi che ho inserito nella scheda poco più su e che potete facilmente leggere un po’ ovunque? Ecco quella è solo una sfumatura di base a questa storia che in realtà è molto, molto, moltissimo di più. Non è tutto oro quello che luccica e trovarsi in parte casualmente, davanti una persona profondamente diversa da quella conosciuta per sette anni può essere traumatico, deludente, shockante, ma soprattutto… doloroso.
“Eravamo perfetti finché non ci siamo incontrati”
Una cheerleader, Ryen, e uno studente con lo straordinario dono del canto e delle parole, Micha, sono i protagonisti di questo romanzo. In apparenza, come dicevo prima, è uno young adult, ma qui in ballo c’è tanto altro: si Micha è il bad boy talentuoso, costantemente ispirato dalla sua musa… ma Ryen chi è? Sareste sorpresi di scoprire che lei è la bulla? L’incarnazione di quelle coetanee che disprezza, deride da sette anni nelle sue missive al migliore amico. E se la sparizione di Micha la mettesse così in crisi da farle perdere il suo “io”, spingendolo verso l’esterno per sopperire a quella sfrontata stronzaggine? Ecco Penelope Douglas ha fatto nascere una storia indescrivibile. Non in senso negativo, sia chiaro…. È tutt’altro il senso! È così tanto emotivamente coinvolgente che non si può spiegare in modo cristallino (almeno per me, che sono una che scrive di pancia, ma provo a trasmettervi il mio pensiero).
57 times I didn’t call, 57 letters I didn’t send, 57 stitches to breathe again, and then fu****g pretend. 57 days to not need you, 57 times to give up on you, 57 steps away from you, 57 nights of nothing but you. (Punk57)
In questo libro sono racchiusi amori, misteri, amicizie, segreti, tragedie, speranza, forza, debolezza. In tutto questo poi l’ambientazione è ancora più catalizzatrice e, fino a che i vari tasselli non troveranno il proprio ordine, potrebbe addirittura sembrare insensata; si passa dalle atmosfere lussuose di una casa borghese, all’immagine immacolata di una scuola all’intimità di una stanza adolescenziale, al brivido di una strada fino al parco divertimenti chiuso e abbandonato, ai lugubri sotterranei. Abbiamo la reginetta stronza spocchiosa, falsa, superficiale, che si camuffa, grazie a un foglio nero, con scritte argentate da nerd sfigata, solitaria e bullizzata. Quella stessa nerd che fa da più o meno inconsapevole musa al migliore amico, Micha. Micha Lare, colui che di Ryen ne ha fatto un’ancora di salvezza, non solo una musa. Ryen per lui è in sostanza l’essenza di tutto, il suo perfetto contrappunto.
Mi manchi ogni giorno. Sei il mio posto preferito al mondo.
Per lei Micha è la sensazione di una vita normale, con lui può essere chi vuole: il suo consigliere, il suo amico, il suo perfetto contrappunto. Colui che nessuno sa che esiste.
Nessuno sa di Micha Lare, nemmeno Lyla. È mio ed è troppo difficile da definire, tanto che nemmeno ci provo.
Però, Micha improvvisamente, un giorno di febbraio, scompare nel nulla, scompaiono le missive e Ryen è disperata, al punto di dover cercare appigli, sfoghi diversi, come con Masen con cui condivide l’attrazione fisica e segreti che solo Masen può custodire, comprendere. Si, c’è anche questo Masen, il ragazzo che nessuno ha mai visto in città e che fa crollare il precario castello di certezze della ragazza, umiliandola pubblicamente e privatamente.
<<Le ragazze mi piacciono>>, mi sussurra all’orecchio e il cuore prende a battermi tanto forte da fare male.  […] <<Ma tu? […] Tu sai di merda>>
Lo so, sembra tutto un guazzabuglio, un vero casino, ma non posso dirvi spiegarvi di più perché i destini degli amici di penna sono molto intrecciatiicati, non facili, non felici. Loro sono un punto di partenza per una storia ampia, che coinvolge compagni di scuola, famiglia e se stessi. Misteri che si susseguono: che fine ha fatto, cosa gli è successo? Chi è Punk? Che cosa fa davvero Masen Lauren nella scuola di Ryen, a parte tormentarla e attirarla con il suo fascino? Pensate di averlo capito? Bene! Ecco… vi sbagliate. Credetemi perché in questo libro nulla è come sembra, nessuno è chi dice davvero di essere.
Quelle lettere sono tutto. […] Sono ciò che mi ha fatto innamorare di lei e che mi ha fatto capire che ne avevo bisogno. […] Su quelle lettere c’è la nostra storia, c’è ogni sua parola che mi ha detto e che ha messo il mio mondo a testa in giù.
L’autrice imprigiona il lettore in questo mix emotivo, non lasciando nulla al caso e tingendo con lunghe pennellate nere e rosse, la rosata trama a sfondo adolescenziale. Come una tela di Pollock. È tutto intenso, cupo, struggente, accattivante, eccitante… è tutto insieme. Uno standalone arrivato da oltre oceano, magnetico come il piercing di Masen, dark come l’animo ferito di Micha e la falsità di Ryen, eccitante come l’attrazione della protagonista e Masen. Una storia sostanzialmente potente, devastante, che entra dentro in modo capillare, viscerale, ma in grado di curare un cuore ferito. Una storia che non si lascia facilmente alle spalle, anche per la dirompenza degli argomenti: bullismo, amicizia, tradimenti, lutto, potere delle parole.
Solitudine, vuoto, menzogna, vergogna, paura. Chiudi gli occhi, non c’è niente da vedere qui fuori.
Una domanda costante mi ha accompagnato in questa lettura e mi ha fatto riflettere: conosci davvero il tuo migliore amico (o amica che sia)?

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