IL DIPINTO (G. PIGINO)

il
2 aprile 2021

 
Buongiorno a tutti, recentemente mi sono imbattuta nel romanzo di Gloria Pigino, autrice piemontese che con la sua storia mi ha colpito in modo molto positivo.
Un romanzo la cui trama mi ha incuriosita fin da subito e di cui non vedevo l’ora di parlarvi, quindi se volete saperne qualcosa in più… seguitemi!


IL DIPINTO
GLORIA PIGINO
Data pubblicazione: 23.02.2021 Editore: More Stories Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: A poche settimane dalle nozze, la futura suocera dona a Eleonora il corredo di famiglia, contenuto in un vecchio baule. Al suo interno, la ragazza trova uno scrigno in cui sono custodite alcune lettere ingiallite, risalenti al Secondo Dopoguerra, e la foto di una neonata. Il destinatario della missiva è Ascanio, bisnonno di Alessandro, suo futuro marito. Ma chi è la misteriosa Bel che ha firmato quelle lettere cariche d’amore? E chi è la bimba ritratta nella foto? C’è un solo nome, Adelle, sul retro della fotografia, e una data, 1947. Eleonora e Alessandro iniziano le loro ricerche, che li condurranno in Irlanda. Qui, in un antico maniero avvolto da un’aura suggestiva, verrà loro svelato il mistero che ruota intorno alle lettere e a un misterioso dipinto che pare nessuno abbia mai visto. È davvero esistito o è frutto dell’immaginazione popolare? E se esiste, dove si trova? Un romanzo evocativo e sensuale, in cui presente e passato si intrecciano e si fondono.
 
Il romanzo è ambientato in minima parte ai giorni nostri,  nelle vigne del Monferrato dove Eleonora e Alessandro, prossimi alle nozze, ripercorrono la storia del bisnonno Ascanio, di Annabelle, Adelle e un misterioso dipinto. Il ritrovamento di una foto e di alcune lettere provenienti dall’Irlanda nell’immediato dopoguerra, porteranno i due giovani a scoprire una storia commovente e sconvolgente con un finale tragico.
Non so se sia giusto o meno, o se sarebbe meglio che tutto rimanesse sepolto nel passato, com’è accaduto fino ad oggi, con quelle lettere in fondo al baule. Ma credo sia arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza.

Ascanio e Annabelle sono vittime di pregiudizi, legami famigliari duri e totalmente privi di sentimento. L’apparire sociale, gli accordi economici e la totale mancanza di affetto sono gli ingredienti che li vedono protagonisti, prima nelle meravigliose terre del Monferrato che l’autrice descrive in modo quasi poetico, poi nella verde Irlanda, in un castello che diverrà una prigione fatta di odio, paure e soprusi.
È una storia in cui non manca la tragicità.
Il suo sguardo vagava incuriosito dal basso all’alto, in ogni direzione, per osservare ogni dettaglio: il pavimento di pietra, le volte a botte, i vini invecchiati disposti ordinatamente sugli scaffali, che erano stati realizzati artigianalmente con il legno nodoso che, con molta probabilità, qualche abile falegname del luogo aveva trovato e lavorato con passione.

Eleonora e Alessandro vivono una favola e sono gli ultimi eredi di una tenuta agricola. Abitano in una meravigliosa villa con la madre di lui, donna colta e intelligente, che apre le porte di casa a eventi culturali di un certo livello.
Sembra veramente una storia principesca, un po’ surreale, degna delle favole. E alla loro favola si contrappone quella vissuta da Ascanio e Annabelle. L’una, meravigliosa, è destinata a un futuro roseo e meraviglioso; l’altra triste e ingiusta.
Si appoggiò al davanzale della finestra che si affacciava sul Monferrato e guardò le dolci colline ricoperte di vigneti e punteggiate di alberi.

Quando ho acquistato il romanzo stavo cercando qualcosa da leggere che risultasse diverso dalle ultime letture fatte; ho trovato una storia che mi ha fatto riflettere sui condizionamenti sociali che un tempo precludevano la vera felicità alle giovani coppie; alla durezza di certi padri che non sapevano, o non volevano, donare affetto alle mogli o ai figli, come se fossero dimostrazioni di debolezza.
Il romanzo, come ho accennato, assume connotati tristissimi e ho provato una grande empatia con i protagonisti e i loro eredi, che loro malgrado, hanno subito gli errori di chi li ha preceduti.
Mi guardo intorno. È il luogo più affascinante che abbia mai visto.

Un romanzo ricco e con dialoghi davvero ben strutturati. Un elogio va anche alle descrizioni del paesaggio piemontese, di cui l’autrice è palesemente innamorata.
Una storia che vi consiglio di non perdere.

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