PAURA DI VOLARE (S.L. JENNINGS)

il
22 gennaio 2021

Bentrovati lettori! Sono imperdonabile per il ritardo avuto nella scrittura di questa recensione, ma giuro che avevo dei buoni motivi, tra i quali il voler tenere ben custodita questa storia dentro di me. Ho amato così tanto la storia di Dom e Raven… vi è mai capitato di fare fatica a parlare dei personaggi delle storie che vi hanno conquistata? Il tempo del silenzio però è finito, quindi lasciatemi ringraziare la Hope edizioni per avermi inviato la copia arc del romanzo, mettetevi comodi e continuate a leggere per sapere le ragioni che mi hanno spinta a dare il massimo della valutazione a questo testo.

PAURA DI VOLARE
S.L. JENNINGS
Data pubblicazione: 30.10.20 Editore: Hope Edizioni Titolo Originale: Afraid to Fly Serie: serie Fearless (#2) Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Dominic Trevino è stato chiamato in molti modi. Prostituto. Donnaiolo. Puttana. Ma il nome con cui tutti lo conosco è Dirty Dom. Perché lui è sempre stato così… anche se non è non mai stato soltanto quello. Il suo passato è tormentato e macchiato, tanto quanto la sua reputazione licenziosa. Una reputazione che si è costruito senza porsi troppi limiti, nell’unico modo che conosceva per affrontare quei fantasmi che, da sempre, lo tengono imprigionato nell’orrore e nel disgusto per se stesso. Il giorno in cui Raven entra con prepotenza nella sua vita, con il suo temperamento così focoso e con quei suoi pantaloncini striminziti da adolescente, Dominic capisce che tutto quel sesso anonimo non sarà più in grado di placarlo. Eppure, non può lasciare che la ragazza veda chi – ma soprattutto cosa – lui è in realtà. Riuscirà Raven a liberarlo dal suo passato di dolore? Riuscirà a salvarlo nonostante Dominic stesso non creda ne valga la pena?
“Paura di volare” è il secondo volume della serie Fearless nata grazie a S.L.Jennings. Lasciatemi dire che trovo azzeccatissimo sia il titolo dato alla serie che quelli scelti per i libri che la compongono. “Senza paura” è la Jennings che non si spaventa affatto a parlare di dolore, anzi, lo sviscera e lo racconta maniacalmente, senza lesinare dettagli, senza preoccuparsi di colpire forte fino a smuovere le corde dell’anima del lettore, strappandola in più punti e tirando i lembi allo stremo, talvolta arrivando al punto di rottura. Lo fa coinvolgendo chi legge nell’anima dei suoi personaggi, con una maestria che può sembrare scontata, ma che invece svela le sue grandi capacità. Non è da tutti usare le parole in modo tale da far dimenticare che si sta “semplicemente” leggendo la storia di qualcun altro, no. Vedete, vi sembra di ricoprire i panni dei protagonisti, di sentire i loro tormenti sulla vostra pelle, sentirete addosso il calore che solo l’amore fa provare, la coperta calda nel gelido inverno della sofferenza, quello che tutto cura e tutto illumina.
Va bene, sono sdolcinata, ma vi giuro che la colpa non è mia, ma di questa autrice e di Dominic.
Dominic mi ha affascinata sin dal primo volume, l’amico perfetto, quello che capiva fin troppo bene cosa stesse attraversando Kami; il sentore che anche lui avesse sofferto molto si trasformava in certezza ogni pagina, ma mai mi sarei aspettata la portata di quel dolore e soprattutto mai mi sarei aspettata il meccanismo di difesa messa in atto da quel ragazzo strafigo. Dominic è stato una sorpresa in tutto, mi ha affascinato il suo essere composto da un dualismo continuo: il dirty Dom che lavora in un centro senza scopo di lucro per giovani a rischio e diversamente abili, il sesso come mezzo per esorcizzare i propri demoni che però proprio dal sesso sono originati, la spirale infinita in cui vive costantemente e che vede come unico gancio a cui aggrapparsi per sottrarvisi proprio Kami che ora non è più sua, le sue reazioni, il suo amore spropositato verso quella ragazza così simile a lui che però sappiamo non avere connotazioni romantiche solo grazie all’ingresso di Raven.
…avrei potuto usare la mia laurea per qualcosa di più redditizio che mi avrebbe riempito le tasche. Tuttavia, solo questo lavoro poteva riempirmi l’anima: sapere che stavo facendo qualcosa che poteva potenzialmente salvare una vita.

Insomma, non vedevo l’ora di leggere di lui e per fortuna sono stata accontentata, abbondantemente direi.
Era difficile, con un personaggio così dominante, trovare una controparte altrettanto valida, e invece la Jennings ci è riuscita. Raven rompe gli stereotipi che ci immagineremo vicino a Dom, ma proprio per questo funziona, nonostante apparentemente le sia stato riservato poco spazio. Vi dirò di più: proprio il fatto che nonostante il poco spazio a disposizione, Raven si dimostri la chiave di tutto, la rende perfetta per il suo ruolo. È lei a rompere l’equilibrio di Dom, a scatenare la rabbia nata dallo “smascheramento” del salvatore.
Era vero, trovavo uno scopo nell’essere colui che salvava. Distoglieva l’attenzione dal fatto che non c’era chi salvasse me, perché non ne avevo bisogno. Me la cavavo benissimo da solo, nonostante il terrore che mi aspettava dietro le palpebre ogni notte, o il vuoto che provavo dopo ogni avventura senza volto. Funzionava per me. Era l’unico modo che mi permetteva di alzarmi ogni mattina e mettere un piede davanti all’altro. Era l’unico modo in cui riuscivo a tollerare di guardare il mio riflesso nello specchio.

Raven è colei tramite la quale e senza delicatezza alcuna, Dominic dovrà fare i conti con se stesso per primo e poi col resto del mondo.
Sono certa che la differenza di esposizione tra i due personaggi (intesa anche fisicamente come numero di pagine) sia stata scelta a tavolino dall’autrice, perché sì c’è la storia d’amore, ma il fulcro di tutto è sono Dom e la sua vita, Dom e i suoi fantasmi. L’amore è “solo” il mezzo per tornare a vivere davvero, per nascere e rinascere senza nascondersi, senza camuffamenti, senza dover ricorrere a mezzucci che non fanno altro che incasinare tutto ancora di più.
Il ragazzo dall’aspetto esotico e totalmente disinibito, pagherà a caro prezzo i suoi meccanismi di difesa, ma alla fine ne uscirà vincitore? Sta a voi scoprirlo.
Io ho compito di fornirvi il mio punto di vista e le motivazioni per cui secondo me vale la pena investire il proprio tempo in questa lettura.
Volevo che mi desiderasse. Volevo che mi desiderasse tanto da tenerlo sveglio la notte. Volevo che avesse bisogno di me al punto da pervadergli ogni istante quando era sveglio. Volevo la follia del desiderio. Volevo la smania, incontrollabile, incontenibile. Volevo la pazzia, i lati brutti, il suo tormento. E volevo dargli i miei in cambio.

La storia è ben strutturata, i personaggi solidi e coerenti. Ho amato il modo in cui l’autrice ha amalgamato personaggi vecchi e nuovi, che non solo fanno da ponte tra i due volumi, ma ne sono parte integrante. Mi ha stupita il modo in cui Blaine è stato coinvolto, diventando uno dei personaggi chiave nell’evoluzione di Dom. L’amicizia che lega Kami e Dom si dimostra un sentimento sincero, profondo, vivido, seppure i due non vivano più sotto lo stesso tetto. Cj continua ad essere la boccata di ossigeno indispensabile in storie come queste, ma svela lati del suo carattere che vanno oltre il ruolo da “pagliaccio” (in senso buono) del gruppo. Le pagine scorrono veloci, con un ritmo ben scandito e ben calibrato, subendo accelerazioni quando serve e rallentamenti necessari a stabilire il contatto empatico tra lettore e personaggi.
Uno dei punti di forza di questa serie, e dell’autrice, è quella di non fare sconti a nessuno, tantomeno ai suoi personaggi. Ce li presenta a trecentosessanta gradi, con la loro forza sì, ma soprattutto con le loro debolezze; ha dimostrato che il personaggio perfetto è proprio quello che mostra le sue imperfezioni, e che sono quelle a renderlo reale agli occhi di chi legge.
Forse ero geloso. Di lui, per aver spezzato il guscio duro e freddo intorno al cuore di Kami. E di lei per essersi liberata dal passato e aver scelto un percorso diverso, quello che dimostrava che le tempeste non erano eterne e che il nostro dolore non doveva definirci, non importa quanto fosse radicato e corrosivo.

Il libro tratta argomenti che definire spigolosi è un eufemismo, ma anche stavolta la Jennings è riuscita a stabilire il giusto mix di serietà e leggerezza. Il modo di rapportarsi dei protagonisti mi ha strappato più di qualche sorriso. Non c’è solo dolore, ma c’è anche dolcezza, tenerezza, contrapposte alla cruda verità, alla durezza della vita, ingredienti che, amalgamati ad hoc, fanno sì che questa lettura si sia guadagnata un posto nella mia libreria, oltre che nel mio cuore.
Ero morto dentro di lei. Ero morto ed ero tornato in vita, solo per poter vivere per lei. Ogni spinta era una boccata d’aria. Ogni bacio era un battito del cuore. E ogni tocco era come vedere per la prima volta.


 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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