[RECENSIONE DOPPIA] SE POTESSI DIRTI (M. VANE)

il
6 giugno 2020
Bentrovati lettori! Di recente con la mia collega Monica, abbiamo letto il nuovo romanzo di Monique Vane che poco più di un mese fa, ha pubblicato il suo secondo libro, la sua prima esperienza da singola (il primo era stato scritto a quattro mani): “Se potessi dirti” è il primo volume della serie “Purple”. Da quale parte della lama si trova questo lavoro secondo noi? Seguiteci dopo la trama.

SE POTESSI DIRTI
MONIQUE VANE
Data pubblicazione: 23.04.2020 Editore: Self publishing Serie: Purple series (#1) Finale: Cliffhanger Genere: Contemporary romance
Trama: L’assenza non si può colmare né rimpiazzare, ma il destino può stupirti, riempiendo quei vuoti che senti profondi. Sono stata segretamente innamorata di lui per tutte le superiori, ma la vita ci ha divisi, fino a quando lo ha riportato sulla mia strada.Il suo volto è più maturo, il suo sguardo più intenso, la sua bocca incredibilmente peccaminosa.So che questa volta cederò. So che mi farà sua per sempre, ma non so come ne uscirò da tutto questo.
Sapete quanto mi piaccia scoprire i libri autopubblicati perché ammiro la forza, il coraggio di mettersi in gioco di alcuni autori anche senza l’aiuto di una casa editrice. Sapete anche però, che spesso la pubblicazione autonoma può rivelarsi una lama doppio taglio. Non è semplice come si possa credere dar vita a una storia scritta bene e che generi l’empatia e il coinvolgimento dei lettori, non lo è affatto.
La storia scritta da Monique Vane inizia con un prologo decisamente doloroso che coinvolge la protagonista femminile che a quindici anni si trova a dover affrontare una grave perdita. Uno dei modi che userà per affrontare la sofferenza sarà una costante della narrazione e avrà anche un altro risvolto.
Ava e Aston frequentano lo stesso liceo. Lui è il classico figo della scuola, all’ultimo anno e con una ragazza fissa. Ava è di un paio d’anni più piccola di lui, ama suonare il piano e cantare, e di certo non è indifferente al fascino di Aston, tanto da guadagnarsi il soprannome “Porpora” per il colorito che si diffonde sul suo viso quando lui si trova nei paraggi.
«Ciao papà, oggi ho avuto il compito in classe di matematica come sempre non mi sono applicata molto, ma sento di averlo superato lo stesso. Ho provato anche a pensare al piano, di riprovarci davvero, ma è stato solo un pensiero. A scuola ho avuto il mio primo scontro con il ragazzo che mi piace. Non ci siamo detti molto, ma mi ha notata. A modo suo, ma l’ha fatto. Mi sono bevuta ben due milk-shake oggi, ne avevo voglia e l’ho fatto. Saresti fiero di me per aver ceduto alle mie tentazioni golose.»
Sarà poi il turno di Aston di prendere un bel ceffone dalla vita, anzi più di uno e in un colpo solo, a seguito dei quali decide di lasciare Detroit e trasferirsi a New Orleans dove completerà i suoi studi e ricomincerà una nuova vita dove non ci sarà spazio per i sentimenti.
Sorvolerò sulla modalità e sui dialoghi di queste scene tentando di giustificarli con i traumi subiti dal protagonista.
Durante il viaggio che lo porterà a New Orleans si ha una trasformazione disarmante del protagonista che, da ragazzo perfetto e responsabile, assume un comportamento che fa venire dubbi sulla veridicità della descrizione fatta di lui fino a quel momento.
A questo punto c’è un salto temporale che porta al momento del diploma di Ava e alla sua partenza per New Orleans, dove frequenterà la stessa università scelta da Aston.
I due si incontrano di nuovo e da qui (a otto capitoli dall’inizio del libro) la storia è completamente incentrata sui protagonisti e la loro “relazione”. Aston non è il ragazzo che Ava ricordava e lei sembra una piuma trascinata in ogni dove da una tempesta di eventi (fin troppo ripetitivi). Finalmente possiamo quantomeno vedere Ava alle prese con la musica, la sua passione che si risveglia dopo che era passata in secondo piano.
Vorrei poter accarezzare i suoi tasti d’avorio e farmi cullare dal suono che esce dal telaio armonico. Il mio corpo viene attratto dalla sua presenza, ma il mio cervello e le mie emozioni depistano ciò che il mio istinto mi suggerisce di fare. Non posso soccombere alle emozioni.
Il mio problema con questa lettura? Pagina dopo pagina ho avuto la brutta sensazione che questo libro non fosse affatto il prodotto finale di un lavoro accurato. Ai miei occhi, dispiace dirlo, ma è più una bozza, una serie di appunti presi al fine di imbastire la storia. Quello che manca è che poi questo è la lavorazione, la cura, gli approfondimenti.
Non ne ho capito bene la struttura. Dal posizionamento dei capitoli, alla costruzione dei personaggi, alla sintassi, alla correzione dei refusi… Mi dispiace essere dura, ma questo lavoro avrebbe dovuto vedere la pubblicazione tra qualche tempo e dopo un attento e accurato passaggio di editing, forse anche più d’un giro, e un’accurata correzione di bozze.
Il freddo punge la pelle e mi penetra le ossa appena metto piede fuori. Ha ripreso a nevicare. Entro nella macchina di Corinne.
La scrittura dell’autrice risulta immatura, le descrizioni sembrano elenchi della spesa, i personaggi due marionette prive di anima che dicono e si comportano come programmazione vuole, ma senza riuscire ad afferrare davvero il senso delle loro azioni.
Sì, è una storia di fantasia e sì, i personaggi sono su carta, ma si legge per sognare, per immedesimarsi, per provare emozioni, per “sentire”. Con questo testo ogni tentativo fallisce miseramente ed è un peccato, perché le uniche cosa che ho provato sono state amarezza e nervosismo che hanno oscurato l’entusiasmo iniziale.
Il pov è alternato anche se non regolarmente e le linee temporali sono confuse e indefinite per la maggior parte del tempo. Ogni capitolo si apre con una citazione presa da una famosa serie televisiva, ma spesso non si riesce a capire la connessione tra la scelta di quella citazione e il capitolo che ne segue. Sul soprannome scelto per il lavoro di Aston preferisco sorvolare. Le scene di sesso non mancano, sono esplicite e varie ma non mi hanno coinvolta e mi riferisco soprattutto a quelle che riguardano i protagonisti perché troppo slegate dalla sfera emotiva.
Ho paura. Ho paura di quanto ti voglio, eppure eccomi qui che ti voglio a ogni costo. E se ho paura dignifica che ho qualcosa da perdere, giusto? E io non voglio perderti.
L’autrice, per quanto mi riguarda, ha mancato l’occasione di farsi conoscere positivamente. Scrivere è impegno, conoscenza, scelta oculata di parole, costruzione di trama e sviluppo e io, con grande rammarico, ho percepito solo pressappochismo e non mi piace mai, neanche e soprattutto quando leggo. La storia  a carattere generale non è da buttare, ci sono cardini e temi che se sviluppati bene avrebbero potuto originare un romance avvincente – lo dimostra il fatto che, arrivata la proposta al blog, ben due membri del team siano stati incuriositi, seppure la trama fosse scarsa di informazioni. Ma sono troppe le cose non hanno funzionato, almeno in questo primo volume. Ci sarà un seguito, vedremo.
Come è potuto diventare così, come ha potuto soccombere alla sofferenza, vedo la sua anima spezzata, ma anche tanta luce che può uscire.
Non mi sento di dare una valutazione a questo lavoro, perché per valutare un libro che ha visto la pubblicazione occorrono parametri che qui a mio avviso mancano completamente.
Lascio la parola a Monica.


Come raccontava poco fa Marta, quando è arrivata la proposta al blog per recensire il romanzo, entrambe ci siamo dette interessate, anche se poi io mi ero decisa a leggerlo al di là del blog. Tuttavia leggendolo ho espresso qualche perplessità nel nostro gruppo e per confrontarci abbiamo deciso di farlo con questa recensione doppia, mettendo nero su bianco i nostri punti di vista.
Dalle premesse della trama mi aspettavo qualcosa di decisamente diverso da ciò che ho trovato nel corso della lettura.
È difficile perdere una persona che si ama e ognuno di noi di fronte a un lutto reagisce in maniera del tutto personale. La morte di coloro a cui siamo legati lacera una parte del nostro cuore, ci crea una ferita profonda che non sarà mai più ricucita.
Entrambi i protagonisti di questo libro si vedono portare via qualcuno che amano e lottano contro la sofferenza per riuscire a trovare il modo di andare avanti.
Ava perde il papà a causa di un male incurabile. È ancora una ragazzina, e lui era il suo punto di riferimento; l’uomo che amava più di tutti, il suo eroe, e si ritrova ad affrontare il fatto che ora non c’è più. Il suo dolore è incommensurabile, è devastata, la sua vita è stravolta. Superare questo lutto per lei è difficilissimo; si sente annientata, tanto da non riuscire più neanche ad avvicinarsi al pianoforte, la sua vera passione fin da quando era una bambina.
Mio padre è l’uomo della mia vita.  L’uomo per il quale lotterei tutti i giorni.  Mi ha insegnato i veri valori e mi ha fatto diventare quella che sono. Io sono ciò che ha voluto tramandarmi, il futuro negli insegnamenti del passato.
La vita però continua inesorabile, Ava torna a scuola, frequenta i suoi amici, ma dentro è spenta. L’unica consolazione è scrivere messaggi indirizzari al numero del padre; pur cosciente che lui non potrà più risponderle è il suo modo per sentirlo ancora vicino.
«Scrivi ancora messaggi al numero di tuo papà?» Non voglio parlare di questo, posso sembrare pazza, mi fa stare bene, non interromperò quello che sto facendo. «Sì, lo faccio ancora. So che può sembrare strano, ma mi fa sentire di avere ancora un contatto con lui. Lo sento più vicino, anche se non risponderà mai ai miei messaggi. Gli racconto le mie giornate, è quello che facevo prima, quando lui era in vita.»
Proprio a scuola incontra Aston, il “figo” del liceo, il ragazzo di cui tutte sono innamorate e che tutte vorrebbero. Il loro primo incontro è casuale, davanti al cestino dei rifiuti in sala mensa; Ava arrossisce dall’imbarazzo nel trovarsi di fronte al bellissimo Aston, e lui le dà il nomignolo “Porpora”.
Aston è all’ultimo anno ed è un ragazzo dai saldi principi, tanto da volersi assumere ogni responsabilità quando Tiffany (la sua ragazza) gli confessa di essere incinta. Lui sente subito la paternità ed è disposto a fare sacrifici per suo figlio, Tiffany però non è dello stesso parere e, mentre si reca in ospedale per abortire, ha un grave incidente nel quale perde la vita.
Per Aston il dolore è atroce, scappa da Detroit e si reca a New Orleans lasciandosi alle spalle tutto, anche la sua essenza.
Vorrei spaccare tutto e maledire l’universo per questa merda che mi è piombata addosso in un solo giorno.  Vorrei poter dire a Dio di smetterla di mettermi alla prova in questo modo.  Vorrei dirgli che la vita che mi ha dato non è così benevola.  Vorrei, vorrei tante cose, ma non posso fare niente. In un modo o nell’altro il mio bambino sarebbe morto.
Il protagonista maschile si trincera dietro un’ostentata indifferenza e tenta di scacciare la sua sofferenza tramite il sesso privo di sentimento e di ogni romanticismo, senza pensare alla persona con cui lo fa, senza pensare a nulla se non all’atto fisico che anestetizza la sua mente e il suo corpo lasciandolo privo di ogni sensazione.
Inizia a lavorare in un club in cui riceve soldi in cambio delle sue prestazioni, meritando il soprannome “L’esecutore” proprio per il suo modo insensibile di approcciarsi in camera da letto, con l’unico obiettivo di fare e vivere il sesso.
Quando Ava si diploma decide di andare al college a New Orleans, la città del blues, lo stile che più ama suonare e cantare.
Proprio in questa città Ava ritrova Aston, nel club dove lui lavora e dove le compagne di stanza la portano la sera del suo arrivo.
Ava riconosce Aston, però si accorge che lui è profondamente cambiato: non è più il giovane che conosceva ai tempi della scuola; ora è un uomo vuoto, che vuole essere solo un guscio senza sentimenti.
Continua a stringere la mia mano come se si stesse aggrappando, vorrei poter portare il suo corpo vicino al mio e far aderire la nostra pelle. Il solo pensiero fa gonfiare il mio amico nelle mutande e devo fare di tutto per non far scorgere la sporgenza ad Ava. Per ora non voglio metterla in imbarazzo, ma presto l’avrò.  «Voglio solo mostrarti il piacere. Il sesso ha molte forme, ma tutte con un unico scopo: godere.»
Ava con la sua dolcezza affascina Aston che combatte contro il sentimento che sente scaturire quando è in sua compagnia. È solo accanto a lei che lui riesce a farsi avvolgere da una sensazione di pace, di serenità, ma al contempo è terrorizzato dall’idea della perdita. Ogni donna che ha amato è morta e sa che, se la stessa sorte fosse riservata ad Ava, lui non sarebbe più in grado di risollevarsi.
Gli alti e bassi dei due ragazzi, le incertezze di Aston, i sentimenti contrastanti danno vita a una tormentata storia d’amore e sofferenza, per questo vi consiglio di essere nel giusto stato d’animo prima di approcciarvi alla lettura.
Il mio cuore in mille pezzi si è ricostruito grazie a lei, non credevo sarebbe potuto accadere di nuovo, non credevo che la vita mi avrebbe dato una seconda possibilità.  Ava è un’anima pura e io, stasera, ho portato via la sua purezza, costringendola a guardare quello che sono, quello che sono diventato. Non posso fare molto, ho distrutto tutto un’altra volta.  Ogni donna che ho amato è andata via per sempre, lei non è ancora morta, ma c’è una morte peggiore, quella di vivere senza la consapevolezza dei fatti.  L’ho illusa e presa in giro per tutto questo tempo, il mio amore per lei è sincero, ma, Ava, merita di più di un cuore afflitto da mille dolori, sofferenze e dispiaceri.
La componente erotica e sessuale è grande protagonista di queste pagine, soprattutto considerando che il protagonista maschile lo ritiene l’unico mezzo di rapportarsi con le donne. Buona parte dell’espressione di Aston, infatti, è incentrata sui suoi discorsi a sfondo sessuale. Pur essendo un ragazzo che studia medicina, le sue parole e i suoi gesti spesso sono volgari e non in linea con la figura che vuole diventare. Non ho apprezzato che l’eros fosse più incentrato sul lavoro di Aston che sulla coppia.
A dirla tutta ho provato sentimenti contrastanti leggendo questo libro. Mi ha lasciato una sensazione di amarezza, soprattutto per il fatto che dovrò attendere per sapere come si concludono le vicissitudini dei protagonisti.
Ogni capitolo inizia con una citazione tratta da “Grey’s anatomy”, probabilmente all’autrice piace molto, alcune sono anche molto profonde, ma non mi sono piaciute posizionate così, mi hanno distratto dalla storia che leggevo, e non tutte sono coerenti con il capitolo che introducono.
Il doppio punto di vista ci permette, di entrare in contatto con entrambi i protagonisti, con le loro incertezze, con i loro sentimenti anche se non risultano propriamente convincenti.
Aston credo sia un diamante grezzo e spero esca maggiormente nel prossimo volume, ho grandi aspettative su di lui. In questo libro ho trovato molto interessanti alcune sue reazioni, ma è privo di quel fascino che hanno sempre i protagonisti dei romance.
Anche Ava spero sbocci meglio perché è un’eroina femminile interessante nelle sue contraddizioni – a momenti è più remissiva e in altri è una lottatrice.
Sono curiosa e fiduciosa quindi di conoscere il seguito, perché questo romanzo mi ha dato l’impressione di essere solo il preambolo della vera storia.
Non ho trovato particolarmente accattivanti i personaggi secondari, quasi fossero una parentesi obbligata per collocare i due protagonisti all’interno di un contesto reale.
Il libro non è particolarmente lungo e le pagine scorrono bene anche se in alcuni punti si arena leggermente. C’è qualche errore di scrittura che secondo me con un’attenta rilettura poteva essere evitato.
Nel complesso la storia mi è piaciuta, ora non resta che attendere la prossima uscita che spero non tardi molto.
 

Scrivi il primo commento!
Posta un commento