LA TERRAZZA DEI LIMONI (R. REI)

il
17 gennaio 2020
Cari lettori, tra i miei buoni propositi per questo nuovo decennio c’è anche l’impegno ad arricchire la vostra libreria con letture che siano all’altezza delle vostre aspettative. Ho subito una chicca qui per voi: si intitola “La terrazza dei limoni”, una storia fresca e delicata scritta da un’autrice che spero di leggere di nuovo, Rebecca Rei. Il romanzo l’ho scovato nel catalogo della More Stories del 2018 e ho pensato che sarebbe stato il modo migliore per inaugurare il mio 2020 sul blog. Seguitemi nella recensione e scoprirete perché.

LA TERRAZZA DEI LIMONI
REBECCA REI
Data pubblicazione: 10.12.2018 Editore: More Stories Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: narrativa contemporanea
Trama: Amanda è una ragazza romantica e molto legata alla sua città, la splendida Sorrento. Lavora nel ristorante di famiglia insieme al fratello e al padre, ma il suo cuore vorrebbe altro: aprire una bottega in ricordo di sua nonna Elena, che le ha insegnato la delicatissima e splendida arte della lavorazione dei limoni. Il suo sogno però sembra lontano, il ristorante infatti non naviga in buone acque, e per di più il fratello decide di andarsene, lasciando la famiglia nel caos. Finché un giorno arriva un nuovo chef, dai modi bruschi e dagli occhi verde menta. Sarà lui la risposta ai problemi di Amanda? E chi è la misteriosa cliente con i capelli a caschetto che le fa visita sempre più spesso? Tentando di rispondere a queste domande, Amanda affronterà un percorso verso la scoperta di se stessa, imparando che solo lasciandosi andare alle passioni si può raggiungere la felicità.
Spero che nella vostra vita abbiate avuto la fortuna di visitare almeno una volta Sorrento. Per quanto mi riguarda, alcuni dei ricordi più belli del mio passato sono legati a quel tratto della costiera Amalfitana. E il primo merito che devo riconoscere a questo romanzo è quello di avermi spinta a riviverli. Ora, però, come la mettiamo con lo spasmo di nostalgia che mi attanaglia lo stomaco? In questi casi l’unico sollievo lo trovo in una massiccia dose di carboidrati e zuccheri. Ed è proprio a partire da un dolce che vi parlerò de “La terrazza dei limoni”. Sto parlando della crostata al limone di Donna Elè e la ricetta – nel caso vi venisse voglia di mettervi all’opera – la trovate tra le pagine di questo romanzo. Che, come un vecchio ricettario di famiglia tramandato di nonna in nipote, racconta Sorrento meglio di quei noiosissimi libri che potreste trovare in un ufficio della Proloco. Perché quella scritta dalla Rei è prima di tutto una storia d’amore tra Amanda – la protagonista – e il luogo che sua nonna Elena le ha insegnato a conoscere e ad apprezzare in tutte le sue forme: gli odori, i sapori, i colori. E di tutto ciò nella crostata che Amanda prepara di prima mattina non manca niente.
Il profumo che si sprigionava dal pentolino era tale che avrebbe svegliato l’intera Sorrento. Mescolavo e sorridevo, ricordando il sapore di quel dolce.
C’è la pasta frolla, che ha la stessa consistenza del cuore della ragazza. Si sgretola sotto alle pressioni di una famiglia che fa fatica a tenere in vita uno dei ristoranti storici del posto, La Terrazza dei Limoni. Quell’attività è il frutto dei sacrifici che sua nonna Elena – che le ha fatto da madre – per prima ha dedicato al bene dei suoi cari. E Amanda è disposta a mettere da parte i suoi sogni per tenerla a galla. Lei, che proprio in onore della nonna vorrebbe fare della lavorazione dei limoni la sua professione, si reinventa aiuto cuoco e tenta di sostituire il vuoto lasciato dalla partenza improvvisa del fratello gemello Davide. Suo padre Antonio e l’amico Alberto non possono farcela da soli.
Ero rimasta da sola in cucina, e per un attimo ebbi la tentazione di rompere tutti i piatti e urlare. Ma non potevo, io ero sempre quella taciturna, misurata, ubbidiente.
C’è la crema, che per la buona riuscita del dolce richiede materie prime di qualità e una cottura ottimale. Non basta assemblare tra loro gli ingredienti, serve maestria. Quella che differenzia uno chef da un semplice cuoco. Ed è di uno chef che La Terrazza dei Limoni ha bisogno per continuare a esistere. Uno chef come Marco, che sa da dove cominciare nell’impresa: ridefinire i ruoli. Il suo arrivo nell’attività di famiglia mette a dura prova i nervi di Amanda, che come una crema arrivata sull’orlo del bollore, rischia di impazzire. Spetta allo chef spegnere ogni fuoco prima che sia troppo tardi.
«Abbiamo sempre bisogno delle persone, Marco».
«Parli di bisogno, ed è sbagliato. Le persone dovrebbero starci intorno per piacere, non per bisogno».
Poi c’è l’ingrediente segreto. Che, nel caso della crema, sono due cucchiai di limoncello. Nell’abbinamento Amanda-Marco, invece, è una buona dose di cautela: tra loro e nei confronti delle persone che – a sorpresa – intervengono a scombussolare un equilibrio già precario.
«Accetta il rischio. L’esistenza umana stessa è fondata sul rischio. Pensaci, usciamo di casa senza sapere quando e come finirà il nostro tempo».
Termino questa recensione con l’acquolina in bocca. La stessa che mi ha accompagnata per tutta la durata della lettura. Che, nel gergo di noi lettori, significa sentire l’esigenza di divorare le pagine. Ringrazio Rebecca Rei per avermi di permesso di “tornare a Sorrento”, parafrasando la canzone. No, non quella di Pitbull, l’altra.
 
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