IL GIOCO PROIBITO (K.I. LYNN)

il
6 dicembre 2019
Buongiorno Pieces, tra la trasgressione e il cattivo gusto passa una linea sottile lunga tanto quanto la mia pazienza. Che, per la cronaca, ha un limite. E K. I. Lynn prima l'ha calpestato, poi l'ha superato e infine l'ha trascinato via. Praticamente ha tagliato il traguardo della mia tolleranza. Eppure, sento di essere l'unica a meritare di ricevere un premio...sì, di consolazione. Invece sono qui, con un fico secco in una mano e un romanzo tremendo nell'altra, a cercare di edulcorare quello che mi passa per la testa e che sto per scrivervi in questa recensione.

GIOCO PROIBITO
K.I. LYNN
Data pubblicazione: 25.10.2019 Editore: Newton Compton Editori Titolo Originale: Breach Serie: Breach series (#1) Finale: Autoconclusivo Genere: erotic romance
Trama: Sono sempre stata una tipa introversa, per questo non faccio altro che lavorare e mi nascondo dietro l'ambizione professionale.
Ma il mio nuovo partner, Nathan, è esattamente il tipo di uomo da cui ho sempre cercato di stare alla larga. Il suo sorriso strafottente è la maschera perfetta dietro cui si nasconde un uomo tormentato. So riconoscere una bugia quando ne vedo una, e la facciata di Nathan non è troppo diversa da quella dietro cui mi sono barricata io per tutti questi anni.
Ho scoperto che persino nell'oscurità più buia può esserci la luce. Una scintilla in grado di far divampare un incendio, quando due anime vibrano alla stessa intensità.
Ogni volta che mi guarda o mi sfiora di nascosto so che è proibito. Ma ho deciso che non voglio perdere questa opportunità di essere finalmente me stessa. Anche se significa soffrire. Anche se so che Nathan non sarà mai in grado di amare.
Procediamo per gradi. Di solito, quando leggo un romanzo, mi chiedo cosa abbia spinto l'autore a scrivere proprio quella storia. Normalmente, quindi, mi chiederei: perché proprio "Il gioco proibito"? Questa volta, invece, non riesco ad andare oltre il perché. Perché? Ma perché?
Della serie: che bisogno c'era di scrivere una cosa del genere?
L'unica risposta è che, dopo aver avuto il coraggio di concludere il romanzo, sono riuscita a formulare è questa: la Lynn ha voluto fare uno sgarro a qualcuno e ha pensato bene di usare un romanzo a questo scopo. Ma un torto a chi?
Al buon gusto.
Nathan: Se continui a succhiare quella penna ti trascino in un posto appartato e ti butto il cazzo in bocca.
Questa storia è di una volgarità imbarazzante. Mette a disagio il lettore, dal prologo all'epilogo. Non c'è scampo. Se anche il vostro livello di decenza fosse ai minimi storici, comunque non riuscireste a provare altro che disagio leggendo "Il gioco proibito".
Nel mio caso è stata una sensazione così dilagante da rendermi impossibile persino concentrarmi sugli aspetti fondamentali di una storia: l'ambientazione, il nome dei personaggi, la trama. Di quest'ultima so quanto basta per poter affermare che è pressoché inesistente. È evidente, infatti, che alla Lynn interessasse solamente scandalizzare il lettore. Beh, non è riuscita nel suo intento. Perché chi legge, dopo appena tre pagine, è assuefatto da tutto il sesso sporco descritto dall'autrice.
Al lettore succede più o meno questo: spalanca le palpebre, poi alza gli zigomi e accorcia le distanze tra le sopracciglia. Quindi unisce le labbra a formare una linea di disgusto e proprio in quel momento, quando sta per pronunciare un sonoro "bleah", si chiede che trauma abbia subito la concezione di erotismo della Lynn.
Rise sotto i baffi. «Eccitata, puttanella mia? Perché è questo quello che sei, visto che ti lasci scopare a quel modo. Sai che non è bello, e mi obblighi a punirti. Il mio cazzo ti vuole entrare giù per la gola, nella figa, e...», fece una pausa, «nel culo. Tu mi provochi ogni cazzo di giorno»
Perché che l'eros fosse un'altra cosa rispetto a quell'orrore descritto dall'autrice era già chiaro ai tempi di...... Ma ne "Il gioco proibito" si è perso completamente il senso della ragione. Ci sono riferimenti a tematiche più che delicate gettate a caso tra le pagine per rendere più rudi e grevi degli scenari che fanno già accapponare la pelle. Più di una volta ho staccato gli occhi dal libro cercando intorno a me una risposta al "ma come si permette?".
Donne, spero che riusciate a capire il mio disappunto. Mi rivolgo a voi altre, perché la Lynn ormai è una causa persa: fatevi furbe! Non lasciate che, con la scusa di promuovere un erotismo scadente, si dia manforte alla denigrazione del nostro genere di appartenenza. Non ce lo possiamo davvero permettere.
Alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. «Mi hai appena rimproverato per non averti scopato».
«Perché sono tutta bagnata, ho le mutandine zuppe»
Sono un po' masochista, lo ammetto. Ecco perché voglio dedicare un paragrafo alla questione verosimiglianza. Credo che, rispetto a quelle descritte ne "Il gioco proibito", la scena della tipa che si affida a una fata turchina e si lascia convincere a salire su una zucca trasformata in carrozza abbia più possibilità di trovare riscontro nella realtà. Dialoghi e scambi di battute che neanche nei peggiori porno amatoriali degli anni '80, flussi di coscienza da ricollegare a diagnosticati disturbi di bipolarismo e tanto altro: in questo libro ci trovate di tutto. Ecco, non lasciatevi impressionare.
Nathan: E ti strozzerai con il mio cazzo quando lo infilerò fino in fondo a quella dannata gola sexy. Dovetti iniziare a farmi vento con il contratto.
Sapevo che avrei terminato questa recensione con la bile in bocca. E così è stato. Per natura ci sto male quando non riesco a trovare un aspetto positivo in ogni cosa. Certe volte, però, bisogna arrendersi all'evidenza. Non c'è nulla che possa indurmi a definire questo romanzo anche solo accettabile. Però lo riconosco, la Lynn ha tanta audacia. Spero solo che inizi a sfruttarla in altri modi.

 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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