IL GATTO CHE ARRIVÒ IL GIORNO DI NATALE (M. CARLSON)

il
16 novembre 2019
Ciao Pieces, qualcuno odia, qualcuno ama i gatti. Io appartengo alla seconda categoria, per me i gatti sono animali fieri e indipendenti che decidono di donarti il loro amore mantenendo il loro portamento elegante e orgoglioso. Un gatto è anche co-protagonista del romanzo di cui parlo oggi, una pubblicazione Newton Compton nato dalla penna di Melody Carlson e che ho letto nei giorni scorsi.

IL GATTO CHE ARRIVÒ IL GIORNO DI NATALE
MELODY CARLSON
Data pubblicazione: 24.10.2019 Editore: Newton Compton Editori Titolo Originale: The Christmas Cat Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Dopo aver trascorso molti anni all'estero, Garrison Brown torna a Vancouver pronto a cominciare una nuova vita, ma la morte della sua adorata nonna, appena qualche settimana prima di Natale, mette sottosopra tutti i suoi piani. Garrison, infatti, si ritrova improvvisamente nella condizione di doversi occupare di tutto, compresa l'incombenza di cercare una nuova casa ai sei gatti appartenuti a sua nonna. Una vera seccatura, dal suo punto di vista, ma il testamento parla chiaro: la nonna ha lasciato nelle sue ultime volontà istruzioni dettagliatissime per ognuno dei suoi adorati mici in modo che ognuno finisca tra le braccia del proprietario perfetto, il quale, in cambio dell'adozione, riceverà un generoso compenso in denaro. Il compito di Garrison è trovare le combinazioni giuste, senza far, però, riferimento al premio. E chissà che, con l'avvicinarsi della Vigilia di Natale, i sei miagolanti orfanelli da piazzare non riescano a trovare qualcuno perfetto anche per lui.
Vivere con un gatto è un’esperienza meravigliosa. I felini riempiono la giornata e sono compagni di vita insostituibili.
Questo lo sapeva benissimo la signora Lillian Brown, infatti lei di gatti ne aveva ben 6, ognuno con un suo carattere ben definito.
Nei nove anni che lui aveva trascorso in Uganda, fosse riuscita ad accumulare tanti gatti. Per qualche ragione, era diventata una calamita per gli animali abbandonati e maltrattati. Lei la chiamava la sua «missione francescana», ma lui rabbrividiva al pensiero di tutte quelle creature pelose che si aggiravano per casa.
Alla sua morte lascia un testamento con istruzioni ben precise per il ricollocamento dei suoi adorati mici in nuove famiglie che dovranno amarli e accudirli.
Il nipote Garrison è l’unico erede rimasto e per questo dovrà occuparsi lui delle ultime volontà della nonna. Il fatto è che il suo rapporto con i felini è totalmente diverso: non li sopporta e oltretutto è terribilmente allergico, tanto che starnutisce in continuazione e deve indossare una mascherina in loro presenza.
Con i gatti che gli sciamavano attorno ai piedi, Garrison rimase impietrito. Non voleva dare a vedere quanto la situazione lo mettesse a disagio, ma sentiva il cuore che gli batteva all’impazzata e faceva sempre più fatica a respirare. O magari quello era colpa della maschera. «Vai pure a guardare se trovi le cose che ti servono», disse a Ruby. «Cibo per gatti, ciotole, qualunque cosa. Prendi tutto ciò che vuoi».
«Stai bene?». La donna lo scrutò con curiosità. «Anche per un ragazzo bianco, sei tremendamente pallido. Hai un attacco di malaria?»
«No, no… È… ehm… solo l’allergia», mormorò lui.
«Mi sembra che ci sia molto di più». Accarezzando la testa di Viola, Ruby inclinò la testa di lato, studiandolo attentamente.
«Di più di che cosa?». Garrison scavalcò cauto un grosso gatto peloso che assomigliava a un procione.
«A me sembra che tu abbia forse un qualche tipo di fobia, ragazzo».
«Una fobia… e per che cosa?»
«I gatti».
Ritrovarsi con l’ingrato compito di ricollocare i sei orfanelli non è facile per Garrison; inizialmente il suo rapporto con i mici è difficile, poi invece si affeziona a loro ed è felice quando a ognuno trova quella che sembra la famiglia perfetta.
Garrison è tornato da poco dall’Africa e non ha più molti amici a Vancouver ma, durante il periodo di ricerca delle nuove famiglie, conosce nuove persone che lo aiutano e con le quali instaura un bel rapporto, in particolare con Cara, una ragazza che non corrisponde a tutti i criteri che ha imposto la nonna e quindi, purtroppo, non potrà adottare il micio alla quale però si è affezionata.
Stavo cominciando a pensare che magari volessi tenere Harry tutto per te». Piegò di lato la testa con un’espressione leggermente sospettosa.
«Ammetto di essermi affezionato a lui». Garrison sorrise. «È un bravo gatto».
Cara indicò la mascherina che Garrison teneva ancora in mano. «Come va con la tua allergia?»
«Finché prendo le medicine, e dopo che ho buttato via la maggior parte dei mobili pieni di pelo, un po’ meglio».
«Fantastico. Quindi ti terrai Harry?»
«Io… ehm… non lo so».
Natale si avvicina e se Oreo, Rusty, Viola, Muzzy, Harry e Spooky troveranno tutti quanti la loro nuova famiglia, Garrison, come loro, inizierà una nuova vita con nuovi amici e nuove prospettive per il futuro.
Onestamente il libro non mi ha propriamente entusiasmata, non ha una trama avvincente, non c’è una storia d’amore vero e proprio, né verso i gattini né verso gli “umani”, quanto un accenno di affetto da parte di Garrison e da parte delle nuove famiglie adottive dei gatti, niente però è stato approfondito.
Ho trovato che Garrison, il protagonista, non sia emerso; è piuttosto piatto e a volte si è scaturita da parte mia una certa antipatia nei suoi confronti.
Il libro è scritto in terza persona e, forse è anche questo il motivo per il quale non sono riuscita a immedesimarmi nel personaggio. Mi è sembrato di leggere una serie di fatti in successione ma senza pathos.
Molto bella invece l’idea di scrivere un romanzo con un unico punto di vista, quello maschile che, non spesso si trova come voce unica.
È un romanzo piuttosto corto e a mio dire per fortuna, perché ho veramente fatto molta fatica ad arrivare alla fine.
Devo però rendere merito alla copertina che è la cosa che ho preferito di tutto il romanzo pur non essendo nulla di eccezionale.
 [Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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