[RECENSIONE DOPPIA] QUESTO AMORE SARÀ UN DISASTRO (A. PREMOLI)

il
7 ottobre 2019

Buongiorno a tutti! Oggi spazio alla recensione doppia a cura di Anna e Tina, che hanno letto il nuovo romanzo di Anna Premoli in anteprima, dopo averlo acquistato al RARE.
Si tratta di "Questo amore sarà un disastro" è in uscita oggi, 7 ottobre, per Newton Compton.
Dopo la scheda quelle che sono le loro impressioni.


QUESTO AMORE SARÀ UN DISASTRO
ANNA PREMOLI
Data pubblicazione: 07.10.2019 Editore: Newton Compton Editori Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Edoardo Gustani è un rampante golden boy della finanza milanese, esperto di fusioni e acquisizioni, interessato a rilevare la maggioranza della Health Green, in difficoltà in seguito a qualche colpo di testa dell’ultimo amministratore delegato. Per portare a casa l’accordo Gustani deve convincere i membri della famiglia Longo, proprietari da generazioni. C’è solo uno scoglio da superare: avere il parere favorevole di Elena, nipote delle quattro anziane azioniste. Elena non ha più nulla a che fare con la società, da quando il padre le ha preferito il figlio maschio come amministratore delegato. Ha voltato pagina e aperto un centro olistico nel quale le persone possono allontanarsi dal caos quotidiano. Edoardo non riesce a credere che Elena non voglia lasciarsi convincere dalle sue validissime ragioni. La sconfitta non fa parte del suo DNA. Decide quindi di trascorrere qualche giorno nel centro di Elena. È sicuro di riuscire a farla ragionare sfruttando il suo grande fascino. Ma ci sono imprevisti che nemmeno un cinico e calcolatore uomo d’affari può immaginare…
Cari lettori, ce li abbiamo tutti dei punti fermi nella vita. Tra i miei c’è la Premoli.
È un pensiero ricorrente, che mi si staglia nella mente quando leggo i suoi romanzi. Proverò a essere più chiara. Avete presente quando a un certo punto dell’anno il Time si mette a elencare le persone più influenti al mondo? Ecco, se mi chiedeste di spiegare la questione del punto fermo, la prima cosa che vi risponderei è che nella cerchia delle persone che influenzano maggiormente la mia di realtà, la Premoli sta al romance come Tarantino al cinema. Vi sembra un paragone azzardato? Seguitemi nella recensione di “Questo amore sarà un disastro” e vi farò ricredere.
Alla base dell’associazione Premoli – Tarantino c’è innanzitutto, e per almeno due ragioni, il fattore tempo. Ragione numero uno: il nuovo romanzo dell’autrice di origini croate esce mentre nelle sale italiane proiettano l’ultimo film del regista di Knoxville. Numero due: “Questo amore sarà un disastro” e “C’era una volta a Hollywood” sono senza dubbio i lavori più “maturi” di entrambi. Il mio cervello, di conseguenza, deve aver creato subito dei nessi. Ma poi sono andata oltre e mi sono divertita tantissimo a trovare altre e più interessanti analogie.
Partiamo dal tema principale di “Questo amore sarà un disastro”: la complicità.
È la miccia che fa scattare fin dal primo momento l’intesa tra Edoardo ed Elena, due persone completamente diverse tra loro. Inutile che ve lo dica, sicuramente saprete come funziona in questi casi: divorerete le pagine del libro, perché le storie incentrate su due opposti che diventano complici sono pane per i nostri denti da romance addicted. E sempre la complicità, questa volta tra Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e Cliff Booth (Brad Pitt), è una delle ragioni che vi terrà incollati alla poltrona quando, se non lo avete già fatto, vi deciderete a regalarvi la visione di quel fantastico film di Tarantino. Sono l’uno l’opposto dell’altro, ma il regista è stato tanto bravo da caratterizzarli in modo tale da renderli complementari.
È questo il problema della complicità: non si può accendere e spegnere a proprio piacimento. Se l’hai intuita dal primo istante e poi alimentata di giorno in giorno, è difficile poi fingere che non ci sia, che l’altra persona non ti capisca, perché invece – sorpresa delle sorprese – è in grado di farlo.
Passiamo ora ai dialoghi. Nei film di Tarantino costituiscono almeno l’80% della pellicola. Sono lunghi, interminabili, ma annoiano solo chi non riesce a subire il fascino delle parole e di chi le pronuncia. Per carità, il più delle volte evitare di pendere dalle labbra di qualcuno è un bene, ma con Tarantino è tutta un’altra storia. In “C’era una volta a Hollywood”, ad esempio, i dialoghi sono l’unica via percorribile dallo spettatore per cercare di cogliere il senso della trama dell’intero film. Non sono altro che giri di parole studiati appositamente per far perdere l’orientamento, ma chi l’ha detto che cogliere la bellezza dell’arte sia un’impresa facile? Ora concentriamoci sulla Premoli. I suoi, di dialoghi, li ho sempre considerati scritti ad arte, ma mai come in questo caso. Perché in “Questo amore sarà un disastro” ruota tutto attorno allo scambio di battute tra Edoardo ed Elena. I due protagonisti sono dei logorroici di prima categoria! Sembra che nella vita non abbiano fatto altro che guardare i film di Tarantino. Usano sagacia e sarcasmo a mo’ di scudo e spada, e si tuffano in duelli spassosi e intriganti allo stesso tempo. E la genialità della Premoli sta tutta qua: nel riprodurre dei dialoghi che, a conti fatti, sono spesso vuoti di contenuto, ma che proprio per questo motivo sanno riprodurre e imitare alla perfezione quelli tra due (quasi) quarantenni saccenti e diffidenti che flirtano con le parole.
È così che nascono le storie che poi significano tutto, mi trovo a pensare: quando anche il nulla inizia ad avere il valore che non avresti mai sospettato.
Pensate che non ci sia altro in comune tra Anna e Quentin? Beh, sbagliate. Una delle cose che più ho adorato di “C’era una volta a Hollywood” è stata la miriade di citazioni e nozioni che Tarantino ci ha fatto il regalo di inserire tra una clip e l’altra. Coglierle tutte è difficile, saperle comprendere a pieno è praticamente impossibile. Ma ci sono e solo per il fatto di esserci ci danno l’impressione di uscire dal cinema un po’ meno ignoranti di quello che eravamo all’ingresso. Tornando alla Premoli, vi dirò, il fatto che tra le ultime pagine abbia deciso di aggiungere un “Piccolo glossario finanziario” la dice già lunga. Grazie a lei, ad esempio, so cos’è una SPAC. Probabilmente 313 pagine fa avrei reagito così: “Eh? Ma si mangia?”. Da quando ho iniziato a leggere i suoi romanzi – ormai anni fa – è riuscita a farmi interessare alla materia che, in più di un decennio di studi, ho sempre detestato: l’economia. E, a mio parere, quando nella vita cambi idea su qualcosa significa che ne stai imparando tante altre. Quindi, grazie Anna e grazie Quentin.
Le SPAC quotate si sono rivelate un curioso caso di salva-amor proprio, di riciclo delle competenze e di autoesaltazione del proprio ego.
No, non ho ancora finito. C’è un altro talento che la Premoli e Tarantino condividono: saper impartire una morale nel modo meno noioso possibile. Che nel caso di entrambi significa scegliere – nei giri di orologio di un film o nelle pagine di un libro – di creare una realtà in cui le cose vadano come dovrebbero andare. Giunti in prossimità dell’epilogo, trovano sempre il modo di rendere giustizia ai loro personaggi. In tutti i sensi. “È scontato”, direte voi. “Neanche un po’”, rispondo io. Perché Edoardo, Elena, Rick Dalton e Cliff Booth non vivono “per sempre felici e contenti”, ma sopravvivono “cazzuti e soddisfatti”. Ed è questo a fare di loro degli ulteriori punti fermi nella vita di uno spettatore e di un lettore. 


Buongiorno Lettrici!
Fin dalle primissime pagine di questo romanzo mi sono resa conto che questo non era il solito libro della Premoli.
Nonostante lo stile mai banale caratteristico dell’autrice, questo nuovo libro risulta da subito più adulto, più complesso, con due protagonisti vicini ai quaranta intelligenti e maturi che decisamente sono differenti da qualsiasi altro personaggio scritto finora dall’autrice, e con una leggera nota amara quasi sempre presente sullo sfondo.
Sono uno che non perde tempo perché non ha tempo da perdere
Evito di dilungarmi sulla trama, dato che la sinossi spiega in modo eccellente la storia e quindi mi concentrerò sui due protagonisti: Edo ed Elena. Le due persone più logorroiche del pianeta.
Edo è il classico uomo allergico alle parole matrimonio, fidanzata, figli e qualsiasi altra cosa graviti intorno a questo mondo parallelo di cui lui non vuole assolutamente sapere nulla. Lui non ha bisogno di nessuno accanto a sé.
Circondarsi di donne banalmente attraenti gli è sempre bastato, non sente la necessità di entrare davvero in sintonia con nessuno.
Io non voglio essere un sentimentale, non voglio arrendermi a trascorrere le notti a osservare rapito una donna mentre respira, non voglio sentire quel picco di adrenalina mai richiesta ogni volta che mi risponde a un messaggio e soprattutto non voglio metterla al primo posto.
Nonostante negli anni sia riuscito a ritagliarsi, non senza impegno, un posto nella finanza milanese, i natali di Edo sono tutt’altro che lussuosi e proprio per questo non tollera che i rampolli milanesi mandino all’aria le fatiche delle generazioni precedenti.
Ha un carattere forte e il suo punto di forza, oltre al fascino, è sicuramente la sincerità. È sempre diretto, forse fin troppo a volte ma di sicuro questo tratto lo rende unico.
Per lui le uniche cose davvero importanti sono il suo lavoro nella finanza, la carne rossa, la sua auto, i suoi cellulari, i costosi e perfetti completi firmati e, dulcis in fundo, le amate sigarette.
Questo è uno strano mondo: tutti fingono di essere chi non sono, tutti interpretano ruoli… be’, io sono come sono. Sgradevole a volte, me ne rendo conto, ma assolutamente franco.
La sua impresa di convincere Elena a far parte del suo piano finanziario vacilla già dall’inizio quando lei gli legge le regole di convivenza del centro che lui ha deciso di frequentare e che prevedono l’assoluta mancanza di cellulari e sigarette, un abbigliamento uguale per tutti, sedute di meditazione e yoga.
Ma cosa ancora peggiore, Edo è capitato proprio nella settimana detox: niente carne per lui, ma solo cibi vegani e vegetariani colmi di semi e altre diavolerie salutari.
Elena è totalmente differente dal tipo di donne a cui è abituato, con il suo viso acqua e sapone e la personalità energica e rigorosa.
Dopo che si è vista soffiare sotto al naso il posto di amministratore delegato della società di famiglia, si è rimboccata le maniche e si è reinventata un’occupazione. Sfruttando la sua laurea e le sue doti ha aperto un centro olistico immerso nella natura, specializzato nell’alleviare lo stress e per staccare la spina.
Nonostante non abbia una relazione da anni e sia assolutamente convinta a non abbandonarsi al fascino di Edo, e di non cedere quindi alle sue moine e alle provocazioni, tra i due persiste una sorta di curiosità che inevitabilmente li spinge ad avvicinarsi e creare così una complicità potente e immediata.
La complicità ti frega. Non sei affatto certo di volerti buttare, e invece stai già nuotando
Il punto debole di Elena, sono proprio gli uomini intelligenti e si da il caso che il nostro Edo lo sia. Ma nonostante tutto per lei è difficile fidarsi di questo milanese fissato con il lavoro.
Il rapporto tra i due si concentra fin da subito in una eterna sfida, fatta di battibecchi, colpi bassi e provocazioni che alla fine non potranno che conquistarvi.
Finché all’improvviso arriva qualcuno di apparentemente sbagliato ma in grado di farti dubitare delle tue convinzioni, inclusa la certezza di non poter mai baciare un fumatore
La Premoli in questo romanzo si è soffermata parecchio su temi a lei cari della finanza, rischiando però (a mio parere) di mandare talvolta in confusione il lettore e distrarlo con tutti i termini tecnici dalla storia e dai protagonisti.
Questo romanzo inoltre, a tratti somiglia a una sorta di trattato femminista. Ho davvero apprezzato la presenza di donne forti, indipendenti e sicure di sé che sanno quanto valgono e non sono disposte a farsi da parte o a farsi mettere i piedi in testa, specialmente da uomini fascinosi e con belle ciglia.
A questo proposito un particolare elogio proprio a Viola (Viola Brunello for president!) che, cito, sgonfia ego ipertrofici maschili come hobby: spero davvero che il prossimo romanzo sia incentrato su lei e Lorenzo. Nel caso, prevedo meravigliosi fuochi d’artificio.
Certe follie, per quanto commesse con cognizione di causa, rimangono sempre un salto nel buio. Il che, se vogliamo essere del tutto sinceri e mi pare che su questo almeno siamo d’accordo, è quello che le rende irresistibili no? È quell’incertezza, quell’essersi immaginato tutto il possibile e non conoscere comunque come andranno a finire le cose
Apprezzatissimo il doppio pov che come al solito adoro nei romanzi. Anche in questo caso la parte maschile è stata senz’altro la mia preferita; entrare nella testa degli uomini è sempre un’esperienza interessante.
Devo dire che ho amato in particolare la seconda parte del libro, quella più romantica e a mio avviso più coinvolgente.
Menzione d’onore a un altro personaggio secondario, una fata madrina, la simpatica e allo stesso tempo insopportabile Signora Fumagalli. Chissà che non la ritroveremo anche con la prossima coppia.
Insomma, a conti fatti come al solito la Premoli è una certezza, quando vedi un suo libro in uscita sai già che sarà tuo, e nonostante un - mio - rallentamento iniziale legato ai termini finanziari (e un refuso un po’ ingombrante che ho già segnalato) vi consiglio sicuramente questo romanzo.
La Regina del rosa è tornata.
Buona lettura!


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