UN NUOVO INIZIO (M. SCISCI)

il
17 febbraio 2019
Ben trovati lettori! A più di un anno dall’uscita del primo volume “Chiudi gli occhi”, ho il piacere di parlarvi di “Un nuovo inizio” di Monique Scisci.
Il primo testo si era concluso con un cliffhanger  pazzesco, in questo secondo libro troveremo la soluzione a tutti i quesiti lasciati aperti? Seguitemi.

UN NUOVO INIZIO
MONIQUE SCISCI
Data pubblicazione: 03/01/2019 Editore: Newton Compton Editori Serie: Serie (#2) Finale: Cliffhanger Genere: erotic romance
Trama: Sono trascorsi sei mesi da quando Mads se n'è andato e nella vita di Josephine sono cambiate molte cose. Il suo rapporto con Ben si è di nuovo raffreddato, la sua amica Celine frequenta un biologo e ha molto meno tempo per lei. Sempre più sola, Josephine si rifugia allora tra le pareti della Maison, l'unico luogo in cui sente ancora viva la presenza di Mads e dove si lascia sedurre dal mondo della dominazione, insieme a un giovane musicista. Tuttavia, in seguito all'aggressione subita, inizia a soffrire di attacchi di panico e l'angoscia la spinge ad affidarsi a un terapeuta. Un uomo dal fascino rude, lo sguardo intenso e molti tatuaggi. Dopo un inizio di terapia estremamente conflittuale, Josephine comincia a lasciarsi andare. E in seguito alla scoperta di un oscuro segreto di famiglia, il loro rapporto diventa sempre più profondo...
Il prologo del libro mi ha mandata subito in confusione, aumentando a dismisura la curiosità di saperne di più. Il testo si apre infatti con la scena di una “sessione”, in cui il sottomesso è un uomo e il flogger (un frustino) è in mano ad una Padrona, “J”.
Non sapeva dire quanto fosse in balia della sua Padrona, tutto ciò che riusciva a fare era ascoltare la sua morbida voce che gli impartiva ordini. Viveva per quei momenti, rari come l’acqua nel deserto, ma intensi come fuoco che divampa e brucia.
Ma tornando indietro, avevamo lasciato Jos disorientata e sconvolta dall’abbandono di Mads, in preda a scoperte sconvolgenti e dubbi, tantissimi dubbi. Ora la ritroviamo preda dello sconforto, svuotata dalla mancanza dell’uomo che era riuscito a tirare fuori la sua anima da sottomessa e che l’aveva iniziata alle pratiche del “mondo sommerso”; colui che riusciva a farla sentire al sicuro, protetta e completa.
Mi mancava come l’aria dopo una corsa a perdifiato. Mi sentivo monca, senza una gamba o un braccio, o peggio, senza entrambi
La protagonista è tanto determinata e ferrea nella vita quotidiana, quanto spaesata e preda degli eventi quando si tratta di Mads. La sua determinazione la porterà a trovare riposta ai suoi quesiti, ma le sbatterà in faccia che le cose non cambieranno: per quanto si desiderino a vicenda, lei e Mads non hanno futuro, o no?
«Perché sei calda, come il sangue che mi scorre nelle vene. Perché sei vera e viva e forte come il cuore che batte qui. E perché mi catturi ogni volta che sei nei paraggi, non riesco a vedere altro. E perché sei dentro di me anche quando non ci sei, quando sei distante e non ti vedo, i miei occhi ti cercano fra la gente. Sei qui, capisci? Qui anche quando non ti posso raggiungere, quando penso, quando respiro, quando cammino, quando mangio, quando sogno. Tu sei qui dentro, in ogni recesso, ovunque. E Cristo se ci provo a strapparti via, ci provo in ogni istante>>
Il tormento, i dubbi, la disperazione, nuove rivelazioni, intrecci, complotti e una nuova minaccia: tutto sembra andare in pezzi. La LAC (l’azienda ereditata dal padre) rischia di fallire, Mads non c’è, le condizioni della madre peggiorano e i rapporti con il fratello si fanno sempre più freddi.
Unico punto fermo, resta Celine, la sua migliore amica: è proprio lei a consigliarle di rivolgersi a uno psicologo quando gli attacchi di panico si fanno sempre più frequenti.
È cosi che Jos incontrerà Gabriel Morgan, che presto, si troverà ad assumere un ruolo decisamente diverso da quello professionale. Lui è sicurezza, presenza, comprensione, supporto: è perfetto per lei. Unico difetto? Non condivide la passione per il BDSM. Jos Lei riuscirebbe a distaccarsi completamente da quel mondo?
Il testo è lungo e intricato, a mio parere troppo: i molteplici avvenimenti, i tanti personaggi, spesso confondono il lettore, soprattutto se non si hanno bene a mente le vicissitudini del primo volume. Tantissimi sono i nomi da ricordare e da associare agli eventi passati.
Chi si aspetta un testo incentrato sulla storia di Jos e Mads, vedrà deluse le proprie aspettative: i due riprenderanno in parte il discorso lasciato in sospeso, ma non saranno il fulcro del romanzo.
Protagonista unica ed indiscussa è Jos, ma anche il suo personaggio confonderà e scatenerà sentimenti contrastanti. Il dualismo affascinante che mi aveva conquistata nel primo capitolo della serie; dove si conosce la versione di Jos donna d’acciaio, a capo di un’azienda, fredda, determinata, incorruttibile, si riscopre sottomessa, con la necessità viscerale di lasciare il controllo e la piena disposizione del suo corpo, dei suoi pensieri della sua anima nelle mani di un dom, si trasforma in delusione. È una donna adulta, con infinite responsabilità, ma perde del tutto le sue peculiarità quando si tratta di Mads, nonostante il loro rapporto, nato nella Maison, è ormai chiuso.
In più, nel primo volume il tema portante era il BDSM, la scoperta di Jos di questo mondo con annessi e connessi; in questo, nonostante ci siano dei richiami, è necessario fare ordine e distinguere i comportamenti dati dai ruoli di quel mondo e i comportamenti puramente umani, che prescindono quel tipo di rapporto.
Ogni scelta è legata in maniera intrinseca a un numero infinito di conseguenze
Il pov è affidato completamente alla protagonista, se non per un paio di incursioni dal punto di vista di Mads e un apparente terzo personaggio, i cui pensieri sono riportati come incursioni tra le pagine.
Fermo restando che il testo inviatomi è una copia ARC, spero sia stati corretti i diversi refusi incontrati durante la lettura.
Monique Scisci sa scrivere, questo  non è in discussione, forse però è stata “vittima” del suo stesso intreccio: mi riferisco in particolare al rapporto tra Jos e Mads e ad alcune dinamiche tipiche del rapporto intimo del mondo BDSM.
Il tema BDSM è complesso e delicato, quindi quando un autore decide di inserirlo, per quanto la storia sia di fantasia, è bene essere chiari e cercare di non confondere ruoli e sessioni dal carattere dei personaggi, al fine di giustificarne i comportamenti.
Ad esempio, è chiaro che Mads e Jos sono le vittime di un amore contrastato, per certi versi malato, ma la mania di controllo di lui sulla vita di lei, fuori dalle cosiddette “sessioni”, anche quando rientra in Svezia, non c’entra nulla col fatto che era, e sottolineo, Era il suo padrone. Mi trovo a renderlo presente per rispetto ad un mondo che fa della consensualità e della sicurezza i suoi cardini. Sia chiaro quindi, che il comportamento ossessivo di Mads non può essere riportato al suo ruolo di Padrone.
Mads, il dominatore per eccellenza compirà azioni che vi lasceranno a bocca aperta. Anche questo, è licenza del romanzo, non realtà nel Bdsm; non scendo nei dettagli, ma quando leggerete, capirete a cosa mi riferisco, vorrei però evitare spoiler qui.
Altra scena che mi ha per certi versi sconvolta e che rischia di buttare confusione circa il tanto chiacchierato mondo sommerso, come lo chiama l’autrice, è quella in cui Jos, scoperta la verità su James, decide di dargli una lezione esemplare. Ora, non discuto sul  metodo, né sulle motivazioni e amo le sfumature dark in un romanzo, ma ciò che non deve passare è che il padrone, o in questo caso la Padrona, possa abusare del suo potere per infliggere violenza come valvola di sfogo. Il ruolo di sottomissione non fa di queste persone, oggetto o mezzo sul cui scaricare la frustrazione. Certo, James ha sbagliato, ha tradito la fiducia, ma la stessa Jos, mentre infligge la punizione si interroga su quanto sia giusto quello che sta facendo.
Una delle peculiarità di chi domina, è il controllo.
La delusione rischiava di ottenebrarmi e di ripercuotersi sulle mie azioni. Sentivo il bisogno di punirlo, di fargli male. Benchè stessi superando un limite invalicabile, servendomi della coercizione per raggiungere uno scopo assai lontano dai meccanismi del sesso estremo, volevo dare a James una lezione che non avrebbe dimenticato.
In più James non ha modo di usare la safeword: è legato e imbavagliato, mentre lei si sfoga senza accertarsi mai dello stato del suo sottomesso. Questo non è BDSM, questo è abuso, violenza vera e propria, e lei lo sa, ne è consapevole, tanto che ad un certo punto le torna in mente quando è stata lei ad aver ricevuto dolore fisico non per potenziare il piacere, ma per il semplice gusto di infliggerlo.
Usa James per ristabilire i confini della relazione con Mads; un comportamento discutibile ed è lei stessa a riconoscerlo:
Era necessario che ristabilissi i confini oltre cui Mads non aveva più potere e James era un sacrificio necessario
Il modo sommerso si mescola alla realtà, la protagonista fatica a distinguere le due cose. Si ritrova a sperimentare la dominazione perché non può inginocchiarsi di fronte a nessuno che non sia Mads; poi però entra in scena Gabriel e lei cerca di convincersi che una relazione normale, senza pratiche BDSM, potrebbe soddisfarla e che a lungo andare troverebbe soddisfazione nella “normalità”.
Perché l’unico problema è che non si può scegliere chi amare, non si sceglie la persona giusta, quella che ci fa stare bene e con cui ci sentiamo in equilibrio. Spesso perdiamo la testa per le persone sbagliate, tormentate, contorte, quelle che si danno a metà, che ci spezzano dentro, che ci confondono. Perché l’amore è una guerra che non si affronta ad armi pari e io, contro Mads, avevo perso ogni battaglia.
Jos pagherà molte decisioni a caro prezzo.
Non puoi pensare che le persone ci siano solo nel momento del bisogno. Quando tiri in ballo qualcuno, devi assumerti la responsabilità della sua presenza. Altrimenti lascia perdere
Avrei preferito una migliore distinzione e una maggiore chiarezza in alcuni passaggi, meno avvenimenti importanti tutti insieme. Ciò non toglie che l’autrice sappia scrivere e coinvolgere il lettore, tuttavia non riesco a dare una valutazione eccessivamente alta, perché in più di qualche momento, ho avuto davvero difficoltà a mantenere la concentrazione, a non perdermi nel labirinto della trama.
Il consiglio che do a voi lettori è di leggere ovviamente in ordine i volumi e di farlo consecutivamente, senza far passare troppo tempo tra una lettura e l’altra, in modo da avere ben presenti i personaggi e le situazioni.
Non definirei questo libro al livello del primo, nonostante siano presenti comunque riferimenti in proposito, e merita di essere letto, apprezzandone le sfumature e le contraddizioni dei personaggi, che risultano veri, grazie anche a queste contraddizioni.
Non tutte le riposte sono state date. Aspetterò il seguito, chissà quali altre sorprese ci rivelerà l’autrice!
C’era in lui tutta la sua strabiliante perfezione, ma la mia anima era imperfetta e riusciva ad appartenere solo ad una persona, l’unica con cui il mio universo diventava perfetto.

[Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]
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